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    Tolto presidio a Crotone, mezzi FFAA e raccolta rifiuti riforniti di carburante

     

     

    Sciopero TIR: tolto presidio a Crotone, mezzi Forze Ordine e raccolta rifiuti riforniti di carburante a Cosenza

    26 gen 12 E' stato tolto il presidio degli autotrasportatori che era stato attuato da domenica notte in località Passovecchio alle porte della città di Crotone. I tir che erano stati parcheggiati dai manifestanti ai lati della statale 106 jonica hanno liberato la sede stradale. Allo stato rimane un presidio, nella zona del crotonese, tra Cirò Marina e Torre Melissa, più a nord rispetto a Crotone, dove si registrano dei rallentamenti ma non c'é più alcun blocco.

    Riforniti mezzi soccorso e FFAA a Cosenza. Sono state rifornite di carburante le auto delel forze dell'ordine, del pronto intervento e della raccolta rifiuti a Cosenza. Ne da notizia una nota della Prefettura che ha anche aggiunto il non esserci particolari criticità nella circolazione dei mezzi con particolare riferimento agli snodi autostradali e le strade di maggiore scorrimento.

    Corbelli chiudere scuole e uffici pubblici. Il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, interviene sulla protesta dei tir e chiede che vengano chiuse, in Calabria, per le giornate di domani e dopodomani le scuole e gli uffici pubblici. "E' grave - afferma - assolutamente ingiustificato che a tutt'oggi di fronte ad una situazione di emergenza, una sorta di calamità, una vera e propria paralisi dei trasporti a causa della protesta dei tir non si sia ancora disposta la chiusura di tutte le scuole e degli uffici pubblici sino alla conclusione dello sciopero, questo per evitare disagi e rischi di denunce per eventuali assenze ingiustificate dal posto di lavoro ai dipendenti pubblici. Chiedo pertanto che si proceda immediatamente alla chiusura delle scuole e degli uffici pubblici nelle giornate di domani , venerdì, e di sabato". "Non si può ignorare la difficoltà - conclude Corbelli - se non addirittura l'impossibilità per molti dipendenti, rimasti appiedati, con le macchine senza carburante, di raggiungere le scuole e il proprio ufficio"

    Nel giro di due giorni dovrebbe tornare alla normalità la circolazione delle merci in Italia messa in crisi dallo sciopero dei tir iniziato lunedì scorso. Ma quello di oggi è ancora un 'bollettino di guerra' sul fronte della protesta: stabilimenti fermi, arresti ai presidi, carenze di carburante, prezzi gonfiati. E l'Europa chiede a Roma di risolvere rapidamente il problema, altrimenti potrebbe scattare una procedura di infrazione.
    VERSO NORMALITA' IN DUE GIORNI, MA ANCORA STOP FIAT - La situazione, fa sapere Federdistribuzione, sulla base del monitoraggio sulla circolazione e consegna delle merci alla grande distribuzione, "si sta lentamente risolvendo, piano piano si sta tornando alla normalità. Confidiamo che in un paio di giorni si possa risolvere completamente". Ma questa è stata un'altra giornata critica, caratterizzata dalla chiusura di molti impianti. Anche domani al primo turno resteranno ferme le fabbriche Fiat di Cassino, Pomigliano, Mirafiori e Sevel. Non si lavorerà tutto il giorno a Melfi dove era già prevista la cassa integrazione. Nella fabbrica lucana e alla Sevel attività sospesa anche al terzo turno di oggi. Oggi è il terzo giorno senza lavoro negli stabilimenti Fiat: in tutto sono 12.600 le auto non prodotte in questi giorni di stop forzato. Anche Coca-Coca annuncia di essere stata costretta a fermare la produzione negli impianti di Marcianise (Caserta) e Rionero in Vulture (Potenza). Barilla ha avviato le procedure di cassa integrazione per i lavoratori degli stabilimenti di Foggia e Caserta, costretti a bloccare la produzione.
    TENSIONE A PRESIDI, 13 ARRESTI IN DUE GIORNI - E non si ferma la tensione ai presidi dei camionisti. Tra ieri ed oggi la polizia ha compiuto 13 arresti e 5 denunce nei confronti di persone che si sarebbero rese responsabili di atti di intimidazione nei confronti di autisti che non hanno rispettato i blocchi. I cinque denunciati, a bordo di due vetture, avrebbero tentato di bloccare un tir che sulla statale 17 procedeva verso Bojano, in Molise: quando l'uomo si è rifiutato di fermarsi, sono stati esplosi anche alcuni colpi d'arma da fuoco. Il Dipartimento della Pubblica Sicurezza fa sapere che i servizi di controllo "continueranno fino al termine delle proteste, con l'obiettivo di impedire sia i blocchi alla circolazione sia qualunque tentativo di intimidazione". Trasporto Unito, la sigla che ha organizzato l'iniziativa di protesta, accusa. "Cariche e violenze - spiega il sindacato - si stanno verificando su tutto il territorio nazionale, con reparti della polizia che non intervengono solo sui blocchi del traffico, ma anche contro qualsiasi riunione o 'assembramento' di autotrasportatori persino in aree di sosta private".
    SCORTA POLIZIA PER RIFORNIMENTO CARBURANTE - Per tutta la notte e anche oggi, mezzi della polizia hanno scortato, dalla raffineria di via Nuova delle Brecce, il trasporto per rifornire diversi distributori di Napoli e provincia. E in questa situazione non mancano i furbi che lucrano sui prezzi della benzina. A scoprirli la Guardia di Finanza che ha eseguito una serie di controlli sui distributori di carburante di Roma per monitorare il prezzo: 124 gli esercizi controllati, 29 le irregolarità riscontrate. Sono arrivate anche segnalazioni di distributori che vendevano benzina a 2 euro al litro.
    EUROPA INCALZA ITALIA, RISOLVERE PROBLEMA - E dall'Europa si rinnova il monito all'Italia affinché intervenga "per risolvere rapidamente il problema e assicurare la libera circolazione delle merci". Il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, ha nuovamente telefonato al ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri. "E' un nostro dovere - ha detto Tajani - insistere per il rispetto del regolamento Ue che fissa disposizioni ben precise per assicurare la libera circolazione delle merci". Altrimenti partirà la procedura di infrazione. Anche il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha invitato il Governo a fermare lo sciopero che, tra l'altro, "sta facendo aumentare l'inflazione. Si ascoltino le ragioni, ma non si ceda alla frantumazione e alle corporazioni". Venerdì è l'ultima giornata dello sciopero, ma Trasporto Unito avverte: "faremo il possibile perché il fermo rientri entro domani ma poi quello che succederà per strada non lo sappiamo", perché "questo Governo non ha avuto il buon senso per ascoltarci"

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