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    Apertura Anno Giudiziario Reggio Calabria: reati di mafia aumentati del 21%

     

     

    Apertura Anno Giudiziario Reggio Calabria: reati di mafia aumentati del 21%

    28 gen 12 I reati di mafia nel distretto giudiziario di Reggio Calabria destano sempre maggiore preoccupazione anche in considerazione del fatto che nell'ultimo anno sono aumentati del 21%. Il dato è emerso dalla relazione del Presidente della Corte d'appello, Bruno Finocchiaro, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Devono considerarsi assolutamente significativi - ha detto Finocchiaro - i risultati conseguiti dalle Procure se si tiene conto che il numero dei procedimenti scritti nell'anno in esame per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso è aumentato del 21% in una terra dove l'indice di densità criminale è stato stimato al 27% della popolazione, a fronte del 12% in Campania, del 10% in Sicilia e del 2% in Puglia. Tutto ciò ha portato il locale Tribunale a gestire attualmente beni sotto sequestro per un valore complessivo di un miliardo e 400 milioni di euro con le enormi difficoltà bene immaginabili collegate a detta gestione ed alla insufficienza di organico dell'ufficio Gip/Gup". "Proprio a tutela dei diritti dei cittadini - ha aggiunto - contro la mafia gli organi requirenti reggini hanno cominciato ad adottare strategie sempre più diversificate volte all'individuazione ed eliminazione anche della cosiddetta zona grigia costituita da esponenti della politica, delle istituzioni e dell'imprenditoria grazie alla cui attività e collaborazione le varie cosche mafiose sono riuscite spesso ad avere l'impunità e ad inserirsi gradualmente nei gangli vitali della società civile". Finocchiaro ha poi espresso "apprezzamento rispetto alle priorità - il carcere, la revisione della geografia giudiziaria e, soprattutto, il processo civile - illustrate recentemente in Commissione Giustizia alla Camera dall'attuale ministro della Giustizia". Critiche, invece, il presidente della Corte d'appello ha espresso nei confronti del "processo breve, con il quale si sono fissati dei termini abbastanza ristretti per la definizione dei giudizi senza mettere però i magistrati in condizione di rispettarli, il cui esame è attualmente sospeso. La prescrizione, sia breve che ordinaria, è sempre una sconfitta dello Stato e accorciare i tempi di definizione dei processi non fa altro che aumentare le sconfitte mentre i cittadini, a gran voce, reclamano sempre più giustizia, maggiore sicurezza sociale nell'applicazione del principio della certezza della pena". Un'ulteriore sottolineatura il presidente Finocchiaro l'ha dedicata al tema delle intercettazioni: "é un problema su cui vi sono state e continuano ad esservi posizioni assolutamente contrastanti. Si tratta di una tematica talmente delicata che, a prescindere dagli enormi ed ingiustificabili costi di gestione richiede necessariamente una normativa che sia ampiamente condivisa e che trovi anche un giusto contemperamento tra il diritto di cronaca e il diritto alla privacy, entrambi garantiti e riconosciuti dalla nostra Costituzione. Va escluso, comunque, che la soluzione possa individuarsi nella semplice riduzione drastica di tale mezzo di indagine solo per alcune tipologie di reato dal momento che una siffatta limitazione si tradurrebbe, difatti, in un indiscusso regalo per la criminalità comune e organizzata". Finocchiaro inoltre ha posto in evidenza, relativamente alla situazione nel distretto giudiziario di Reggio Calabria, "la scarsità del personale amministrativo che colpisce indistintamente tutti gli uffici del distretto, gli uffici dei giudici di pace e la stessa Corte d'appello". Durante la cerimonia è intervenuto il Procuratore generale, Salvatore Di Landro, il quale ha evidenziato che "non ci possiamo nascondere che nonostante il progresso della scienza, nel nostro Paese purtroppo si è accentuata una gravissima crisi di ideali e di principi, a tutti i livelli. Si rischia un clima avvelenato di sospetti, foriero di manovre occulte sottese ad inquinare la vita in una sottile, talvolta scientifica opera denigratoria in attuazione del malevolo intento di diffamare, di ridimensionare quanti vedono nella giustizia e non nella carriere tout court l'obiettivo primario di ogni loro azione. Questa è la crisi dei valori che attanaglia soprattutto le nuove generazioni". Il Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, ha incentrato il suo intervento sul fenomeno del contrasto della criminalità organizzata. "E' proprio dalla presenza massiccia - ha detto - anche in termini numerici che non trovano riscontro nelle altre organizzazioni mafiose operanti in Italia, quasi in ogni città o singolo paese della provincia di Reggio Calabria la 'ndrangheta trae la base prima della sua forza, sia in termini di potenza militare ed economica, sia in termini di radicamento e consenso sociale. Basti pensare che dalle indagini in corso e' risultato che in cittadine di 10-15 mila abitanti vi sono 3-400 affiliati ai locali di 'ndrangheta, numero che probabilmente oggi si raggiunge con difficolta' in una città come Palermo".

    Procuratore Di Landro

    "Devono considerarsi assolutamente significativi i risultati conseguiti dalle Procure se si tiene conto che il numero dei procedimenti scritti nell'anno in esame per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso è aumentato del 21% in una terra dove l'indice di densità criminale è stato stimato al 27% della popolazione, a fronte del 12% in Campania, del 10% in Sicilia e del 2% in Puglia". Lo ha detto il Presidente della Corte d'appello di Reggio Calabria, Bruno Finocchiaro, nel corso della relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Tutto ciò - ha aggiunto - ha portato il locale Tribunale a gestire attualmente beni sotto sequestro per un valore complessivo di un miliardo e 400 milioni di euro con le enormi difficoltà bene immaginabili collegate a detta gestione ed alla insufficienza di organico dell'ufficio del Gip-Gup". "Proprio a tutela dei diritti dei cittadini - ha proseguito Finocchiaro - contro la mafia gli organi requirenti reggini hanno cominciato ad adottare strategie sempre più diversificate volte all'individuazione ed eliminazione anche della cosiddetta zona grigia costituita da esponenti della politica, delle istituzioni e dell'imprenditoria grazie alla cui attività e collaborazione le varie cosche mafiose sono riuscite spesso ad avere l'impunità e ad inserirsi gradualmente nei gangli vitali della società civile"

    Pignatone "400 affiliati ogni 15.000 abitanti". 'E' proprio dalla presenza massiccia anche in termini numerici che non trovano riscontro nelle altre organizzazioni mafiose operanti in Italia, quasi in ogni città o singolo paese della provincia di Reggio Calabria la 'ndrangheta trae la base prima della sua forza, sia in termini di potenza militare ed economica, sia in termini di radicamento e consenso sociale''. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, nel corso del suo intervento durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Basti pensare - ha aggiunto - che dalle indagini in corso é risultato che in cittadine di 10-15 mila abitanti vi sono 3-400 affiliati ai locali di 'ndrangheta, numero che probabilmente oggi si raggiunge con difficolta' in una città come Palermo. L'assoluta insufficienza dell'organico è ancora più grave in quanto questo Ufficio deve fronteggiare l'eccezionale carico di lavoro derivante dalla presenza in questa provincia dell'associazione mafiosa denominata 'ndrangheta, articolata in molte decine di locali e unanimemente riconosciuta come la piu' potente, pericolosa e ricca delle organizzazioni criminali operanti oggi in Italia e in Europa, e peraltro in grado di compiere atti di eccezionale gravità come gli attentati con l'esplosivo all'edificio dove ha sede la Procura generale a quello in cui abita lo stesso procuratore generale, nonché la minaccia con uso di bazooka nei miei confronti". "Nell'arco di tempo considerato - ha proseguito Pignatone - non è venuta meno la propensione dell'organizzazione mafiosa a commettere delitti gravi o addirittura eclatanti, specie dove ravvisi la necessità di creare nuove alleanze o di raggiungere nuovi equilibri. Di particolare gravità sono stati gli attentati con gli ordigni contro la Procura generale e le numerose intimidazioni a magistrati, giornalisti, professionisti e pubblici amministratori. Un altro fattore di trasformazione della 'ndrangheta e' sicuramente costituito dalla sua progressiva internazionalizzazione che per effetto dei processi di globalizzazione dei mercati ha costituito basi operative e gruppi di riferimento ovunque, anche sfruttando le differenze di legislazione o la minore efficienza di alcune strutture di contrasto estere, come per il caso 'Duisburg'".

    Grave crisi di ideali. "Non ci possiamo nascondere che nonostante il progresso della scienza, nel nostro Paese purtroppo si è accentuata una gravissima crisi di ideali e di principi, a tutti i livelli". E' quanto ha detto il Procuratore generale della Repubblica di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, nel corso del suo intervento durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario. "Può pero aggiungersi - ha aggiunto - che essa è stata ed é minore nella società civile, nella società degli umili, del paese che vuole lavorare con dignità per sé e per le future generazioni. Principi come lealtà, correttezza, bontà e nobiltà d'animo, ricerca della verità, vengono quasi irrisi e albergano poco o nulla nel patrimonio di coloro che detengono, a molteplici livelli, le sorti del Paese. Si rischia un clima avvelenato di sospetti, foriero di manovre occulte sottese ad inquinare la vita in una sottile, talvolta scientifica opera denigratoria in attuazione del malevolo intento di diffamare, di ridimensionare quanti vedono nella giustizia e non nella carriere tout court l'obiettivo primario di ogni loro azione. Questa è la crisi dei valori che attanaglia soprattutto le nuove generazioni". "Questo, purtroppo, è il dato principale - ha proseguito Di Landro - che mi sento di cogliere a conclusione dell'anno appena decorso. E la criminalità ne è una delle risultanti più gravi e perigliose. Vi è inoltre un tema sul quale si sono consumati fiumi di inchiostro e che pure avverto quanto mai attuale, nonostante sia stato accantonato, forse perché è subentrata quasi una sorta di fatalistica rassegnazione in ordine alla separazione delle carriere fra magistratura giudicante e requirente. Non possiamo non rappresentarci che in tal caso la figura del pubblico ministero non potrà non perdere il carisma del magistrato con quelle doti di indipendenza e, mi si permetta, di 'sacertas' che appunto dovrebbero caratterizzare la nostra essenza ed immagine". "Lentamente, ma ineludibilmente, il pubblico ministero - ha concluso - franerà sempre più verso un ruolo di parte, assumendone tutte le notazioni che sono insite in tale qualità; che sono naturali appunto nella 'parte', ma perniciosissime in un tutore della legge".

    Protesta Avvocati. Gli avvocati di Reggio Calabria e Catanzaro hanno abbandonato stamane le cerimonie per l'inaugurazione dell'anno giudiziario in segno di protesta contro il progetto di riforma dell'ordinamento professionale. L'iniziativa è stata decisa a livello nazionale dall'ordine degli avvocati. A Reggio Calabria il presidente del consiglio dell'ordine degli avvocati, Alberto Panuccio, si è espresso criticamente contro l'idea di introdurre nella professione forense aspetti economici di tipo societario che ne snaturerebbero la funzione. A Catanzaro il presidente degli avvocati, Giuseppe Iannello, ha letto una breve nota, per spiegare i motivi della protesta, e successivamente ha abbandonato l'aula dove era in corso la cerimonia.

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