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    Processo Meta, colonnello Ros "Miravano ad appalti Asl"

     

     

    Processo Meta, colonnello Ros "Miravano ad appalti Asl"

    02 mar 12 Il colonnello dei carabinieri Valerio Giardina, per anni al comando del Ros di Reggio Calabria, e' tornato a deporre davanti ai giudici del tribunale di Reggio nel processo Meta contro i presunti affiliati alle cosche della 'ndrangheta della citta'. La deposizione di Giardina, che nel febbraio del 2008 catturò il boss Pasquale Condello, detto "il Supremo", dopo 18 anni di latitanza, è iniziata il 21 ottobre scorso e sta andando avanti da numerose udienze. Rispondendo alle domande del pm distrettuale Giuseppe Lombardo, l'ufficiale si è soffermato sui rapporti tra le cosche di Reggio Calabria e quelle della Piana di Gioia Tauro, intrecciate attraverso matrimoni, definiti dall'ufficiale "momenti importanti di 'ndrangheta'', alleanze e omicidi. Giardina, in particolare, facendo riferimento ad intercettazioni ambientali e risultanze di indagini, ha parlato di una delle persone coinvolte nell'inchiesta, Gianluca Favara, e del ruolo svolto dallo stesso per condizionare alcune gare d'appalto all'Asl di Palmi. L'ufficiale ha anche parlato dei suoi rapporti con le organizzazioni di 'ndrangheta operanti tra Villa San Giovanni e Reggio Calabria e DELla ''gestione" di alcune estorsioni.

    "Con le medesime fonti di prova oggi c'é chi è già stato arrestato o condannato o in atto processato e invece c'é chi non è stato destinatario neppure di un avviso di garanzia". Così uno dei difensori degli imputati del processo Meta, l'avv. Francesco Calabrese, ha sintetizzato una lunga lettera di due fogli protocollo che alcuni detenuti hanno scritto durante l'udienza e fatto consegnare al presidente del tribunale poco prima della conclusione. A firmare la lettera, acquisita agli atti, sono stati Antonino Imerti, Pasquale Bertuca, Giovanni Rugolino, Antonino Crisalli, Domenico Condello, detto "gin gomma", cugino del boss Pasquale Condello detto "il supremo", Domenico Passalacqua e Natale Buda. In precedenza l'udienza è stata dedicata tutta alla deposizione colonnello dei carabinieri Valerio Giardina, per anni comandante del Ros di Reggio Calabria, che è durata circa otto ore. L'ufficiale ha proseguito nella descrizione dei vari gruppi della 'ndrangheta che operano a Reggio Calabria e nella sua provincia. In particolare, Giardina ha descritto quella che puo' essere definita "la galassia" degli interessi a Reggio del boss di Sinopoli Cosimo Alvaro, "proprietario di fatto del lido Calajuncu, del ristorante Le Palme, entrambi sul lungomare, e di una struttura geriatrica, Villa Speranza". Secondo l'ufficiale, Alvaro si muoveva a Reggio, dove aveva scelto di dimorare perché sottoposto a sorveglianza speciale, godendo di una vastissima rete di fiancheggiatori e di complici. Nel corso del dibattimento, infine, è intervenuto per una brevissima dichiarazione Antonino Imerti, cugino omonimo del boss, detto "Nano feroce". Imerti, in risposta ad una intercettazione ambientale effettuata dai carabinieri del Ros sull'autovettura di uno degli imputati, Pasquale Buda, anche questi originario di Fiumara di Muro, ha detto che quanto asserito da Buda erano solo falsità nei suoi confronti. Secondo quanto riportato in quella intercettazione, Buda, uno dei fedelissimi del boss "Nano feroce", esprimeva dubbi sull'idoneità di Antonino Imerti di poter svolgere il ruolo al posto dell'omonimo cugino già condannato all'ergastolo definitivamente. L'udienza è stata aggiornata a venerdì prossimo per la prosecuzione della deposizione di Giardina.

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