Mons. Cantafora "Rimettere al cetntro il bene comune" - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Mons. Cantafora "Rimettere al cetntro il bene comune"

23 feb 12 "In un tempo come questo che attraversiamo, stanco e disilluso, nel quale regnano sovrani individualismo, indifferenza, egoismo, ben mascherati dalla parvenza di rispetto per la vita privata, occorre che rimettiamo al centro del nostro cuore, il bene comune". E' quanto afferma il vescovo di Lamezia Terme, Luigi Cantafora, nella sua omelia per il mercoledì delle ceneri. La vera giustizia, afferma inoltre il presule, "si esprime nel rendere pure le nostre intenzioni, poste alla base delle nostre scelte e azioni. Che tu sia visto e apprezzato dagli uomini o meno, non cercare consensi e ruoli, ma cerca solo la tua gioia nel Signore". "E' questo - afferma mons. Cantafora - il giorno della salvezza, non dobbiamo aspettarne un altro. E' un tempo favorevole, un'occasione propizia per far cadere le tante maschere che ci danno uno 'smalto' di perbenismo, di apparenza esibizionista e di ricerca di ammirazione da parte degli uomini. Siamo tutti un po' condizionati dal giudizio altrui e dal desiderio di essere approvati, di ricevere consensi e conferme. Ben venga dunque un tempo di purificazione dei nostri atteggiamenti errati e delle intenzioni cattive del cuore. Ritorniamo alla vera giustizia di cui parla il Vangelo che non scaturisce dalle nostre capacità, sforzi o bravura, ma da un ascolto comunitario della Parola che propone verifiche a partire dalle Scritture e non dai ruoli che occupiamo". "Un atteggiamento così 'distaccato' da interessi privati - afferma il presule - trova grande facilità nell'assumere la 'custodia' del fratello: permette di avere per lui il primo sguardo e poi affezione e passione per le sue vicende; esso si esprime non cercando il proprio utile ma quello di molti. Questo comporta riaccendere in noi il desiderio del bene comune, rispetto ad ogni tornaconto. Questo comporta la gioia intima di lasciare ogni giudizio e 'ricompensa' al Padre celeste che vede nel segreto".