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    Scorta per giornalista calabrese che vive e lavora a Modena

     

     

    Scorta per giornalista calabrese che vive e lavora a Modena

    11 gen 12 Un giornalista di 29 anni collaboratore della 'Gazzetta di Modena', Giovanni Tizian, che si occupa di criminalità organizzata, da una quindicina di giorni vive sotto scorta. Lo riporta in prima pagina il quotidiano modenese che pubblica anche un commento del direttore Antonio Ramenghi, intitolato 'L'intimidazione non fermerà il nostro lavorò. Le inchieste di Tizian sulle infiltrazioni mafiose al Nord poche settimane fa sono diventate anche un libro, 'Gotica, 'ndrangheta, mafia e camorra oltrepassano la lineà, edito da Round Robin: 300 pagine sui loro interessi nell'economia legale, fra corruzione, usura e riciclaggio. Gli articoli del giornalista su cosche e clan sono comparsi numerosi sulla 'Gazzetta di Modena' dal 2006, quando ha iniziato l'attività pubblicistica. Laureato in Criminologia con una tesi sulle ramificazioni internazionali della 'ndrangheta, collabora anche con i quotidiani online Linkiesta.it e Lettera43.it e con il mensile Narcomafie, la rivista del gruppo Abele di don Luigi Ciotti. Al giornalismo ha affiancato l'impegno civile e sociale: fa parte dell'associazione daSud, associazione antimafia con sede a Roma costituita nel 2005 da giovani emigranti meridionali che non hanno intenzione di lasciare le loro terre in mano alle cosche. E' la seconda volta che la mafia sconvolge la vita di Tizian: nell'estate '89, quando aveva sette anni, a Bovalino, nella Locride, suo padre fu ucciso a colpi di lupara. Era funzionario di banca e gli spararono mentre tornava a casa. Dopo cinque anni il trasferimento della famiglia a Modena, per cercare di ricostruire un po' di tranquillità e di serenità. Ora il suo mondo si è improvvisamente ristretto: "Cerco di trovare il modo - dice - di continuare a fare questo mestiere, e sono sicuro che lo troverò. Non ho quella libertà di movimento che mi servirebbe, ma mica ci rinuncio. Non penso che un giornalista possa cambiare il mondo, ma credo nell' utilità sociale del mestiere di giornalista". Tizian spiega di aver saputo che gli era stata assegnata una scorta una quindicina di giorni fa: "Stavo per pranzare quando mi hanno chiamato sul cellulare dicendomi che ero esposto a un rischio e che per tutelarmi, e permettermi di proseguire nel mio lavoro, avrei avuto la protezione delle forze dell'ordine. Sul momento non mi sono reso conto di cosa avrebbe significato. Poi già verso sera ho cominciato a capire". Gli agenti gli devono, per così dire, 'coprire le spalle' finché le acque non si saranno calmate. "Hanno deciso di dargli una scorta armata perché evidentemente minacciato, non sappiamo da chi e come, ma gli investigatori lo sanno", rileva Ramenghi, che aggiunge come Giovanni Tizian "non è per nulla intimorito dalle minacce" e "continuerà a fare il suo lavoro come noi continueremo il nostro senza cedimenti, e anzi con maggiore attenzione e determinazione. So che per Giovanni sono giorni difficili, come lo sono per i colleghi che da tempo vivono in quelle condizioni (penso ai miei amici Roberto Saviano e Lirio Abbate, e a Rosaria Capacchione e alla mezza dozzina di sindacalisti sotto scorta). Staremo vicini a Giovanni e con lui continueremo, come sempre, nel nostro lavoro".

    Sos Impresa e Rete per la legalità in una nota esprimono solidarietà al giornalista freelance Giovanni Tizian, sotto scorta dal 22 dicembre scorso a Modena, e annunciano la loro adesione alla campagna "Io mi chiamo Giovanni Tizian", promossa dall'Associazione daSud "per organizzare iniziative, presentazioni, dibattiti e campagne web a sostegno del giornalista precario". "Così nella civilissima Emilia Romagna - affermano in una nota le due associazioni - può accadere che a Giovanni Tizian, un giornalista precario di 29 anni, impegnato sul fronte antimafia con l'associazione daSud, venga assegnata una scorta per il suo lavoro di inchiesta. Un percorso fatto in solitudine, lontano dalla ribalta. Precario, senza tutele". Il giornalista è figlio di Giuseppe Tizian, un bancario di 36 anni di Bovalino Reggio Calabria, ucciso a Locri il 23 ottobre del 1989.

    Anche la Regione Emilia-Romagna si é schierata al fianco di Giovanni Tizian. Il presidente dell'Assemblea legislativa Matteo Richetti ha ricordato come proprio Tizian "di recente ha contribuito alla realizzazione del dossier promosso dall'Assemblea e da Libera Informazione 'Mafie senza confini, noi senza paura'. A lui, ha proseguito Richetti, "va tutto il mio appoggio e la mia solidarietà". "In un momento come questo - ha spiegato Richetti - è fondamentale che chi ha il coraggio di portare avanti la propria battaglia contro il crimine e l'illegalità ovunque questi si annidino, non si senta solo e abbandonato. Dalle istituzioni, dalla politica, dai cittadini tutti". Dunque, ha concluso, "come presidente dell'Assemblea non posso che esprimere con forza tutta la mia vicinanza a Giovanni Tizian e l'auspicio che prosegua con coraggio il suo lavoro così importante per costruire un'Italia migliore"

    Campagna di solidarietà: Cresce la solidarietà attorno a Giovanni Tizian, il collaboratore della 'Gazzetta di Modena' costretto da due settimane a vivere sotto scorta per le minacce ricevute a causa delle sue inchieste sulle infiltrazioni mafiose nel territorio. A mobilitarsi è stata soprattutto la rete: l'affetto corre soprattutto su Facebook e su Twitter, dove Tizian è tra i primissimi trend del giorno. Il giornalista si racconta anche in un video, pubblicato dal collettivo modenese 'Officine Tolau' prima di Natale, in cui parla della sua storia e dei rischi del suo lavoro. Intanto l'associazione 'daSud', di cui Tizian fa parte, ha lanciato una campagna di sostegno dal nome 'Io mi chiamo Giovanni Tizian' (iogiovannitizian@dasud.it). Numerose le adesioni, le prime da Bologna, Reggio Calabria, Torino e ovviamente Modena. Le prime iniziative di solidarietà in programma sono già domani, quando l'associazione chiederà agli artisti del teatro Valle occupato di Roma di schierarsi al fianco di Tizian, domenica a Modena quando lo stesso Tizian è atteso per la presentazione del suo libro alle librerie Feltrinelli alle 11.30 e il 18 gennaio in Campidoglio, in occasione di una serata dedicata a Libero Grassi. "Vogliamo lanciare un messaggio a chi pensa che la mafia al nord non esiste o che sia solo quella dei colletti bianchi", spiega 'daSud' che, inoltre, ha sottolineato che "Giovanni è un precario, senza le tutele di cui godono i giornalisti famosi: è una situazione insostenibile, l'azienda dovrebbe farsi carico di lui non soltanto quando paga i suoi articoli pochi euro".

    "Al giornalista minacciato va la mia sincera vicinanza, unita a un rinnovato impegno istituzionale per ribadire che in questa terra, in questa regione, tra questa gente non vi sarà mai spazio né tolleranza per chi vuole agire al di fuori della legge". E' il messaggio di solidarietà inviato dal presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani, anche a nome della giunta, a Giovanni Tizian, giornalista modenese fatto oggetto di minacce dalla malavita organizzata. Errani si è rivolto anche ad Antonio Ramenghi, direttore della 'Gazzetta di Modena': "Spettabile direttore, vorrei esprimere a lei e al suo editore tutta la mia solidarietà per la grave condizione che si trova a subire il suo cronista Giovanni Tizian, costretto a vivere sotto scorta per aver fatto il proprio mestiere di informare i lettori".

    "Toccare lui, significa toccare tutti noi. A Giovanni la nostra solidarietà". E' l'abbraccio a Giovanni Tizian idealmente inviato da Santo Della Volpe, direttore di Libera Informazione (con cui il giornalista collabora da tempo), e Manuela Mareso, direttrice di 'Narcomafie'. "La notizia - hanno sottolineato in una nota in cui esprimono vicinanza e corresponsabilità - dimostra ancora una volta che scrivere di mafie, onorando semplicemente i doveri del proprio mestiere, è pericoloso in ogni regione del nostro paese, nessuna delle quali è immune dal radicamento delle organizzazioni criminali".

    "Voglio esprimere la mia totale solidarietà al giornalista Giovanni Tizian, costretto a vivere sotto scorta. E' una vicenda seria e delicata, visto che la decisione di tutelarlo non arriva dopo minacce esplicite ai suoi danni ma è stata una scelta ponderata da parte delle autorità". A sottolinearlo Laura Garavini, capogruppo Pd in Commissione antimafia. "La libertà di stampa - ha aggiunto - è da sempre uno degli strumenti che più fanno paura alle mafie e siamo sicuri che anche ora Tizian continuerà a raccontare sul giornale e nei libri la realtà delle mafie che cercano di espandersi sempre di più anche in Emilia-Romagna". Per questo "é importante che non si senta solo e che il suo lavoro sia sostenuto anche dalla società civile".

    Quelle rivolte a Giovanni Tizian sono "le ennesime minacce a chi si impegna, a chi si batte per gli ideali di libertà e giustizia, a chi vive il mestiere di giornalista con coraggio e senza sconti". E' quanto sottolinea in una nota Legambiente, che assicura: "Per questo siamo al suo fianco in questo momento delicato: Tizian non sarà mai solo". Nuccio Barillà, del direttivo nazionale, ed Enrico Fontana, responsabile dell'Osservatorio nazionale ambiente legalità, hanno espresso solidarietà e vicinanza a Giovanni: "Precario come tanti altri giovani cronisti ma sempre in prima fila, è finito nel mirino della criminalità organizzata per i suoi articoli ed è costretto a vivere sotto scorta 24 ore al giorno". Non è, ricordano, "l'unico giornalista minacciato. E' di pochi giorni fa il caso di un cronista del vibonese, Nicola Lopreiato, preso di mira da un boss locale. E nel recente passato altri giovani reporter hanno subito intimidazioni, come Antonino Monteleone a Reggio Calabria". Per questo, prosegue Legambiente, "occorre tenere alta la guardia e vigilare, in Calabria ma non solo. A Modena, nell'Emilia-Romagna delle cooperative e dell'impegno sociale, Giovanni Tizian ha ritrovato quello da cui era fuggito: le mafie. E ha deciso di iniziare una lotta di verità e giustizia con le sue inchieste". Dunque, concludono, "occorre garantire a Tizian e agli altri cronisti sotto tiro di poter continuare a svolgere con serenità il mestiere di giornalista, per dare un contributo decisivo alla lotta alla criminalità organizzata. Una battaglia di civiltà che riguarda tutti".

    La Federazione nazionale della stampa italiana, l'Associazione della stampa Emilia-Romagna ed il Sindacato dei giornalisti calabresi esprimono "piena solidarietà al collega freelance Giovanni Tizian costretto a vivere sotto scorta per le minacce ricevute dalla criminalità organizzata in seguito alle sue puntuali inchieste sull'infiltrazione della mafia al Nord". Fnsi, Aser e Sindacato dei giornalisti calabresi sottolineano in una nota che "fare giornalismo d'inchiesta con professionalità e passione comporta rischi sempre maggiori, a dispetto di chi dipinge la nostra categoria come una casta di privilegiati. Le intimidazioni - prosegue la nota - non spegneranno certamente la voce di chi, come Tizian, senza neppure la tutela di un contratto, fa con coraggio il proprio lavoro assolvendo al difficile compito di informare correttamente la collettività"

    "Io mi chiamo Giovanni Tizian". Lo dice Nichi Vendola, leader di Sel, esprimendo solidarietà al collaboratore della 'Gazzetta di Modena' finito sotto scorta a causa delle sue inchieste sulle infiltrazioni mafiosi al Nord e nel territorio emiliano-romagnolo. "Giovanni è un giovane e coraggioso giornalista precario che fa con rigore e passione il proprio lavoro. E' uno dei protagonisti dell'Italia migliore che vogliamo costruire", spiega Vendola, che ha aderito alla campagna a supporto di Tizian: "Proprio mentre le mafie sono incredibilmente sparite dalla discussione pubblica e nell'immediata vigilia del voto del Parlamento sull'on.Cosentino, riscopriamo quanto sia forte la presenza delle mafie nelle regioni settentrionali". Vendola assicura che "sosterremo il lavoro di Giovanni Tizian e dell' associazione 'daSud' e di tutta la buona antimafia", perché "le mafie purtroppo non sono più un'emergenza del Paese: serve che il governo consideri la lotta ai clan come una priorità. Questa è una delle richieste di Sel al governo Monti".

    "Purtroppo Modena negli ultimi anni non si è fatta mancare nulla, dai pacchi bomba spediti con intenzione di uccidere alle aggressioni ai volontari della Misericordia e alle Forze di Polizia, sino alle infiltrazioni della criminalità collegata a camorra e 'ndrangheta che tenta di trasferire al nord i suoi metodi criminali ed intimidatori''. E' quanto, secondo il senatore Carlo Giovanardi (Popolari-Liberali), emerge dalla vicenda di Giovanni Tizian, al quale l'ex sottosegretario ha espresso "piena solidarietà con l'auspicio che possa continuare ad esercitare in piena libertà la sua attività professionale".

    "Piena solidarietà al giornalista modenese Giovanni Tizian, a seguito delle gravi minacce", è stata espressa dall'on. Angelo Alessandri, segretario della Lega Nord Emilia, e da Mauro Manfredini, capogruppo leghista in Regione. "L'auspicio - scrivono - è che tutte le Istituzioni siano in prima linea nel contrastare le infiltrazioni mafiose, purtroppo presenti anche nel nostro territorio. Quindici anni fa quando sollevammo il problema della mafia in Emilia, tappezzando i muri di manifesti con la scritta 'Via la mafia da casa nostra' da subito puntammo il dito su questa piaga che si stava allora ramificando per scelte urbanistiche sbagliate e poco controllo su appalti e subappalti. Per questa ragione venimmo additati come coloro che volevano creare terrorismo quasi giustificando che la mafia non esisteva. Oggi, più che mai, siamo consapevoli che bisogna tenere gli occhi aperti a 360 gradi e la battaglia é quella di allora: peccato aver perso 15 anni".

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