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    A Trame i parenti vittime delle mafie

     

     

    A Trame i parenti vittime delle mafie

    24 giu 12 Antonio Bertuccio, Marcello Torre, Francesco Tramonte, padri rispettivamente di Carmen, Annamaria e Stefania, protagoniste ieri del primo incontro dedicato alle vittime innocenti delle mafie in occasione di Trame, il festival dei libri sulle mafie. Nomi che ai più diranno poco ma che è giusto e doveroso ricordare, "non per dare spettacolo, ma - come ha detto Lirio Abbate, direttore artistico del festival - per trasmettere memoria e coscienza, per attivare responsabilità nei loro e nei nostri confronti. Chi diserta si deve guardare allo specchio e vedersela con la propria coscienza". Perché, è scritto in una nota, non esistono vittime di seria A e di serie B, esistono uomini che hanno sacrificato la loro vita, ai quali ognuno di noi deve riconoscenza oltre a rispondere su chi siano stati i mandanti ed esecutori dei loro delitti ancora impuniti. La giornata di sabato ha visto protagonisti anche altri eroi del nostro tempo: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Pio La Torre, Rocco Chinnici, Mario Francese, Ninni Cassarà, Calogero Zucchetto, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Gaetano Costa, Antonino Montinaro, Nino Agostino, e la lista potrebbe proseguire quasi all'infinito, come nei titoli di coda del documentario "Uomini Soli" presentato dagli autori Attilio Bolzoni e Paolo Santolini. E la solitudine è stata al centro del dibattito nell'incontro dedicato al libro di Antonella Mascali "Le ultime parole di Falcone e Borsellino". Una solitudine ancora fortemente attuale, prosegue la nota, "in un momento in cui si parla di trattativa Stato-mafia e si fanno tentativi di delegittimazione di magistrati che indagano sulle stragi degli anni '92 e '93, tacciati, ingiustamente, come giustizialisti e politicizzati". Tra quei magistrati, era presente a Trame il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, che incalzato da un pubblico attento ha sostenuto: "non pretendiamo di fare processi politici o storici a nessuno. Rivendichiamo rispetto per il nostro lavoro e per il diritto-dovere di accertare la verità per stabilire eventuali responsabilità, penali e personali degli indagati nel procedimento".

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