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    A vent'anni dalla Strage di Capaci, ricordando Falcone

      Falcone e Borsellino

     

    A vent'anni dalla Strage di Capaci, ricordando Falcone

    22 mag 12 "Vent'anni dopo la strage di Capaci e l'uccisione di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della sua scorta, abbiamo il dovere di andare oltre la retorica, le celebrazioni e il semplice, seppur rispettoso, rinnovo della memoria". Così scrive Francesco Talarico presidente del Consiglio regionale della Calabria in un commento pubblicato da un quotidiano locale. "Sullo sfondo di quest'anniversario - dice il presidente del Consiglio - c'è l'occasione per un esame di coscienza collettivo, al Sud come al Nord, se vogliamo dare alla democrazia del nostro paese obiettivi precisi in un'ottica di solidarietà, vera coesione nazionale e riscoperta di radici e valori civili e culturali. Quel sacrificio, come pure, subito dopo, quello di Paolo Borsellino, abbiamo il dovere di comprenderlo meglio e di innalzarlo a simbolo non soltanto di lotta al male, rappresentato dalle mafie, ma di difesa della democrazia italiana, dello spirito di comunità, di ritrovamento delle identità perdute del nostro paese che pur nelle differenze, rappresentano, se messe insieme, una grande ricchezza, un patrimonio unico di umanità e cultura"

    Queste le principali iniziative in Calabria per il 20/mo anniversario della strage di Capaci:
    - RENDE - Prendono il via le iniziative del comune di Rende in occasione del ventennale della stragi di Capaci, con uno spettacolo teatrale. Successivamente seguiranno altre iniziative. (H.10.30).
    - REGGIO CALABRIA - Seduta della Commissione regionale contro la 'ndrangheta dedicata al 20/mo anniversario della strage di Capaci. Partecipa il presidente del Consiglio regionale Talarico. (H.14.30 - Palazzo Campanella).
    - VIBO VALENTIA - Iniziativa nel ventennale della strage di Capaci, promossa dai magistrati del Tribunale. (h.17.00 - Tribunale).
    - CROTONE - Manifestazione in occasione del ventennale della strage mafiosa di Capaci, promossa dal Comune e da Italia Nostra. (h.19.00 - Giardino Falcone e Borsellino).

    “Dobbiamo sforzarci sempre di tramandare la memoria riempiendola di contenuti, perché è solo spiegando alle giovani generazioni il significato profondo di taluni sacrifici, che onoriamo con rispetto il ricordo di chi è morto per servire lo Stato”. Ad affermarlo è il sindaco Mario Occhiuto che, insieme agli assessori Marina Machì e Davide Bruno, ha voluto ricordare le stragi di via Capaci e di via D’Amelio, in occasione del ventesimo anniversario, le cui celebrazioni ufficiali sono previste a Palermo domani, mercoledì 23 maggio. Dal canto suo, Marina Machì, assessore alla formazione della coscienza civica e alla scuola del Comune di Cosenza, ribadisce che “è dalla scuola che può germogliare il seme della legalità e della speranza, perché è nella scuola che si formano i cittadini consapevoli che con gli strumenti della cultura e del sapere possono respingere gli assalti della barbarie e della degenerazione dei valori”. L’Amministrazione comunale di Cosenza – sottolinea ancora Marina Machì – al di là delle celebrazioni organizzate in tutta Italia per ricordare il sacrificio di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e di tutti i caduti delle stragi di Capaci e via D’Amelio, intende richiamare l’attenzione sull’importanza e sul ruolo insostituibile che la scuola riveste nella formazione dei ragazzi e nella definizione dei loro percorsi di crescita. Ciò che più importa –rimarca inoltre Marina Machì – è impegnarsi per la legalità quotidianamente, combattendo anche tutti quegli atteggiamenti, come ad esempio il bullismo, che rappresentano una sorta di anticamera di comportamenti ancora più preoccupanti. I fatti di Brindisi aggiungono un ulteriore carico di tristezza e di sgomento all’anniversario di Capaci e via d’Amelio. Non è ancora chiara la matrice dell’attentato davanti alla scuola “Morvillo-Falcone” che sabato scorso ha spezzato la vita della giovanissima Melissa Bassi. Le ipotesi accreditate nelle ultime ore parlano di un gesto isolato, opera, forse di uno squilibrato. Comunque sia – dice ancora l’Assessore Machì - ciò che è avvenuto a Brindisi è agghiacciante e merita risposte adeguate. Ho condiviso ampiamente la scelta del Sindaco di Mesagne di non chiudere le scuole del suo comune per dimostrare che presìdi di legalità e di democrazia come le scuole non possono interrompere la loro missione neppure per un giorno. La nostra Amministrazione, con le azioni condotte dall’assessorato alla scuola, ha ribadito in più occasioni il suo impegno a favore della legalità e della democrazia. Una giornata dedicata al “senso dello Stato” è stata quella che abbiamo ideato ed organizzato il 31 marzo scorso, con la messa in scena al Teatro “Morelli” dello spettacolo “Toghe rosso sangue”, preceduta da una mattinata di conversazione tra gli studenti delle scuole superiori cittadine e chi, a vario titolo, per professione e impegno sociale, affronta la problematica delle mafie. Un invito alla presa di coscienza e all’espressione del proprio dissenso nei confronti di ogni forma di mafia. Sempre sull’idea di legalità – prosegue la Machì – abbiamo varato il progetto “cittadini praticanti” invitando alcuni docenti del corso di laurea in filosofia a tenere dei laboratori di cittadinanza attiva in quattro istituti superiori della città (il Liceo Classico “Telesio”, il Liceo Scientifico “Fermi”, l’Istituto per Geometri “Quasimodo” e il Liceo Statale “Della Valle”). Proseguiremo su questa strada, consapevoli del fatto che i principi e i valori della legalità vadano instillati con un’attenta opera di divulgazione e diffusione all’interno della scuola per bandire dalla società ogni forma di violenza e per evitare che il sacrificio di uomini come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino o della giovanissima Melissa Bassi non sia avvenuto invano”. A Marina Machì fa eco anche l’Assessore al futuro e ai giovani Davide Bruno. “Investire nella cultura e nel sapere – afferma Bruno – è un imperativo categorico per gli enti locali, perché solo così si potranno precostituire le condizioni perché i nostri giovani abbiano a loro disposizione gli strumenti necessari a combattere ogni forma di illegalità. E tra questi strumenti abbiamo voluto inserire il Servizio Volontario Europeo che da domani sarà presentato negli istituti superiori della città con l’obiettivo di promuovere la cittadinanza attiva dei giovani, in generale, e la loro cittadinanza europea in particolare, ma anche sviluppare la solidarietà e la tolleranza, allo scopo di rafforzare la coesione sociale dell'Unione europea e la comprensione reciproca tra i giovani di diversi paesi.”

    "Domani, 23 maggio, ricorre il ventesimo anniversario della Strage di Capaci. Venti anni che non hanno affatto attenuato l'orrore e lo sgomento per il terribile attentato con il quale la mafia ha cancellato le vite del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo, e dei tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro". Lo afferma, in una nota, il presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro. "Vent'anni dopo - aggiunge - ancora le immagini di un'esplosione ci hanno restituito lo stesso orrore, la stessa paura, lo stesso dolore per l'inutile sacrificio di una vita innocente. Da Giovanni Falcone a Melissa Bassi, lunghissimo l'elenco di vittime della mafia, del terrorismo, della violenza criminale: tanti magistrati, uomini in divisa, fedeli servitori dello Stato, ma anche tanti morti per caso, gente comune finita nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Tenere acceso il sacro fuoco del ricordo è un dovere morale delle istituzioni e della società civile nella sua interezza. Un ricordo che non sia vuota celebrazione, ma un costante impegno civile per la costruzione di una societ che sappia affermare i valori della giustizia, della legalit, del dovere, del merito, della solidariet e della partecipazione democratica". "Giovanni Falcone - dice ancora Wanda Ferro - diceva che 'la mafia un fenomeno terribilmente serio e grave, che va combattuto non pretendendo l'eroismo di inermi cittadini, ma coinvolgendo nella lotta le forze migliori delle istituzionì. Per questo il 23 maggio deve essere il giorno del ricordo, ma anche il giorno del rinnovato impegno da parte delle forze politiche e delle istituzioni del nostro Paese, del sud in particolare, a praticare un'azione quotidiana di legalità, di trasparenza, di impegno unicamente rivolto al bene comune, di rifiuto deciso e senza ambiguità di ogni forma di connivenza o di semplice tolleranza rispetto a quella sotto cultura dell'abuso, del privilegio, dell'illegalità, su cui le organizzazioni criminali costruiscono silenziosamente il loro strapotere, facendo quotidianamente strage delle opportunità e delle speranze di rinascita della nostra terra. I protagonisti di questa rivoluzione culturale devono essere innanzitutto i giovani: sono loro a dover costruire nella scuola, nell'università, nelle famiglie, una solida cultura delle regole e del rispetto dell'altro. Sono loro a dovere negare quel consenso senza il quale, come diceva Paolo Borsellino, 'anche l'onnipotente mafia svanisce come un incubò".

    "Nel ventennale della strage di Capaci, il momento commemorativo vivifica l'indelebile ricordo del Giudice Giovanni Falcone e delle tantissime vittime della mafia". Lo afferma, in una dichiarazione, il consigliere regionale del gruppo 'Insieme per la Calabria' Antonio Rappoccio. "Il tragico anniversario - aggiunge - deve rappresentare, soprattutto per i giovani, oggi duramente colpiti nelle coscienze e feriti nell'anima, un'occasione di attenta riflessione e di ferma condanna della cultura mafiosa e della illegalità e della violenza in ogni sua forma e pervicace diffusione. Una data per non dimenticare anche tutte le altre, tristemente note. Un rinnovato impegno comune per contrastare con azioni concrete ed efficaci tutte le mafie, a difesa della legalità e della sicurezza di una società civile che vuole crescere 'in liberta'".

    "La tragica vicenda di Brindisi ha alimentato ancora di piu il nostro ricordo verso Giovanni Falcone, Francesca Morvillo,e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro , che proprio vent'anni fa furono uccisi con una tecnica di guerra criminale senza precedenti, che continuò il 19 luglio con l'eccidio di Paolo Borsellino e di altri agenti della sua scorta e che si protrasse nel tragico 1993 con gli attentati di Roma, Firenze e Milano". Lo afferma, in una nota, il presidente del Gruppo regionale della Calabria del Pdl, Gianpaolo Chiappetta. "Descrivere iconoclasticamente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino - aggiunge - significa entrare nella costruzione reale di persone che hanno fatto quotidianamente il loro dovere e che possono diventare punti di riferimento essenziali nella prevenzione della violenza e di ogni riemersione mafiosa o terroristica. Qualche decennio prima, negli anni in cui la Sicilia era divenuta un avamposto di frontiera nel quale cadevano periodicamente magistrati e funzionari di Stato, il Cardinale Pappalardo, straordinario teologo e contemporaneamente uomo di coraggio, disse che 'la violenza genera violenza solo se il ricordo di chi ha immolato se stesso per la legalita' non viene diffuso, come una semina quotidiana , nelle nuove generazionì. A distanza di vent'anni la storia della Sicilia e della mafia è cambiata: i piu pericolosi criminali sono stati catturati dalla giustizia , l'orda di barbarie si è arrestata . Ma nel resto del Sud, da Napoli sino alla nostra Calabria, la criminalità si è espansa , fabbricando morti ed esportando la sua perversa economia". "Celebrare il ricordo di questi martiri, che hanno avuto un valore democratico fondante per la tenuta della nostra democrazia - dice ancora Chiappetta - non è solo doveroso , ma indispensabile. E lo diventa ancora di piu se quella semina di cui parlava il compianto Cardinale di Palermo diventi lievito di coscienza tra i giovani , per i quali i modelli di riferimento nel recente passato sono stati ben altri. Agire innescando anticorpi sociali e pedagogici efficaci è il modo migliore per onorare i magistrati ed i poliziotti caduti sotto i colpi della mafia. Renderli leggibili ad ogni età, comparare il senso del dovere come un'attività di quotidianità e anche confrontare quella lealtà infinita , a tutela del benessere di tutti, con la vigliaccheria e la violenza di chi uccide senza deterrenze sociali. E' questo il compito che ciascuno di noi, a prescindere dai ruoli sociali, deve sentire come forte e impellente".

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