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    Fa tappa a Lamezia la carovana della legalità

     

     

    Fa tappa a Lamezia la carovana della legalità

    29 mag 12 Tappa della carovana antimafie oggi a Lamezia Terme dove il corteo ha scelto di partite da piazza della repubblica su cui affaccia il Palazzo di giustizia che da giorni vede un comitato spontaneo in prima linea nel difendere il tribunale che rischia la chiusura ed il conseguente accorpamento con quello di Vibo Valentia. A portare i saluti al corteo, il presidente del tribunale, Giuseppe Spadaro, che, nel sostenere l'importanza del presidio di legalità nella città, dice di avere aderito a questa iniziativa perché la ritiene "vera, autentica, effettiva, senza un filo di ipocrisia. Mi piace perché coinvolge magistrati, forze dell'ordine, l'Avvocatura, il personale amministrativo, associazioni culturali e, specialmente, perché coinvolge i giovani e riesce a sensibilizzare i cittadini. Tuttavia - prosegue - , ricordiamoci che il miglior modo per ricordare le vittime della criminalità organizzata è impegnarsi quotidianamente per il rispetto delle regole, adoperarsi per il ripristino della Giustizia Italiana; credo sia giunto il momento storico, in questo Paese, di isolare chi opta per l'illegalità, di chiamare delinquenti e non "furbetti di quartiere" chi ruba allo Stato, di non fare i processi nei salotti televisivi ma di potenziarci per poterli fare nelle aule d'udienza, di accantonare una classe politica-amministrativa che interloquisce con la malavita, che consente a questa gentaglia di fare affari e di divenire consiglieri comunali, sindaci, parlamentari, ossia rappresentanti del popolo. Qualcosa non è andato nel nostro Paese - sottolinea - se abbiamo consentito alla mafia, a quattro straccioni di divenire impresa, la più grossa delle aziende italiane, di fatturare annualmente miliardi, vogliamo chiederci come sia stato possibile se non attraverso la connivenza di una fascia grigia intermedia?". Subito dopo il corteo parte alla volta dell'auditorium del Liceo linguistico "Campanella" dove, con il ricordo di Melissa morta davanti la scuola a Brindisi, c'é un incontro a più voci tra cui quella del procuratore Prestipino che invita "ognuno per la sua parte a fare un passo in più. Bisogna passare - aggiunge - dalla parte della denuncia e della testimonianza a quella della organizzazione. In questo territorio opera una organizzazione criminale e bisogna sapere opporre una forza altrettanto organizzata e collettiva. A quelle porte - conclude - hanno bussato imprenditori, politici ma anche semplici cittadini. Quindi ricorda la figura di don Puglisi che, dice, era un prete scomodo che non piaceva né ai mafiosi né ad altri e tentava di organizzare attraverso il confronto con i giovani una forza in opposizione a quella mafiosa.(

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