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    Calabria si mobilita contro chiusura tribunale Lamezia

     

     

    Calabria si mobilita contro chiusura tribunale Lamezia

    31 mag 12 - L'androne del palazzo di giustizia di Lamezia Terme occupato, anche di notte, dagli avvocati; proteste bipartisan in Parlamento; richieste di incontri al Capo dello Stato ed al ministro della Giustizia. La voce, ancora ufficiosa, della chiusura del Tribunale di Lamezia Terme (stessa sorte toccherebbe a Rossano) ha provocato tensione, reazioni e polemiche. I più decisi sono gli avvocati che da ieri occupano l'androne del palazzo di piazza della Repubblica le cui finestre sono tappezzate di cartelli con la scritta "no", mentre davanti all'ingresso è stata posizionata una bara con un manifesto "la morte del tribunale". La protesta, dicono, andrà avanti sino a quando non arriverà la smentita alla notizia della chiusura. Il presidente dell'ordine, Gianfranco Barbieri, ha annunciato ai suoi colleghi che ci sarebbe stata anche "un'autoconvocazione dei magistrati per redigere un documento di sostegno e per chiedere la convocazione urgente della sezione distrettuale dell'Anm". Questo mentre, in un'altra assemblea, i dipendenti del tribunale hanno confermato lo sciopero per il 15 giugno. All'assemblea ha partecipato anche il sindaco Gianni Speranza. Il Consiglio comunale si è già schierato contro la chiusura del tribunale ed il 7 giugno è in programma una seduta congiunta dei consigli comunali del lametino. Il presidente della Regione Giuseppe Scopelliti ha chiesto un incontro urgente al Ministro della Giustizia Paola Severino "per confrontarci, insieme ai parlamentari, sulle reali esigenze del territorio". Per il governatore i tribunali sono "fondamentali presidi di legalità per una Regione che deve puntare proprio sul rafforzamento di questo principio". Anche il presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, è sceso in campo chiedendo un incontro al Capo dello Stato, anche come presidente del Csm. Un ridimensionamento degli uffici giudiziari, è il suo ragionamento, "comporterebbe rischi di deflagrazione sociale", mentre per l'assessore regionale all'urbanistica Pietro Aiello, tale eventualità sarebbe "un'aberrazione". Ma la protesta non è rimasta localizzata in Calabria. Alla Camera un fronte bipartisan di parlamentari, composto da Ida D'Ippolito (Udc), Doris Lo Moro (Pd), Pino Galati (Pdl), Angela Napoli (Fli) e Mario Tassone (Udc), è intervenuto per mettere in guardia dai rischi di soppressione in una terra ad alta densità criminale, mentre Giovanni Dima (Pdl), ha suggerito di valutare una deroga. Contrari anche Nicodemo Oliverio (Pd), Franco Bruno (Api) e Luigi Li Gotti (Idv). Nette prese di posizioni sono giunte anche dai sindacati. Mentre, da Roma, la Fp-Cgil ha definito "gravissima" l'ipotesi di chiusura che, a detta del sindacato, sarebbe confermata da indiscrezioni ministeriali, dalle segreterie di Catanzaro di Cgil, Cisl e Uil è partita una lettera ai Ministri dell'Interno e della Giustizia in cui si chiedono non solo rassicurazioni sul fatto che il Tribunale non chiuderà ma anche che sia rafforzato per sostenere "la speranza di riscatto democratico". E mentre gli avvocati lametini si apprestano a trascorrere la seconda notte in tribunale, anche dall'altra città interessata dalla soppressione, Rossano, il sindaco Giuseppe Antoniotti, ha fatto sapere di essere pronto a difendere "a muso duro" il tribunale.

    "Non sottovalutare le proteste come quelle in corso a Lamezia ed evitare dannose mortificazioni col ridimensionamento di uffici giudiziari sul territorio calabrese che comporterebbe rischi di deflagrazione sociale con il solo risultato di indebolire l'azione di lotta alla mafia che comunità e istituzioni stanno portando avanti con incisività negli ultimi tempi. Semmai serve irrobustire con uomini e mezzi le sedi giudiziarie calabresi". Manifesta preoccupazione il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico sulla ipotesi di chiusura di alcuni Tribunali e invita alla massima vigilanza ed all'unità di azione. "Chiederemo - ha aggiunto - di incontrare il Presidente della Repubblica conoscendo le sue sensibilità sulle questioni che riguardano il Sud, il suo territorio e la difesa della legalità, ma anche come presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Il presidente della Giunta Scopelliti ha già chiesto di incontrare il ministro della Giustizia Severino e c'é la necessità che tutte le voci della Calabria, quelle parlamentari in primo luogo, si uniscano in un'azione comune di grande forza e responsabilità. Su questioni così importanti, in territori dove è necessario rafforzare gli apparati organizzativi della giustizia, anziché indebolirli, non possono essere operati tagli con visioni burocratiche senza tener conto delle realtà dei territori e delle esigenze di massimo impegno nella battaglia contro fenomeni degenerativi come la ndrangheta. Lo stesso Csm in una sua risoluzione, nel recente passato, ha definito 'insopprimibili' le sedi giudiziarie in zone con alto tasso di criminalità in Calabria come in altre regioni con forte contaminazione mafiosa. Si tratta di sedi in città dove la popolazione, nelle sue componenti sociali e civili, sono impegnate in un percorso di riscatto e di crescita che non può non vedere, a fianco dei cittadini, le istituzioni della giustizia". "Ogni futuro assetto territoriale degli uffici giudiziari - ha concluso Talarico - deve seguire criteri oggettivi e non freddamente burocratici. Chiediamo al Governo non un'attenzione particolare verso la Calabria, ma un'attenzione 'giusta' che tenga conto delle esigenze di una crescita ordinata della nostra società e della urgenza di far fronte alle insidie più pericolose come la criminalità organizzata".

    "Indiscrezioni ministeriali confermerebbero la chiusura dei Tribunali di Lamezia Terme e di Rossano": se ciò avvenisse sarebbe un fatto "gravissimo", tenuto conto che si tratta di uffici che hanno celebrato "importantissimi processi contro la 'ndrangheta'' e che "si è creata una certa fiducia nelle istituzioni che ha portato i cittadini a denunciare i malviventi". L'allarme viene dalla Fp-Cgil che avverte: il provvedimento che ridisegna la geografia giudiziaria, "lungi dall'essere una revisione della spesa come invece il Ministro della Giustizia tenta di rivendere alla opinione pubblica, si configura come un indebolimento della presenza dello Stato in una regione dove il tasso di criminalità è il più alto di Italia". Si tratta di una riforma "superficiale - accusa il sindacato- basata su parametri obsoleti (dati istat del 2001) e che non tiene conto delle specificità e del tasso di criminalità territoriali; e attendiamo che il Ministro dia contezza di questa scelta sbagliata e che il Governo spieghi ai cittadini calabresi che sino ad oggi hanno dimostrato senso civico una tale pesante rinuncia ad un presidio di giustizia, legalità e sicurezza". Nel far notare che proprio la Calabria è una delle regioni che dovrebbero sperimentare i processi telematici finanziati con i fondi strutturali, il sindacato chiede "se abbia senso da un lato appesantire il carico del sistema giudiziario con ulteriori tagli come la soppressione dei tribunali di Lamezia e Rossano che sovraccaricheranno altre sedi e, al contempo, dall'altro propagandare chissà quale accelerazione dei processi di giustizia civile con l'invio di tecnologie che dovrebbero essere "ordinarie"

    - "La giustizia come la sanità rappresenta un servizio irrinunciabile in una società moderna. Le proteste che si levano in questi giorni da diversi centri della Calabria, davanti alla paventata soppressione di tribunali e uffici del giudice di pace, non devono, quindi, trovare chiuse le porte delle istituzioni". Lo dichiara il deputato del Pd Nicodemo Oliverio. "La giusta esigenza di razionalizzazione - aggiunge - dell'amministrazione giudiziaria deve tenere nella considerazione dovuta le peculiarità di un territorio. Quello calabrese è purtroppo particolarmente esposto alla pressione della criminalità e di una diffusa illegalità. La stessa orografia del territorio calabrese deve essere valutata alla luce di provvedimenti necessari, ma da assumere sulla base di scelte ponderate. Pertanto, va ripensata l'idea di privare l'alto Tirreno e l'alto Ionio cosentino di un presidio di giustizia, trattandosi di comprensori inseriti in una provincia estesa quanto una regione". "Allo stesso modo, non è giustificabile - prosegue Oliverio - la chiusura del palazzo di giustizia di Lamezia, il cui accorpamento a Catanzaro priverebbe del tribunale una città fra le più grandi della regione ed ingolferebbe gli uffici giudiziari del capoluogo regionale. Saremo pertanto vigili affinché quelle che, al momento sono soltanto ipotesi, non trovino concreta attuazione"

    "Le notizie sulla paventata chiusura dei tribunali di Lamezia Terme e Rossano, se confermate, sarebbero la dimostrazione del fallimento dello Stato della legalità". Lo dichiara il senatore Franco Bruno, capogruppo per il Terzo Polo (Api-Fli) in Commissione giustizia. "A febbraio scorso, insieme ai colleghi Bevilacqua e De Sena - aggiunge - abbiamo inviato una lettera al Guardasigilli Severino chiedendo di valutare con attenzione la situazione calabrese (così come previsto dalla legge delega): chiudere un tribunale in Calabria non è come chiuderlo altrove. In Calabria, come in tutti i territori ad alta infiltrazione mafiosa, questo è un atto sconsiderato, un colpo duro ai presidi di legalità, un gravissimo arretramento per i cittadini e una bandiera bianca alla lotta alla criminalità organizzata". "Ci auguriamo - conclude Bruno - che la notizia si dimostri infondata e che sul tema si apra una discussione seria e risolutiva che garantisca e rispetti i principi previsti nella legge delega"

    "Nella legge delega c'é un criterio ben chiaro per determinare i tribunali da salvaguardare: l'incidenza della criminalità organizzata sul territorio. Lamezia Terme, quindi, ha le giuste prerogative per mantenere il suo presidio di legalità e sicurezza". E' quanto afferma il parlamentare del Pdl Onorevole Giuseppe Galati. "Il Consiglio Superiore della Magistratura - ha aggiunto - già nel 1994 aveva scritto che ci sono alcuni tribunali, tra cui quello di Lamezia Terme, che non vanno chiusi per la loro centralità nella lotta alla criminalità organizzata. Il Ministro della Giustizia Paola Severino ne dovrà tenere conto. Mi duole il fatto che a Lamezia in queste ore si è venuto a determinare uno stato di tensione molto forte anche a causa di informazioni frettolose e inesatte che sono giunte dallo stesso Ministero". "La terza città della Calabria - ha concluso il deputato del Pdl - non può vedersi privata di un presidio di legalità necessario nella lotta alla 'ndrangheta che deve necessariamente vedere lo Stato impegnato con tutte le sue forze senza cedere il passo ma intensificando la sua azione. La salvaguardia del tribunale di Lamezia Terme va in questa direzione''.

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