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    Sottraggono beni ad azienda di S.Marco A. fallita, 3 arresti

      Azienda agricola

     

    Sottraggono beni ad azienda di S.Marco A. fallita, 3 arresti della Gdf confiscati beni e quote per 3 mln

    16 feb 12 Gli ex amministratori ed i soci della società Termine Group di San Marco Argentano, fallita nel 2010, sono stati arrestati per bancarotta fraudolenta dai militari della Guardia di Finanza di Cosenza che hanno sequestrato anche beni per oltre 3 milioni e 500 mila euro. Le tre persone arrestate, di cui uno in carcere e due ai domiciliari, sono: Pino Termine, di 40 anni; Giulio Sartori, 80 anni, di Piacenza, ed Oscar Imbrogno, 39 anni. Ai tre è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del tribunale di Cosenza, Francesco Luigi Branda, che ha accolto la richiesta dei sostituti procuratori Francesco Cozzolino e Giuseppe Visconti. Nel gennaio del 2010 il tribunale di Cosenza ha dichiarato fallita la società Termine Group che operava nel settore della commercializzazione di mezzi agricoli. Nel corso delle indagini i finanzieri hanno accertato che i tre arrestati, attraverso una serie di fatture false, hanno sottratto dalla massa fallimentare, beni mobili e immobili aziendali per un valore complessivo di 3 milioni e 500 mila euro. Durante le indagini, Pino Termine ha anche cercato di far sparire numerosi documenti portati via dalla sede dell'azienda che era stata sottoposta a sequestro. I beni sequestrati dai finanzieri ai tre arrestati consistono in quote di sei società, terreni e fabbricati nel comune di San Marco Argentano e numerosi trattori agricoli ed escavatori.

    La condotta delittuosa attribuita ai tre  è quella di bancarotta fraudolenta pre-fallimentare e post-fallimentare per avere nella veste di amministratori della suddetta societa’, dichiarata fallita dal tribunale di Cosenza con sentenza del 13.01.2010, distratto liquidita’, giacenze di magazzino e beni mobili ed immobili aziendali del valore di oltre 3 milioni e mezzo di euro, cosi’ sottraendoli all’attivo della massa fallimentare.

    L’odierna operazione rappresenta la conclusione di una complessa ed articolata attivita’ ispettiva avviata nel mese di giugno del 2009 durante la quale il nucleo di polizia tributaria ha individuato una frode carosello attuata dalla fallita Termine Group srl attraverso l’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, conclusa con il recupero a tassazione di costi indeducibili per oltre due milioni e mezzo di euro ed iva dovuta per circa seicentomila euro.

    Nell’ambito della predetta verifica fiscale i militari avevano gia’ messo a fuoco una serie di operazioni di gestione a carattere straordinario che apparivano da subito prive di valide ragioni economiche ed imprenditoriali, soprattutto in considerazione del fatto che erano intercorse tra societa’ riconducibili a persone del medesimo gruppo imprenditoriale.

    I dati cosi’ raccolti, cui si e’ aggiunta una serie di ulteriori elementi derivanti da segnalazioni di operazioni sospette legate all’erogazione di contributi pubblici, hanno completato un grave quadro indiziario che, immediatamente posto all’attenzione dell’A.G. inquirente, ha dato avvio ad ulteriori approfondimenti.

    Le ulteriori investigazioni di polizia economico-finanziaria cosi’ eseguite dalle fiamme gialle hanno portato all’acquisizione dei necessari elementi di prova volti a corroborare le ipotesi di reato inizialmente formulate.

    Degno di nota si ritiene essere un singolare episodio che ha visto protagonista il principale indagato termine pino allorquando ha cercato di sottrarre all’inchiesta copiosa documentazione, di importante valore probatorio, sottoposta a sequestro a seguito di perquisizione violando i suggelli dei locali ove era stata cautelata. Infatti, nottetempo, dopo aver caricato il materiale su di un furgone nella sua disponibilita’, veniva colto in flagranza nel corso di un controllo su strada cui aveva tentato di sottrarsi dandosi a precipitosa fuga.

    Il complesso delle attivita’ svolte, che ha riguardato condotte plurioffensive attuate dagli indagati, ha consentito alla Procura della Repubblica di Cosenza di richiedere l’applicazione delle misure cautelari personali oggi eseguite, nonche’ il sequestro preventivo delle quote di sei società ad essi riconducibili del valore di complessivi euro 390.000,00, terreni e fabbricati situati nel comune di San Marco Argentano (cs) del valore di circa 1.570.000,00, nonché attrezzature e macchinari (trattori agricoli, escavatori ecc.) del valore di circa € 1.000.000,00, oltre a beni gia’ sottoposti a pignoramento del valore di € 411.000,00.

    L’intero contesto investigativo evidenzia come le competenze demandate dalla legge alla guardia di finanza consentano efficacemente di individuare e reprimere fenomeni criminali eterogenei e ad elevato tecnicismo, che riguardano svariati settori quali le frodi fiscali, le truffe ai danni dello stato e dell’unione europea e, non ultimo, i reati fallimentari, anche a danno del patrimonio di privati cittadini, attraverso una ricostruzione della massa attiva fallimentare che garantisca un equo soddisfacimento dei creditori sociali.

    L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal g.i.p. presso il tribunale del capoluogo, dott. Francesco Luigi Branda, su richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe Francesco Cozzolino e Giuseppe Visconti.

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