A Crotone parte progetto di rigenerazione in sanità "Prometeo" - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

A Crotone parte progetto di rigenerazione in sanità "Prometeo"

25 lug 12 Richiama il mito di Prometeo, il titano che regalò il fuoco agli uomini migliorandone l'esistenza, il progetto di ricerca scientifica il cui acronimo sta per "Progettazione e sviluppo di piattaforme tecnologiche innovative ed ottimizzazione di Processi per applicazioni in medicina rigenerativa in ambito oromaxillofacciale, ematologico, neurologico e cardiologico". Dopo il primo anno dedicato alla pianificazione ed al coordinamento delle attività scientifiche, la sua decretazione da parte del Ministero dell'Università e della Ricerca, lo scorso 19 luglio 2012 si è avuto il primo "Kick-off Meeting" ospitato nelle stanze di Tecnologica srl, nel Polo Zeusi, cuore operativo del Gruppo Marrelli, a Crotone. Al meeting, che ha sancito l'avvio ufficiale delle collaborazioni tra i partners del progetto, hanno partecipato aziende private, enti ed università: Biogem, la Bioindustry Park del Canavese, lo spin-off Calmed, l' Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di S. Giovanni Rotondo, la Okolab, la Proceltech, Seconda Università degli Studi di Napoli, la Teslab, Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro e la Tecnologica srl di Crotone: come capofila di questo importante progetto scientifico è stata designata la Casa di cura Calabrodental. "Prometeo, un po' come accadeva nel racconto mitologico - riporta una nota della Calabrodental - vuole migliorare l'esistenza dei pazienti 'regalando' una bocca in cui sia possibile rigenerare l'osso oramai perduto, oppure una gengiva che è andata a diminuire creando una antiestetica esposizione dei denti con importanti rischi di sovrainfezioni o ipersensibilità. Le collaborazioni scientifiche che Calabrodental coordinerà si arricchiranno anche con la partecipazione del prof. Shakesheff dell'Università di Nottingham: ingegnerizzare i tessuti biologici, per poi 'ricostruire' letteralmente le parti mancanti in laboratorio, sarà un'idea sempre meno irraggiungibile. Entro due anni si avranno i primi risultati".