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    Processo Marlane rinviato al 21 settembre per sciopero legali

     

     

    Processo Marlane rinviato al 21 settembre per sciopero legali

    20 lug 12 E' stato rinviato al 21 settembre prossimo l'udienza del processo Marlane. Lo slittamento è dovuto allo sciopero degli avvocati che di fatto sta paralizzando l'attività procedurale dei dibattimenti e dei processi. I motivi sono da ricercare nella decisione del governo di sopprimere il tribunale di Paola. Tredici gli imputati: Carlo Lomonaco, responsabile del reparto tintoria, Pietro Marzotto, Antonio Favrin, Silvano Storer, Giuseppe Ferrari, Jean De Jaegher, Attilio Rausse, Ernesto Fugazzola, Vincenzo Benincasa, Salvatore Cristallino, Lamberto Priori, Lorenzo Bosetti. A vario titolo avrebbero omesso il controllo sulla sicurezza nella ex fabbrica della Marzotto, non fornendo ai lavoratori i mezzi necessari di protezione e omesso di vigilare sull'utilizzo degli stessi da parte dei dipendenti. Il pm, Roberta Carotenuto, nel corso dell'ultima udienza, quella del 7 giugno scorso, aveva presentato le sue richieste di rito: il controesame dei testi di lista, il controesame della lista dei testimoni della difesa e ha richiesto una nuova perizia sui luoghi. Le parti civili si sono associate alle richieste del Pm. La difesa ha chiesto il controesame dei testi del Pm e l'esame dei testi di lista dei testimoni oltre gli imputati, con la riserva di ulteriore produzione documentaria. Il giudice, Domenico Introcaso, aveva concesso un nuovo termine alla difesa per le contestazioni suppletive del pm. Contestazioni che fanno riferimento a costituzioni di parti lese poi decedute in questi anni. La Marlane era un'azienda che ha segnato un'epoca nel settore tessile. Azienda dell'ex gruppo Marzotto aveva creato posti di lavoro e indotto che avevano permesso lo sviluppo di quel lembo di terra che va da Praia a Mare, all'entroterra Lucano e Campano. La crisi del settore aveva compromesso la fragile economia. Dopo qualche anno si cominciò a parlare di "morti bianche", decessi inspiegabili di operai. Da qui le denunce e le prime indagini. Sono 107, tra operai ammalati e familiari la cui morte si presume legata alle esalazioni tossiche respirate in fabbrica, le parti civili. Le indagini portate avanti dalla Procura di Paola accertarono alte concentrazioni di metalli pesanti quali nichel, vanadio, cromo esavalente, cromo totale, mercurio, zinco, arsenico, piombo e Pcb. La procura chiese il giudizio per 13 persone, che devono rispondere di omicidio plurimo aggravato, altri a vario titolo anche di delitto colposo e omicidio colposo.

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