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    Successo per il concerto di Muti con le bande calabresi

     

     

    Successo per il concerto di Muti con le bande calabresi

    31 lug 12 Non è stato per Riccardo Muti un concerto come tanti quello che stasera il maestro ha diretto a Reggio Calabria nella Piazza d'Armi della Scuola allievi carabinieri. Muti è stato protagonista di un "un evento enorme", come egli stesso l'ha definito, dirigendo 270 ragazzi appartenenti alle bande musicali di 28 centri della Calabria che hanno dato vita ad un'esecuzione di particolare significato emotivo e culturale. "Quello che è avvenuto qui stasera - ha detto Muti al termine del concerto - rappresenta un esempio per tutta l'Italia. La Calabria deve essere fiera di questo avvenimento e di questi ragazzi, che hanno dimostrato una grande passione". Nella prima parte del concerto i ragazzi hanno eseguito sei brani, tra cui in apertura "La fedelissima", marcia d'ordinanza dell'Arma dei carabinieri, ascoltata in piedi dal pubblico, diretti da sei maestri (Pasquale Lucà, Maurizio Managò, Vincenzo Panuccio, Roberto Caridi, Gaetano Pisano e Cettina Nicolosi). Quindi, nella seconda parte, c'é stata l'entrata in scena del maestro Muti, che ha diretto l'esecuzione da parte dei ragazzi delle bande di due brani di Giuseppe Verdi (la Ouverture da la Forza del destino e la Sinfonia da Nabucco) e uno di Vincenzo Bellini (la Sinfonia da Norma). Un'esecuzione che il Maestro ha dimostrato di apprezzare. "Questi ragazzi - ha detto Muti - si sono dimostrati valorosi. Devo esprimere un apprezzamento anche nei confronti dei loro insegnanti per la bravura e la passione con la quale educano questi ragazzi nel loro impegno artistico, ed alle loro famiglie, che credono nelle potenzialità dei loro ragazzi, comprendendo che la musica è un elemento basilare di crescita e di civiltà. Stasera la Calabria ha avuto la possibilità di dare un'immagine di sé completamente opposta". "Sono un uomo del sud che con la musica ha fatto fortuna e l'augurio che rivolgo a voi tutti - ha concluso Muti rivolto ai ragazzi che hanno eseguito il concerto - è che proprio attraverso la musica possiate avere conforto e benessere". L'esecuzione finale dell'Inno nazionale ha dato lo spunto a Muti di difendere ancora una volta il brano di Goffredo Mameli. "Il Nabucco - ha detto Muti - non è un inno. E' un canto di sofferenza e di desolazione di un popolo in esilio, e non mi risulta che gli italiani lo siano. Bastano per capire tutto le prime due parole dell'Inno di Mameli: Fratelli d'Italia". I saluti istituzionali sono stati porti dal prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, che ha rivolto un "sentito ringraziamento al maestro Muti che con la sua presenza - ha detto - ha voluto testimoniare ancora una volta il grande affetto e la grande vicinanza che lo legano ai giovani della Calabria". Il Comandante della Legione Calabria dei Carabinieri, generale Adelmo Lusi, si è fatto portavoce dei saluti del comandante generale dell'Arma, generale Leonardo Gallitelli. "La musica - ha detto Lusi - è l'elemento che più di ogni altro spinge l'uomo verso i valori positivi".

    "Il maestro Muti in questi giorni di prove si è legato profondamente a questi ragazzi apprezzando anche il loro talento". Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale, Francesco Talarico, parlando con i giornalisti prima del concerto dei ragazzi delle bande calabresi diretto dal maestro Riccardo Muti. "Essere qui oggi su questo palco per essere diretti da Muti - ha aggiunto - con quella sintonia che ci deve essere tra il direttore ed i giovani, significa che noi abbiamo talenti e potenzialità adeguate per poter ambire a qualcosa di più prestigioso". "Accogliamo con convinzione - ha detto ancora Talarico - l'appello che il Maestro Riccardo Muti ha rivolto a noi governanti di questa Regione perché lo condividiamo in toto. Noi stiamo lavorando molto nei diversi settori e questo è un esempio di classe dirigente calabrese che lavora, si impegna per fare bella questa nostra terra, fare cultura e per farla crescere sempre di più. Un binomio essenziale. Questa è la dimostrazione che per farcela c'é bisogno che anche grandi maestri e grandi esponenti della cultura nazionale puntino sulla Calabria"

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