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    AMI: Una giornata per ricordare le vittime familiari

     

     

    AMI: Una giornata per ricordare le vittime familiari

    01 mag 12 La strage di Castrovillari "é la riprova che la violenza intrafamiliare resta la più grave emergenza sociale del nostro Paese e non conosce più confini o stereotipi". Lo sottolinea l'avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell'Associazione degli Avvocati Matrimonialisti Italiani proponendo l'istituzione della giornata delle vittime in famiglia "perché almeno un giorno all'anno tutto il Paese possa riflettere su un fenomeno sociale orrendo". "Negli ultimi anni - spiega il matrimonialista - stanno aumentando vertiginosamente gli omicidi e le stragi commessi dalle donne, per lo più mogli e conviventi". "Resta ovviamente il dato che nel 75% dei casi a uccidere sia il marito/compagno - spiega Gassani - ma non può essere sottovalutato dagli addetti ai lavori che il 25% degli omicidi sia commesso dal gentil sesso". "Già nel 2010 - osserva - il 10,6% delle vittime sono stati uomini uccisi dalle proprie mogli/compagne, a fronte di un totale di circa 200 omicidi all'anno in media dal 2006 a oggi". Gassani accenna poi all'aumento degli infanticidi: "Si calcola che ogni 20 giorni tra le mura domestiche venga assassinato un bambino. Dal 1970 a oggi sono stati commessi circa 430 infanticidi. Secondo i dati dell'Ami, nell'80% dei casi gli infanticidi sono commessi dalle madri". "Questo dato si ribalta per gli adolescenti - afferma Gassani - che nel 60% dei casi vengono assassinati dai padri. Nel 65% dei casi le persone che commettono tali crimini soffrono di gravi turbe psichiche e sono in cura psichiatrica". Secondo il Presidente Ami "i moventi di tali stragi, spesso accompagnate dal suicidio dell'omicida, sono per lo più derivanti da una conclamata crisi familiare spesso sfociata in procedure di separazione e/o divorzio, da gelosia, da stalking e anche da motivi economici, per non parlare dei casi in cui la soppressione dei figli è un mezzo punitivo nei confronti dell'altro coniuge".

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