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    Scopelliti ribatte alle accuse "Comandante dei Ros fa politica"

     

     

    Scopelliti ribatte alle accuse "Comandante dei Ros fa politica"

    22 feb 12 ''Su questa vicenda pretendo si faccia verità. Giustizia, cerco giustizia, dinanzi ad una macchinazione non so da chi creata". Lo ha detto il presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, durante una conferenza stampa a Reggio in cui ha fatto riferimento alla testimonianza in tribunale dell'ex comandante del Ros, col. Valerio Giardina, nel processo scaturito dall'operazione 'Meta'. "La politica, per essere credibile - ha sottolineato Scopelliti - deve essere dignitosa ed i reggini ed i calabresi devono sapere che tipo di persona li sta governando, devono potere continuare a guardarmi negli occhi con assoluta fiducia". Il presidente della Giunta regionale, inoltre, ha detto che "anche in assenza di riscontri oggettivi, tenuto conto che né io, né mio fratello siamo stati destinatari di provvedimenti giudiziari, siamo finiti dentro, per usare un eufemismo, in un gioco di 'pettegolezzi', di cui la prima vittima è la città di Reggio Calabria. Tutto ciò a causa della telefonata di un balordo. Il colonnello Giardina, durante il dibattimento, e sotto giuramento ha prodotto conclusioni di carattere politico. Chissà che non lo candidino alle prossime elezioni politiche. Quelle parole sul 'modello Reggio' sono offensive per oltre il 70% della popolazione reggina che mi ha dato il suo sostegno". Scopelliti ha anche contestato, producendo tutti i passaggi documentali, la deposizione del col. Giardina resa il 21 ottobre 2011 in tribunale sui presunti ritardi del Comune di Reggio Calabria nell'acquisizione dell'immobile sito ad Archi di proprietà della famiglia Condello. "Si tratta di affermazioni - ha detto - che non trovano riscontro nella realtà. Il bene confiscato alla famiglia Condello era stato assegnato al Comune nel 2001, prima che fossi eletto sindaco. Nessuno, fino ad allora, aveva avviato alcuna procedura amministrativa per l'acquisizione del bene. Con la mia elezione a sindaco è stata avviata la procedura, e non è vero, come è stato detto, che il Comune abbia avviato la ristrutturazione dell'immobile con i vecchi proprietari in casa, tra i quali vi era anche un disabile. Aspetto, questo, che ha comportato una serie di ricorsi al Tribunale amministrativo contro il Comune. Superato anche questo tipo di impedimento, di mio pugno, ho firmato l'atto di sgombero procedendo alla gara d'appalto per individuare l'impresa destinata ad eseguire i lavori di ristrutturazione del bene, con il concorso di un finanziamento della Regione, che aveva posto in bilancio 2,5 milioni di euro per gli enti locali che hanno beni confiscati in carico. Lavori che sono stati ultimati nel 2009. E questo, in tribunale non è emerso. In questo senso l'Amministrazione comunale da me diretta ha fatto più di chiunque altro in Calabria. Eppure c'é chi ha scritto che i lavori di ristrutturazione erano era stati eseguiti con gli ex proprietari dentro, e tutto ciò, ovvero una affermazione non vera, viene rilanciata in tribunale da un ufficiale di polizia giudiziaria. Questo deve fare riflettere, come certo modo di fare informazione che è smentita dagli atti. Credo invece che abbiamo fatto il nostro dovere di amministratori senza dubbi o perplessità e chi ha commesso errori di valutazione deve essere chiamato a motivare le sue scelte. Sono molto sorpreso, direi umiliato, per quelle affermazioni che hanno offeso il mio alto senso dello Stato, il mio percorso politico sempre accanto alle divise che rappresentano lo Stato". Il presidente della Giunta regionale ha anche detto di "non avere mai fatto parte del salotto di Paolo Romeo. Anzi, c'era qualcuno che in quella sede parlava addirittura di continuità, riferendosi alla precedente gestione amministrativa". "Tutto quello che ho detto oggi - ha concluso Scopelliti - lo dovevo alla mia famiglia, alla mia onorabilità di uomo prima che di politico e non accetto consigli da chicchessia alla cautela fino a che non avrò giustizia".

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