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    Beni per 1.2 mln di euro sequestrati ad imprenditore di Lamezia

     

     

    Beni per 1.2 mln di euro sequestrati ad imprenditore di Lamezia arrestato per usura

    09 feb 12 Beni per un valore di un milione e 200 mila euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza ad un imprenditore di Lamezia Terme arrestato nel novembre scorso per usura ed estorsione. I beni sequestrati consistono in tre appartamenti, un negozio, quattro terreni, due automobili, le quote di una società immobiliare ed un orologio di lusso. Il sequestro è stato disposto dal gip di Lamezia Terme su richiesta della Procura della Repubblica.

    Il gruppo della guardia di finanza di Lamezia terme ha eseguito un provvedimento di sequestro di beni nella disponibilità di un imprenditore lametino già sottoposto, nel novembre 2011, alla custodia cautelare in carcere per i reati di usura, estorsione ed esercizio abusivo del credito, nell'ambito delle indagini eseguite nel corso dell'operazione Lex Genucia. La misura ablatoria ha riguardato due appartamenti in zona turistica di Nocera Terinese, un appartamento, un locale commerciale e quattro terreni agricoli con un fabbricato rurale a Lamezia terme, due autovetture, le quote di una societa' immobiliare ed un orologio di lusso, per un valore complessivo di circa 1.200.000 euro. Il provvedimento è stato emesso dal g.i.p. del tribunale lametino, su richiesta della Procura della Repubblica alla sede, fondata sugli esiti di mirati accertamenti patrimoniali, reddituali e bancari svolti dai finanzieri sull'indagato e sui suoi congiunti, che avevano evidenziato una evidente sproporzione tra i modesti redditi dichiarati e l'elevato tenore di vita ed i cospicui investimenti effettuati dell'intero nucleo familiare. Veniva, quindi, proposta all'autorità giudiziaria l'applicazione del sequestro preventivo, ex art. 321 c.p.p., dei beni dell'imprenditore in relazione alla previsione dell'art.12 sexies della legge nr. 356/92. Gli esiti investigativi sono stati pienamente condivisi dall'a.g., che ha disposto la misura patrimoniale prevista dalla citata norma, denominata "confisca allargata" perche' colpisce tutti i beni nella disponibilità - anche per interposta persona - di persone condannate per gravi reati (quali, appunto, l'usura e l'estorsione), senza la necessità di dimostrare l'esistenza del "vincolo di pertinenzialità" tra i reati ascritti al soggetto ed il patrimonio accumulato, se l'interessato non è in grado di provarne la legittima provenienza.

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