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    Protesta giornalisti Quotidiano contro chiusura sede Siderno

     

     

    Protesta giornalisti Quotidiano contro chiusura sede Siderno

    29 mag 12 I giornalisti del Quotidiano della Calabria che collaborano dal territorio della Locride, "intendono manifestare - è detto in una nota - tutto il loro disappunto e la loro indignazione per lo smantellamento della redazione di Siderno del Quotidiano della Calabria, avvenuto nella giornata di lunedì 28 maggio 2012. Gli stessi, quando avevano saputo della volontà della società editoriale di chiudere la redazione della Locride, avevano lanciato un appello per evitarlo o, quantomeno, rinviarlo in attesa di un incontro sull'argomento con le diverse rappresentanze interessate. E' caduto nel vuoto.Chiudere una redazione significa chiudere non solo una speranza, ma vite dedite alla cultura, allo sviluppo intellettuale, volta a valorizzare e a potenziare tramite l'informazione l'etica e l'identità di questa terra della Locride. Informare è crescere. E' disarmare l'ignoranza, l'indifferenza. E' mobilitarsi quotidianamente verso il bene comune e verso la piena conoscenza dei fatti, spesso qui per mentalità e cultura taciuti, omessi, soffocati.Abbiamo la grinta, la passione, il diritto e il dovere di continuare! Ed ora abbiamo anche la volontà di 'autotassarci', simbolicamente, per contribuire alle spese, pur di mantenere in vita la Redazione di Siderno. Oggi, purtroppo, quella redazione, quella con sede a Siderno, non esiste più".

    Fnsi: Finedit ha perso la testa. Il segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, vicesegretario nazionale Fnsi, "stigmatizza il comportamento della Finedit srl, editrice de 'Il Quotidiano della Calabria', che, con un autentico colpo di mano ai danni dei giornalisti che, per anni, hanno lavorato con dedizione e sacrificio, ha chiuso gli uffici di corrispondenza di Corigliano Calabro e Siderno.In particolare, l'Ufficio di Corrispondenza della Locride, ieri è stato protagonista di uno 'sbaraccamento' che ha dell'incredibile.Con una telefonata a un giornalista, incaricati dell'azienda si sono fatti aprire la porta della redazione - in quel momento chiusa, perché i giornalisti erano impegnati in servizi esterni - e con disinvoltura hanno svuotato l'ufficio di mobili e suppellettili, li hanno caricati su un camion, hanno chiuso la porta e riconsegnato le chiavi al proprietario dell'appartamento. Senza alcun preavviso, né una semplice telefonata ai giornalisti.Una decisione irresponsabile - afferma Parisi - che mortifica il lavoro e la dignità dei giornalisti, soprattutto alla luce dell'accordo sottoscritto, il 21 maggio scorso, dal presidente della Finedit, Francesco Dodaro, e dall'amministratore delegato, Antonella Dodaro, con tutte le rappresentanze sindacali, aziendali, provinciali e regionali, dei giornalisti, dei grafici e del personale amministrativo". Parisi ricorda, infatti, che nell'incontro relativo alla parte economica non corrisposta ai lavoratori - per domani è fissato il pagamento della prima rata -, la questione degli uffici di corrispondenza era stata accennata dal Comitato di redazione, ma all'unanimità si era deciso di discuterla in un successivo "confronto sulle prospettive future del giornale, al fine di programmare e adottare in tempo utile percorsi e pianificazioni per l'azienda e la forza lavoro". "Nel verbale di incontro del 21 maggio scorso, le parti avevano, infatti, concordato 'di rincontrarsi entro il termine previsto di 20 giorni per provvedere alla disamina delle prospettive aziendali e industriali nel loro complesso alla luce dell'evoluzione del quadro macroeconomico di contesto che sta incidendo sulle attività e sugli andamenti aziendalì. L'improvvisa decisione della Finedit di chiudere gli uffici di corrispondenza di Corigliano Calabro e Siderno, che potrebbe anticipare quella di Paola e Polistena, non favorisce certo la soluzione della vertenza sul binario della civile collaborazione che la firma dell'accordo aveva segnato sancendo, di fatto, il ripristino delle relazioni sindacali.Il comportamento della Finedit - denuncia Carlo Parisi - è un brutto segnale nei confronti di dipendenti e collaboratori che, da anni, quotidianamente garantiscono la totale copertura dei servizi, ma accusano pesanti ritardi nel pagamento delle spettanze, spesso quantificate in autentici compensi da fame". Nel confermare il massimo sostegno del sindacato dei giornalisti al Cdr ed ai colleghi de "Il Quotidiano della Calabria, Carlo Parisi invita, però, i collaboratori della Locride a non perdere di vista il valore del lavoro e la dignità della persona.L'idea di 'autotassarsi', 'anche simbolicamente, per contribuire alle spese, pur di mantenere in vita la Redazione di Siderno', per il segretario del sindacato dei giornalisti può rappresentare solo una drammatica provocazione nei confronti dell'azienda.Lavorare gratis e, addirittura, pagare l'editore non è, infatti, neppure ipotizzabile in una professione, come quella giornalistica, che, soprattutto in zone come la Locride, deve rappresentare un'opportunità per quanti non chiedono altro che lavorare e vivere in modo onesto e pulito. A meno che, da parte dell'azienda, non ci sia la disponibilità a cedere quote societarie ai giornalisti che - in tal caso - potrebbero a pieno titolo finanziare, con parte della loro quota lavoro, un'azienda che li vedrebbe reali protagonisti e non vittime di quella inesorabile malattia - il giornalismo - che, a volte, finisce per cancellare la differenza tra diritto e favore”.

    "Ritengo grave la chiusura delle redazioni giornalistiche del Quotidiano della Calabria di Corigliano e Siderno, importanti punti di riferimento, per anni, per la crescita dei relativi territori". Lo afferma in una nota la parlamentare Maria Grazia Laganà Fortugno. "E ciò - aggiunge - è stato dimostrato sul campo dagli operatori dell'informazione impegnati a qualsiasi livello, al servizio della testata. Oggi non è giusto privare quei giornalisti e collaboratori che hanno dato l'anima facendo crescere il giornale. Non è giusto togliere alle rispettive comunità un servizio che ha rappresentato momento di cultura e di democrazia. Più cultura e democrazia significa più sicurezza, più legalità, più crescita e sviluppo. Per questo rivolgo un appello a quanti hanno la responsabilità sulla situazione che si è venuta a creare, di valutare il ripristino delle cose, evitando strumentalizzazioni di sorta e mettendo soprattutto i giornalisti interessati, nelle condizioni di potere lavorare nella massima serenità e con la professionalità sempre dimostrata"

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