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    Foibe, giornata del ricordo

     

     

    Foibe, "Giornata del ricordo"

    09 feb 12 "Noi non dimentichiamo gli italiani trucidati dall'odio comunista". Lo afferma, in una nota, il segretario regionale de La destra, Gabriele Limido, facendo riferimento al "Giorno del ricordo" in memoria delle vittime delle Foibe. "Noi de La Destra Calabria - aggiunge - non vogliamo dimenticare le vittime dell'eccidio delle Foibe perché in Istria e Dalmazia e nella Venezia Giulia morirono più di diecimila civili la cui colpa era, per così dire, di essere italiani. Con la complicità di tutte le forze politiche del cosiddetto 'arco costituzionale' è calato, nel corso degli anni, un vergognoso silenzio sul massacro dei nostri compatrioti. Probabilmente per non 'infastidire', da una parte, il vicino scomodo, la cui neutralità tra i due blocchi, Usa e Urss, era 'foraggiata' dall'alleato statunitense e, dall'altra, per nascondere le evidenti responsabilità morali e politiche del Partito comunista italiano, troppo compromesso in quella infame pulizia etnica". "Solo il Movimento Sociale Italiano, per lunghi anni, e in modo inascoltato - dice ancora Limido - ha lanciato appelli nel tentativo di ricordare che nelle nostre terre istriane e dalmate sono stati trucidati non solo fascisti, ma anche tanti, tanti italiani, che con la politica e l'ideologia non avevano nulla a che spartire. Forse, oggi, qualcuno, o qualche parte politica, memore delle nefandezze e dei vuoti di memoria del passato, tenderebbe a sminuire questa Giornata del ricordo, ma stiano ben certi che La Destra saprà far ricordare e tenere viva la memoria collettiva di quell'odioso eccidio"

    "Tenere sempre acceso il fuoco della memoria significa costruire il futuro su un'identità condivisa, soffocando quei semi dell'odio che hanno generato i drammi più sanguinosi del nostro passato". Lo afferma il presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro, in occasione della celebrazione del "Giorno del Ricordo" per le vittime delle foibe. "Una tragedia intrisa di atrocità e di orrore - aggiunge - in cui al silenzio dei morti si è aggiunto per troppi anni il doloroso silenzio dei vivi. Una sorta di congiura dell'oblio, che pesa ancora come un macigno sulle coscienze di quanti, negli anni faticosi della costruzione della Repubblica, hanno tentato di nascondere quelle pagine buie e scomode: il dramma dei centomila esuli giuliano-dalmati costretti ad abbandonare le loro case e i loro affetti per scampare ad una feroce persecuzione, il massacro di venticinquemila persone inermi, gettate ancora vive nelle fosse carsiche per la sola colpa di essere italiane, in un moto di odio e di furia sanguinaria che assunse i contorni della pulizia etnica". "La tragedia delle foibe, una delle peggiori barbarie del secolo scorso - dice ancora Wanda Ferro - è stata negata alla memoria degli italiani, finché con l'istituzione del 'Giorno del Ricordo' si è fatta giustizia dei ritardi, dei silenzi, delle omissioni: il sanguinoso capitolo delle foibe e dell'esodo é entrato nei nostri libri di storia, restituendo alle giovani generazioni il diritto a quella verità che deve costituire il fondamento di una società giusta e solidale. Una società che oggi, libera dai legacci ideologici del secolo scorso, è chiamata ad affrontare le nuove sfide dell'integrazione e della convivenza tra popoli e culture diverse, costruendo il proprio futuro sui valori di civiltà, di pace, di libertà, di solidarietà e di tolleranza".

    «Sono passati quasi settanta anni da quando, tra il 1943 e 1945, il maresciallo Tito, alla guida dell'esercito jugoslavo, diede il via ad una delle piu' massicce opere di pulizia etnica che l'Italia e l'Europa ricordi» è quanto dichiara Michele Arnoni segretario cittadino e vice segretario provinciale de "la Destra" Cosenza. «Nella zona del Friuli Venezia Giulia migliaia di nostri connazionali furono perseguitati dai partigiani slavi – prosegue la nota - e gettati, il più delle volte ancora in vita l'uno legato all'altro: uomini, donne, anziani e bambini, rei solo di essere italiani, in quelle cavità naturali caratteristiche del paesaggio carsico chiamate foibe. Un eccidio, una vera e propria strage perpetrata dall'odio comunista e vergognosamente occultato, per oltre mezzo secolo, dall'intera classe politica italiana. Molto grave fu la responsabilita' di Palmiro Togliatti e dell'allora PCI. Nessuno, prima della strage, alzo' un dito per cercare di impedirla. Dopo, nessuno alzo' la voce per urlare e condannare al mondo quel genocidio orrendo e rendendo cosi' un po' di giustizia a quelle vittime innocenti. La chiarezza e la verità sulle foibe venne sacrificata per i molti, troppi interessi internazionali che ruotavano nello scacchiere europeo» «Cosi' sulla verita' – continua Arnoni - e su quelle urla provenienti dalle cavita' carsiche calo' un lungo silenzio che duro' per quasi sessant'anni. Fino a poco fa non c'era un solo rigo sui libri a documentare questo sterminio. Anche se da poco la politica ha deciso di istituzionalizzare il "giorno del ricordo" per commemorare i figli di questo Paese inghiottiti ancora in vita dalla terra e dei 350mila profughi istriano dalmati, sono del parere che per una parte del mondo politico e per un consistente numero di cittadini, questa vicenda del Friuli Venezia Giulia sia una strage negata. Un eccidio ancora non entrato a pieno titolo nella coscienza, nella memoria storica e collettiva degli Italiani.» «Non ci possono essere morti di serie A e morti di serie B – conclude il segretario Arnoni - i caduti vanno rispettati e ricordati sia a destra che a sinistra, sia se sono state vittime dei rossi, dei bianchi o dei neri. 10 febbraio, per non dimenticare! Ecco perché abbiamo ritenuto di dover ricordare i martiri delle Foibe con uno striscione nella città di Cosenza».

    "E' importante mantenere viva nella coscienza di tutti la Giornata del Ricordo dei martiri delle Foibe, vittime innocenti in una delle pagine più drammatiche e vergognose della storia d'Italia". Così, in una nota, il Dirigente Nazionale e Presidente calabrese della Giovane Italia Daniele Romeo. "Dal 2004 il 10 febbraio - aggiunge - ha ricevuto dignità storica grazie ad una legge perché in passato qualcuno ha cercato di far dimenticare questa grave tragedia, in cui persero la vita migliaia di profughi istriani, dalmati, giuliani e fiumani. Il dolore per questo dramma causato dall'odio comunista é sempre vivo ma deve inorgoglire tutti coloro che sono fieri di essere italiani".

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