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    Processo WhyNot, difese Chiaravalloti e Loiero chiede assoluzione

     

     

    Processo WhyNot, difese Chiaravalloti e Loiero chiede assoluzione

    13 gen 12 Confermare la sentenza di assoluzione di primo grado nei confronti degli ex presidenti della Regione Calabria Agazio Loiero, del centrosinistra, e Giuseppe Chiaravalloti, del centrodestra, entrambi imputati nel processo d'appello scaturito dall'inchiesta Why Not sui presunti illeciti nella gestione dei fondi pubblici. A questa conclusione sono giunti i legali dei due ex presidenti al termine delle arringhe difensive. I sostituti procuratori generali di Catanzaro, Massimo Lia ed Eugenio Facciolla, in riforma della della sentenza di primo grado che aveva assolto Loiero e Chiaravalloti, hanno chiesto la condanna, rispettivamente, a un anno ed un anno e sei mesi di reclusione. Nel processo d'appello, inoltre, sono imputate altre 14 persone tra esponenti politici, imprenditori e funzionari della Regione. Nel corso della requisitoria i difensori di Loiero, gli avvocati Marcello Gallo e Nicola Catafora, hanno sostenuto che i loro assistiti sono estranei alle accuse. L'avv. Cantafora ha evidenziato come in alcune intercettazioni telefoniche era emerso che l'allora presidente della Regione Calabria era contrario nel prorogare l'affidamento dei progetti alla società Why Not. Il difensore di Giuseppe Chiaravalloti, l'avv. Armando Veneto, ha sostenuto che l'accusa contro l'ex presidente della Regione si fonda principalmente sulla "voce che Chiaravallori era amico di Antonio Saladino. Ma poi non è stato mai dimostrato che questa eventuale amicizia ha portato alla commissione di reati". Nel corso dell'udienza di stamane sono intervenuti anche gli avvocati Enzo Ioppoli, difensore di Tommaso Loiero; Italo Reale per Francesco Saladino, e Nicola Cantafora per Nicola Durante. Tutti i legali hanno concluso le loro arringhe con la richiesta di assoluzione dei loro assistiti. Il processo di primo grado, svoltosi con rito abbreviato, si é concluso nel marzo del 2010 con otto condanne e 34 assoluzioni. La Procura generale di Catanzaro aveva presentato poi ricorso contro l'assoluzione di alcuni imputati dal reato di associazione per delinquere mentre per tutti gli altri l'appello riguarda il reato di abuso in atti d'ufficio.

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