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    Protesta a oltranza al Tribunale di Lamezia, avvocati occupano struttura

     

     

    Protesta a oltranza al Tribunale di Lamezia, avvocati occupano struttura

    30 mag 12 Prosegue a oltranza la protesta nel Palazzo di giustizia di Lamezia Terme dove gli avvocati hanno deciso di "occupare" il Tribunale per protestare contro la sua chiusura. La decisione è giunta al termine di un'assemblea nel corso della quale gli avvocati hanno deciso di proseguire ad oltranza la battaglia fino a che non giungeranno risposte da Roma. In serata, inoltre, alcuni cittadini hanno consegnato le schede elettorali in uno scatolone davanti il Palazzo di Giustizia dove é stata anche posizionata una bara con un manifesto in cui si annuncia "la morte del Tribunale". Poco prima delle 20 il dirigente del Commissariato, Antonio Borelli, ha invitato gli avvocati ad abbandonare il palazzo entro le 20, orario di chiusura, ma gli avvocati ancora stanno stazionando al pianterreno del Palazzo di giustizia non avendo intenzione di abbandonare il presidio.

    "Se dovesse essere confermato quanto trapelato da fonti ufficiose, cioé che il Governo avrebbe deciso di procedere alla soppressione del Tribunale di Lamezia Terme, ci troveremmo di fronte ad una scelta irragionevole e iniqua, che avrà pesanti ripercussioni sul territorio e sul buon funzionamento dell'amministrazione della giustizia". E' quanto afferma Wanda Ferro, presidente della Provincia di Catanzaro. "Ci risulta del tutto incomprensibile - prosegue Ferro - la decisione di salvare dalla soppressione alcuni tribunali che si trovano in situazioni analoghe, sacrificando invece gli uffici giudiziari lametini, che insistono in un territorio interessato da una presenza sempre più pervasiva e violenta della criminalità mafiosa. La chiusura del Tribunale di Lamezia creerà confusione e ritardi nell'attività giudiziaria, ma sarà soprattutto un pessimo segnale nei confronti dell'intera società civile e delle istituzioni del territorio impegnate in prima linea nella lotta quotidiana per affermare la cultura della legalità nel territorio". "Chiudere un importante presidio giudiziario come quello lametino - prosegue Ferro - per lo Stato significa l'abbandono del campo e un incoraggiamento alle attività illegali delle cosche, ai soprusi e alla violenza. Chiudere il Tribunale di Lamezia non può che alimentare tra i cittadini un sentimento di sfiducia nei confronti dello Stato che sembra voler abbandonare questo territorio ad un destino segnato. Come Provincia di Catanzaro abbiamo chiesto formalmente al Governo, ma anche al Parlamento e al Capo dello Stato nella sua qualità di presidente del Csm, di rivedere un provvedimento così disastroso, e abbiamo invitato tutti gli ottanta comuni della provincia a sostenere questa battaglia che non è la semplice difesa di ragioni di campanile, ma una istanza fortemente motivata e rafforzata dalle approfondite riflessioni del Consiglio dell'ordine degli avvocati, dei Giovani avvocati, da molti rappresentanti delle forze politiche, delle organizzazioni sindacali e dal mondo culturale non soltanto lametino".

    A parere di Gabriele Limido, coordinatore regionale de La Destra "é una vera vergogna che il Tribunale di Lamezia Terme abbia chiuso i battenti in questo modo. Ed è altrettanto imbarazzante che alcuni parlamentari lametini lo abbiano utilizzato come merce di scambio per avere, forse, la certezza di un seggio sicuro alle prossime elezioni politiche. Una città importante, popolosa, centro nevralgico per tutta la regione, con una pressione della criminalità organizzata molto pesante per il tessuto socioeconomico del territorio, non può aver perduto in questa brutta maniera il suo Tribunale. E' uno scandalo che una parte della politica lametina, che risiede a Roma, si sia vergognosamente venduta, facendo finta di difendere gli interessi della città".

    "Condividiamo la legittima preoccupazione degli operatori della giustizia e dei cittadini, la fiancheggeremo in una battaglia giusta che noi condurremo nelle aule parlamentari affinché Lamezia mantenga il suo irrinunciabile presidio di legalità. Seppur la relazione, dalle indiscrezioni, frettolosamente elaborata, prefiguri uno scenario infelice per la nostra città, saranno altre le sedi ed i momenti decisivi, nei quali il nostro impegno per il mantenimento del Tribunale di Lamezia Terme sarà strenuo e veemente". E' quanto affermano, in una nota congiunta, i deputati Ida d'Ippolito, Doris Lo Moro e Giuseppe Galati. "Del resto la scelta definitiva, in riferimento alla soppressione di alcuni Tribunali - proseguono i parlamentari - avverrà in sede politica, atteso che il Ministro e le Commissioni Parlamentari in materia di Giustizia dovranno accuratamente valutare il lavoro della Commissione Tecnica, apportando le necessarie integrazioni o modifiche. Il Ministro Severino ci ha già precisato che nessuna proposta ad ora può essere considerata definitiva. La scelta finale spetta a lei e sarà assolutamente ponderata. Saremo presenti e vigili perché le ragioni di Lamezia vincano. La relazione inerente la riduzione dei costi ed il possibile accorpamento di alcuni Tribunali italiani, svolta dalla Commissione Tecnica del Ministero di Grazia e Giustizia, appare ingiustificata e penalizzante per Lamezia Terme atteso che sono stati discutibilmente trascurati alcuni parametri di particolare rilievo, ed è ragionevole pensare che la discrezionalità con cui si è operato sia, in alcuni punti, debordata in arbitrio. Vigileremo perché nessun torto venga fatto alla città, nella consapevolezza che si tratta di una battaglia difficile, e che comunque ci terrà uniti e perciò più forti".

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