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    Genitori bimba morta in ospedale Locri "Da un anno silenzio scandalo"

     

     

    Genitori bimba morta in ospedale Locri "Da un anno silenzio scandalo"

    01 giu 12 "Credo che l'attesa di oltre un anno per la fissazione di un'udienza davanti al Gip sia il primo e unico caso in Italia ed è uno scandalo al quale bisogna porre fine". Lo ha detto l'avvocato Giovanni Frullano, uno dei due legali dei coniugi Sarti, difensore dei genitori di Sara, la bambina di 4 anni e mezzo morta il 24 agosto 2009 a Locri (Reggio Calabria): per il suo decesso sono in attesa di giudizio 4 medici dell'ospedale calabrese. La bambina morì, ricostruiscono i familiari, "fra sofferenze atroci dopo che il giorno prima i nonni l'avevano portata al pronto soccorso dell'ospedale di Locri ed era stata mandata a casa senza essere nemmeno sottoposta a una visita che potesse definirsi tale". Ma prima ancora delle decisioni di merito del Tribunale, la famiglia della piccola pretende che si celebri un processo per fare luce sulla vicenda. "Nei prossimi giorni - ha aggiunto Frullano - presenteremo un nuovo esposto, é il terzo, al Csm, al ministro della Giustizia e ai vertici degli uffici giudiziari interessati, sperando che almeno questa inerzia totale e questo silenzio asfissiante cessino e si apra uno spiraglio di giustizia". L'attesa dei due genitori della piccola, Caterina Nicita e Alessandro Sarti dura infatti da quando hanno presentato, alla fine del maggio 2011, opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dal pm di Locri, Rosanna Sgueglia. "Da allora - spiega il loro legale - il Gip di Locri, Andrea Amadei, non sta procedendo da oltre un anno alla fissazione dell'udienza per trattare dell'opposizione alla richiesta di archiviazione. Di solito queste procedure richiedono poche settimane". Il timore dei genitori è che su questa vicenda cali definitivamente il silenzio e loro non abbiano più la forza, anche economica per andare avanti: "Possiamo dire con tranquillità - ha concluso Frullano - che questo processo in questi anni è costato ai signori Sarti interamente i loro redditi da lavoro dipendente, per pagare perizia e assumere testimonianze. Basti pensare che alcuni testi chiave non sono mai stati sentiti dal Pm neppure nella fase delle indagini preliminari, così come non sono stati reperiti documenti importanti dall'Asl di competenza". I legali della famiglia Sarti, infatti, contestano anche le conclusioni alle quali è arrivata la procura di Locri e lo fanno evidenziando anche le relazioni dei consulenti tecnici. Nella sua il dottr Aldo Barbaro, nominato dalla procura di Locri, afferma: "appare censurabile il comportamento dei medici del Pronto soccorso dell'ospedale di Locri, i quali quando pervenne la bambina hanno omesso di raccogliere i dati anamnestici e di eseguire un banale esame delle urine al fine di accertare, vista che era negativa l'obiettività addominale, se il vomito non fosse dovuto, come spesso verificasi nei bambini, a chetoacidosi". Ma c'é di più, i legali dei coniugi Sarti (Giovanni Frullano ed Elena Mannucci) si dicono "amareggiati dalle conclusioni della superperizia fatta in occasione dell'incidente probatorio, perché non si fonda su dati scientifici e sulla cartella medica ma solo sulle dichiarazioni rese dagli indagati alla Commissione interna di verifica dell'ospedale e nella quale si legge che i medici indagati non hanno alcuna responsabilità semplicemente perché hanno dichiarato di non averne". Tanto che uno di loro ascoltato in udienza fa mettere a verbale che "é stato un errore, pur commesso in buona fede, avere dato fiducia a quello che è stato scritto nelle dichiarazioni delle persone indagate".

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