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    Affonda la Costa Concordia al Giglio, famiglie cosentine salve

     

    La nave coricata di notte

     

    Affonda la Costa Concordia al Giglio, due famiglie cosentine ed un CC di Paola si salvano

    14 gen 12 C'erano anche due famiglie cosentine sulla nave della Costa Crociere che si è abissata questa notte ala largo dell'isola del Giglio. Le Walter Cosentini e Cristina Rendedue famiglie, una di Aprigliano, si tratta dei coniugi Walter Cosentini e della moglie Cristina Rende (nella foto) con i loro figlioletti di 5 e 9 anni, ed un'altra coppia di Cosenza sono tutti salvi e sono bloccati a Roma in attesa di tornare o a Lamezia o a Palermo a bordo di un volo di linea. Loro però non riescono a comunicare perchè in mare hanno perso tutto, anche i telefonini e ci hanno chiesto di rassicurare i parenti. Le due famiglie cosentine si erano imbarcate a Palermo, dove avevano lasciato l'auto, per la crociera che li stava portando in giro per il mediterraneo. Verso la 9 e 30 di ieri l'inizio della tragedia che ha visto coinvolte ben 4200 persone che erano imbarcate nella nave. Tutti gli ospiti erano seduti a tavola nei vari ristoranti della nave quando prima un botto e poi il lento inclinamento della nave con la contemporanea mancanza della luce ha fatto vivere momenti di panico e terrore. Putroppo al momento si registrano tre morti e 67 feriti e almeno 40 dispersi.

    Le lacrime della madre. "E' stato un miracolo. Mio figlio, la moglie ed i suoi figli sono vivi per un puro miracolo". E' quanto ha detto Francesca Ciardi, la madre di Valter Cosentini che con la moglie Cristina Rende ed i suoi due figli di 5 e 9 anni erano a bordo della nave Costa Concordia. La famiglia vive ad Aprigliano, nel cosentino. "Valter mi ha chiamato - ha aggiunto la donna in lacrime - dal telefono di una passeggera della nave che era con loro. Ci ha rassicurati sul fatto che stanno tutti bene e che, non appena sarà possibile, rientreranno ad Aprigliano. Io non vedo l'ora di riabbracciarli". La famiglia Cosentini attualmente si trova nell'aeroporto di Fiumicino dove attende di poter rientrare. Con ogni probabilità si recheranno prima a Palermo, dove hanno lasciato l'automobile prima dell'imbarco, e successivamente rientreranno ad Aprigliano. "Mio figlio - ha proseguito Francesca Ciardi - mia nuora ed i miei nipoti hanno perso tutto. Al momento dell'incidente hanno pensato a mettersi in salvo e tutta la loro roba è andata persa. A vedere le immagini della nave devo dire che c'é stato davvero la mano della provvidenza che ha evitato che ci fosse una tragedia ben più grave". Sulla nave Concordia, oltre alla famiglia Cosentini ed al maresciallo dei carabinieri Giuseppe Romanò, c'era anche un'altra famiglia di Cosenza che si è salvata ed ora si trova a Fiumicino in attesa di poter rientrare in Calabria.

    Salvo Maresciallo CC di Paola. "Abbiamo vissuto scene da apocalisse. C'é stato un forte stridio seguito da un botto e, nel ristorante, solo volati piatti e bicchieri". E' quanto racconta il maresciallo dei carabinieri, Giuseppe Romanò, 57 anni, di Paola (Cosenza), circa quanto accaduto a bordo della nave Costa Concordia. Ed aggiunge: "in tutta questa scena da apocalisse abbiamo visto poco personale di bordo ed abbiamo cercato di fare tutto da soli". Romanò ha ricevuto dai figli il regalo della crociera dopo che nelle settimane scorse è deceduta sua madre. "I miei ragazzi - ha aggiunto - mi hanno regalato questo viaggio per farmi trovare un poco di serenità dopo che nelle settimane scorse è morta mia madre. Proprio per questo motivo ero da solo in viaggio". Il naufrago ha deciso di rientrare a Paola utilizzando il treno. Dopo la prima tratta da Civitavecchia a Roma Termini ora sta per rientrare in Calabria. "Voglio rientrare il prima possibile - ha proseguito Romanò - dalla mia famiglia per riabbracciare tutti i miei cari. E' stata una situazione bruttissima ed ora avverto la stanchezza fisica perché a bordo della nave ho fatto di tutto per mettere in salvo il maggior numero di persone". Il maresciallo dei carabinieri è originario di Paola, nel cosentino, ma presta servizio al Comando provinciale di Cosenza. "Dopo il primo botto - ha ricordato Romanò - il personale di bordo della nave ci ha detto che si trattava di un guasto e che dovevamo stare tranquilli. Ci siamo resi conto che c'é stata una manovra e poi abbiamo sentito un secondo botto e ritengo che in quell'istante lo scafo ha urtato nuovamente gli scogli. Poi é andata via la luce ed il personale di bordo, finalmente, ci ha detto cosa era successo". "Un ufficiale della nave - ha concluso - mi ha chiesto di aiutare le persone. Subito dopo, con altri uomini, mi sono dato da fare per portare via il maggior numero di persone. In tutta questa scena da apocalisse abbiamo visto poco personale di bordo ed abbiamo cercato di fare tutto da soli"

    A bordo anche 7 crotonesi. C'erano anche sette crotonesi, che sono stati tutti rintracciati e stanno bene, tra i passeggeri della nave Costa Concordia. Si tratta di una famiglia con padre, madre, un bambino e i due nonni di Isola Capo Rizzuto e una coppia di Cutro, in viaggio di nozze. "Eravamo molto preoccupati - dice all'ANSA il sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole - perché in un primo momento uno di loro, il papà non aveva dato notizie di sé, ma alla fine è stato ritrovato e siamo tutti più sollevati".

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