Processo cosca Pesce, CC "Boss detenuti in contatto per investimenti" - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Processo cosca Pesce, CC "Boss detenuti in contatto per investimenti"

02 mar 12 I boss della cosca Pesce di Rosarno, benche' detenuti, riuscivano a rimanere in contatto decidendo insieme come investire il denaro provento dell'attività illecita. Lo ha riferito oggi un capitano dei carabinieri, Valerio Palmieri, deponendo a Palmi nel processo a carico dei presunti affiliati alla cosca. In particolare, l'ufficiale, che era in servizio al Nucleo operativo di Reggio Calabria, ha riferito delle intercettazioni in carcere dei colloqui avuti dal boss Antonino Pesce, detto "testuni", con i familiari, dai quali emerge che era in contatto con Rocco Pesce, anche lui detenuto, e col quale decidevano come investire il denaro. Dalle intercettazioni di Antonino Pesce con la moglie Carmelina Capria è emerso anche che la loro figlia, Maria Grazia Pesce, era incaricata di portare fuori dal carcere i messaggi del boss. La madre di Carmelina, Maria Grazia Messina, avrebbe avuto a sua volta il ruolo di "cassiera" della cosca. L'ufficiale ha anche riferito che dai colloqui emerge come Antonino desse disposizioni al figlio Francesco su come gestire la cosca spingendolo a coinvolgere anche il suo cugino omonimo.