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    Cia "Agricoltori assillati dai costi pronti a mobilitazione"

     

     

    Cia "Agricoltori assillati dai costi pronti a mobilitazione"

    22 gen 12 "Gli agricoltori sono da sempre abituati a lavorare duramente e a fare sacrifici. Quando, però, viene messa in discussione la loro stessa sopravvivenza non ci stanno. Di fronte alle iniquità gli agricoltori si ribellano". Lo afferma, in una nota, il presidente regionale della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Calabria, Mauro D'Acri. "Da allevatore - prosegue - non posso riuscire ad immaginare che sulla mia stalla debba pagare l'Imu. La stalla non è altro che un mezzo di produzione per l'impresa agricola un vero e proprio strumento di lavoro. Pensate agli agriturismi. Incidere ancora, in questo modo, sui costi di produzione delle aziende agricole significa accanirsi su un moribondo. L'Imu sui fabbricati e la rivalutazione degli estimi catastali, sommati alla rideterminazione delle aliquote previdenziali e all'aumento del gasolio agricolo rischiano di mettere in gravissima difficoltà tutto il comparto primario. Il prezzo del gasolio agricolo è passato da 0,49 euro al litro di gennaio 2010 agli attuali 1,20 euro al litro dell'ultima rilevazione, con un incremento record del 150 per cento". "La situazione - afferma D'Acri - è ormai insostenibile. Aumentano i costi di produzione, i prezzi di vendita nelle migliori delle condizioni restano stabili quando non diminuiscono. Gli agricoltori sono sempre più spesso di fronte a costi che sono maggiori dei ricavi. I risparmi, dove c'erano, sono finiti e con essi le nostre provviste di pazienza, rimangono solo debiti nei confronti di un sistema bancario chiuso a difendere i propri interessi. Non possiamo più tollerare di vedere decimate le nostre aziende nell'indifferenza generale. La cosa più grave è che, oltre all'accanimento nei confronti del settore primario, non vediamo prospettive per un suo rilancio. Gli agricoltori cercano di dotarsi di strutture di aggregazione del prodotto per difendere il proprio reddito e invece di supportare questo processo si cerca di ostacolarlo; si offre la massima collaborazione e le istituzioni non raccolgono questa opportunità per costruire processi di sviluppo condiviso; si chiede di convocare, come da più tempo la Cia a livello locale è nazionale sta facendo, gli stati generali dell'agricoltura per individuare tutti assieme delle possibili soluzioni per la fuoriuscita dalla crisi e chi ha la possibilità di agire in tal senso continua con la vecchia politica del dividi et impera". "Per affermare queste ragioni - conclude D'Acri - si ritiene non più rinviabile l'istituzione di un tavolo regionale sulla crisi presso la presidenza della Giunta regionale ribadendo che siamo pronti alla mobilitazione ed a sviluppare nei prossimi giorni, coinvolgendo anche le altre organizzazioni, iniziative sul territorio per far valere le ragioni dei nostri produttori"

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