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    Detenuto s'impicca nel carcere di Vibo

     

     

    Detenuto s'impicca nel carcere di Vibo

    09 lug 12 Un detenuto di 30 anni di nazionalità bosniaca si è tolto la vita nel carcere di Vibo Valentia. Lo rende noto il componente della direzione nazionale della Uilpa-Penitenziari, Gennarino De Fazio. L'uomo doveva scontare 13 anni di reclusione. Nei mesi scorsi aveva tentato di evadere dal carcere di Rossano. Stamane si è tolto la vita impiccandosi nel bagno della cella. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e del personale medico. Il componente della Direzione nazionale della Uilpa Penitenziari, Gennarino De Fazio, ha evidenziato che "personalmente ho ormai perso il conto del numero di suicidi che continuano spaventosamente a perpetrarsi nelle nostre patrie galere e che fanno assumere al dato i connotati di un bollettino di guerra". "Fra sovrappopolamento detentivo - ha aggiunto - ristrettezze economiche, spending review a senso unico fatte in casa e depauperamento degli organici, l'utenza e gli operatori sono coloro che ci rimettono, mentre al centro si continua a teorizzare ed a sperperare. Solo di qualche giorno addietro infatti la notizia che la Calabria dopo il provveditore 'part-time' dovrà riscoprire anche i direttori a servizio ridottissimo. Proprio il dirigente della Casa Circondariale di Vibo Valentia, Mario Antonio Galati, è stato inviato in servizio di missione per almeno tre giorni a settimana presso la nuova struttura penitenziaria di Tempio Pausania". "Dunque - ha concluso De Fazio - mentre a Roma si teorizzano la vigilanza dinamica ed i nuovi circuiti penitenziari, in Calabria la Polizia penitenziaria, sempre più abbandonata a se stessa, ricorre all'ormai sperimentatissima arte dell'arrangiarsi chiedendosi di nuovo se e come si riuscirà a superare l'estate, ma, soprattutto, quante vite dovranno ancora spegnersi prima che si accenda un faro efficace sull'universo carcerario e, precipuamente, su quello calabrese".

    Sappe: Effetto sovraffolamento. "Il suicidio di un altro detenuto avvenuto nelle carceri italiane, questa volta a Vibo Valentia, testimonia ancora una volta la drammatica situazione delle sovraffollate strutture penitenziarie". Lo affermano in una nota congiunta il segretario generale aggiunto del Sappe, Giovanni Battista Durante, ed il segretario nazionale Damiano Bellucci. "Ormai - aggiunge - è diventato impossibile ogni tipo di intervento, sia trattamentale e di recupero sociale, sia di tutela e incolumità di quanti nelle carceri vivono perché detenuti, ovvero lavorano. Nel corso del 2011 i gesti di autolesionismo, aggressioni, tentativi di suicidio e suicidi, complessivamente, sono stati più di cinquemila. Un vero e proprio bollettino di guerra quello delle carceri italiane, ma, nonostante la grave situazione anche relativa alla carenza di circa settemila appartenenti alla polizia penitenziaria, sempre nel corso del 2011 la polizia penitenziaria ha salvato la vita a oltre mille detenuti"

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