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    Beni per 330 mln sequestrati al "Re del videopoker"

     

     

    Beni per 330 mln sequestrati al "Re del videopoker"

    18 mag 12 La Guardia di finanza ha sequestrato beni per 330 milioni di euro a Gioacchino Campolo, di 73 anni, conosciuto come il "re del videopoker", accusato di essere un affiliato alla 'ndrangheta e gia' condannato nel 2011 a 18 anni di reclusione. Campolo, attraverso un rete di videopoker truccati per aumentare i suoi guadagni, si è reso responsabile di una gigantesca frode fiscale. Innumerevoli gli immobili di sua proprietà a Reggio Calabria, Roma, Milano e Parigi.

    Capitali a disposizione degli affiliati. Avrebbe accumulato enormi somme di denaro da mettere a disposizione di esponenti di vertice della 'ndrangheta. E' l'accusa che viene contestata a Gioacchino Campolo, il re del videopoker, al quale stamattina il Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria della Guardia di finanza ha confiscato beni per 330 milioni di euro. Un'altra parte degli ingenti guadagni accumulati venivano investiti da Campolo per l'acquisto di centinaia di immobili in Italia ed all'estero. Il provvedimento di confisca dei beni è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, presieduta da Kate Tassone. Campolo è accusato di essere stato legato, in particolare, alle cosche della 'ndrangheta De Stefano, Zindato e Audino.

    Da Campolo esponenti zona grigia. "Gioacchino Campolo rappresenta una figura paradigmatica della cosiddetta 'zona grigia' della 'ndrangheta''. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio Calabria, Michele Prestipino, illustrando i risultati dell'operazione della Guardia di finanza che ha portato alla confisca di beni per 330 milioni di euro al "rete dei videopoker". "Campolo - ha aggiunto Prestipino - aveva messo a disposizione delle più temibili cosche cittadine la ricchezza illecitamente accumulata grazie ad una imponente evasione fiscale ed all'utilizzo di videopoker truccati. Un immenso patrimonio che gestiva e che era a disposizione della 'ndrangheta''. "La decisione della sezione misure di prevenzione del Tribunale - ha detto il comandante provinciale di Reggio Calabria della Guardia di Finanza, col. Cosimo Di Gesu - sancisce la bontà del nostro lavoro investigativo. Aggredire i patrimoni criminali significa far perdere alla 'ndrangheta il prestigio all'interno dell'ambiente criminale privandola del fondamentale strumento di condizionamento nei confronti delle realtà socio-economiche che sono tradizionalmente occupate e soffocate dalla presenza e dal controllo della criminalità organizzata". Gioacchino Campolo, secondo quanto è emerso dalle indagini, esercitava una condizione di dominio assoluto imponendo ad ogni esercizio pubblico di Reggio Calabria, grazie alla sua contiguità con esponenti della 'ndrangheta, l'utilizzo dei suoi videopoker alterati.

    ''L'operazione portata a termine dalla Guardia di Finanza con l'arresto del 're dei videopoker', conferma tutte le preoccupazioni e gli allarmi fatti in passato nei confronti di questa forma subdola del gioco d'azzardo legato ai videopoker". Lo afferma, in una nota, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. "L'operazione del Gico e dello Scico - aggiunge -, solleva il velo sulle dimensioni economiche di queste attività, certifica il legame a doppio filo con la criminalità organizzata, i traffici illeciti, i gravi rischi sociali oltre che di distorsione delle regole di mercato, connessi alla diffusione dei videopoker". Secondo Zingaretti, "siamo di fronte ad un gioco d'azzardo che si è reso responsabile della distruzione di legami familiari consolidati e della loro rovina economica. E' con questa consapevolezza che come Amministrazione provinciale abbiamo promosso di recente corsi nelle scuole per sensibilizzare i giovani, le prime vittime e le più indifese, sul pericolo dei videopoker. Per questo - conclude - rivolgo un plauso alla Guardia di Finanza e a quanti hanno collaborato per aver portato alla luce e smantellato una pericolosa organizzazione criminale radicata nella nostra città, convinto che questo successo sia di ulteriore sprone nell'azione di contrasto verso queste attività economiche illecite"

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