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    Boss Lo Giudice indagato per calunnie al PM Cisterna

     

     

    Boss Lo Giudice indagato per calunnie al PM Cisterna

    06 gen 12 Il boss pentito della 'ndrangheta Antonino Lo Giudice, che si e' autoaccusato, tra l'altro, della stagione delle bombe a Reggio Calabria del 2010, è indagato dalla Procura della Repubblica di Perugia per calunnia nei confronti del procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia Alberto Cisterna dopo una denuncia presentata dallo stesso magistrato. Lo scrive oggi il quotidiano Calabria Ora. Cisterna, nella sua denuncia, ha chiesto anche che vengano identificati i "pupari" che starebbero dietro le dichiarazioni accusatorie nei suoi confronti avanzate da Lo Giudice che ha riferito di avere saputo da suo fratello Luciano, che un altro fratello, Maurizio, anche lui collaboratore, sarebbe stato scarcerato grazie all'interessamento di Cisterna. Per queste dichiarazioni, Cisterna è indagato dalla Dda di Reggio Calabria per corruzione in atti giudiziari. Il magistrato nelle scorse settimane è stato sentito dai colleghi perugini in qualità di parte offesa. Ai colleghi umbri, il numero due della Dna ha chiesto di accertare cosa sia successo nel periodo precedente alla prima dichiarazione accusatoria di Lo Giudice, fatta dopo che erano trascorsi i 180 giorni previsti dalla legge, mentre in precedenza aveva sempre detto che con i magistrati non c'era stato alcun rapporto illecito. Cisterna ha poi presentato alcuni documenti che smentirebbero il racconto del pentito e ha chiesto che sia verificato come mai un altro collaboratore di giustizia, Consolato Villani, anche lui della cosca Lo Giudice, abbia deciso di pentirsi con la Dna e, non riuscendo ad avere un contatto, si sia rivolto alla Procura di Bologna. Cisterna ha anche chiesto ai magistrati di Perugia di capire come abbia fatto un giornale calabrese, nel giugno 2010, ad anticipare la causale delle bombe prima che fosse fatto l'attentato al procuratore generale Salvatore Salvatore Di Landro e l'intimidazione con un bazooka al procuratore Giuseppe Pignatone e che venga sentito Luciano Lo Giudice.

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