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    La Dia lancia l'allarme: le mafie minacciano la stabilità sociale

     

     

    La Dia lancia l'allarme: le mafie minacciano la stabilità sociale

    16 lug 12 E' "preoccupante" la diffusione delle condotte collusive da parte di amministratori infedeli: nel 2011 sono aumentate le persone denunciate per corruzione e concussione (1.025 e 390 rispetto a 985 e 340 del 2010). Lo evidenzia l'ultima relazione della Direzione investigativa antimafia, riferita al secondo semestre del 2011. E le organizzazioni criminali mafiose, aggiunge, rappresentano una minaccia "contro la stabilità sociale e l'integrità del sistema economico" e sono in grado di portare, specie in alcune aree del paese, "un vulnus ai processi di sviluppo basati sulla libertà d'iniziativa privata, sul principio della concorrenza di mercato e sulla allocazione di risorse pubbliche". I meccanismi di corruttela, rileva la Dia, "sono funzionali alle finalità delle consorterie, determinate ad infiltrarsi nella Pubblica amministrazione al fine di intercettare risorse pubbliche. A fronte di questo quadro "allarmante", la relazione segnala l'esiguo numero di soggetti denunciati per scambio elettorale politico mafioso (art. 416 ter del Codice penale), aspetto "verosimilmente riconducibile alle obiettive difficoltà a raggiungere esiti investigativi rilevanti, sul piano probatorio, in relazione al dettato normativo che esige l'incontrovertibile corresponsione di denaro a fronte della promessa di voti elettorali da un contesto associativo mafioso". Per la Dia occorre pertanto "favorire ogni forma di mobilitazione dell'opinione pubblica che ponga all'ordine del giorno la questione morale così come il rifiuto dell'acquiescente remissività di fronte al sopruso". Nella relazione, gli investigatori sottolineano la "persistenza capacità" di cosche e clan di controllare il territorio attraverso le intimidazioni, in modo da "drenare risorse, deprimere il corretto sviluppo e competere con i poteri costituiti" e ribadiscono che attorno alle organizzazioni criminali si muove una "vasta area collusiva" composta da "personaggi dell'imprenditoria, della finanza, della pubblica amministrazione, della politica e delle professionalità più elevate" che "si prestano alla cura degli interessi mafiosi, traendo a loro volta cospicui vantaggi". Il risultato, dice la Dia, è un "quadro ove collaudate metodiche corruttive offrono ulteriori spazi al potere di condizionamento dei sodalizi". Infine c'é un dato che certifica l'ormai avvenuta 'colonizzazione' del Nord da parte della criminalità organizzata di origine meridionale ('ndrangheta e mafia in primis): nel secondo semestre del 2011 la Lombardia è al primo posto tra le regioni italiane per attentati denunciati ed ai primi posti per gli altri cosiddetti 'reati spia' (quelli indicativi della pressione della criminalità organizzata sul territorio): danneggiamenti seguiti da incendio, estorsioni e rapine.

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