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    Il boss De Stefano attacca il pentito Fiume: "E' un pupo ammaestrato"

     

     

    Il boss De Stefano attacca il pentito Fiume: "E' un pupo ammaestrato"

    20 lug 12 "Chiederò che il processo venga spostato da Reggio Calabria perché non ci sono oggi le condizioni per procedere serenamente". A dirlo è stato il boss di Reggio Calabria Giuseppe De Stefano, detenuto al 41 bis, dopo avere chiesto di fare dichiarazioni spontanee nel corso del processo Meta al termine della deposizione del collaboratore di giustizia Antonino Fiume, una volta stretto collaboratore dei capi dei De Stefano ed oggi definito dallo stesso boss "un pupo ammaestrato e so anche da chi". "Antonino Fiume - ha proseguito De Stefano - è un buffone e falso. Quando sento mezze frasi su Delle Chiaie, sulla massoneria, sui rapporti con la politica, io lo invito a fare i nomi ed i cognomi. Voglio aggiungere che i nomi degli assassini del giudice Antonino Scopelliti, che lui dice di sapere, glieli avrà detti, quasi sicuramente, il pentito Giacomo Lauro. E sono quelli che già si sapevano negli anni '90, come Luigi Molinetti''. Su Molinetti, all'epoca, furono fatti accertamenti che non ebbero uno sbocco giudiziario. "Sono follemente innamorato della giustizia - ha proseguito Giuseppe De Stefano - della verità e della dignità. Sfido tutte le procure, i tribunali ed i carabinieri d'Italia a dire che abbia avuto responsabilità sulla cattura di mio zio Orazio De Stefano. Ho atteso tanto di parlare perché qualcuno ha deciso di farmi perdere la serenità e mi dispiace che il colonnello Giardina ed il pubblico ministero Lombardo abbiano messo in atto molte pressioni. Fiume è un pupo ammaestrato e so anche da chi. Invece di tenerlo con Giacomo Lauro e con Schettini, che hanno sempre accusato di De Stefano, lo dovevano piuttosto chiudere con Misseri". In precedenza, il collaboratore Fiume, ha riferito degli equilibri e dei rapporti tra le cosche di Reggio Calabria. Prima della chiusura dell'udienza, che riprenderà il 21 settembre prossimo, l'avvocato Francesco Calabrese, difensore del boss Pasquale Condello, ha chiesto il deposito della cartella clinica di Fiume e le copie di tutti i verbali fino ad ora trascritti.

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