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    In Lombardia la ndrangheta infiltrata nella logistica

     

     

    In Lombardia la ndrangheta infiltrata nella logistica

    08 feb 12 La 'ndrangheta, in Lombardia, si era infiltrata anche nella società di trasporto espresso di merci 'Tnt global express spa', costola italiana appartenente alla casamadre 'Tnt Nv' con sede nei Paesi Bassi, procurandosi commesse per circa tre milioni di euro. Lo rileva la Relazione annuale sul crimine organizzato della Procura nazionale antimafia guidata da Pietro Grasso. A capo di questo business, sul quale ha indagato la Procura di Milano, c'era soprattutto, ma non solo, la famiglia dei Flachi aiutata da altre famiglie calabresi originarie di Africo.

    Presenza intuibile da 20 anni. E' da almeno 20 anni che era "intuibile" la presenza della 'ndrangheta in Lombardia attraverso la pratica, nei confronti di imprenditori, politici e pubblici amministratori, ''dell'avvicinamento-assoggettamento (spesso cosciente e consenziente) di soggetti legati negli stessi luoghi da comunanze di interessi". Lo sottolinea la Relazione annuale della Direzione nazionale antimafia sul crimine organizzato nel capitole dedicato alla presenza delle 'ndrine nel territorio lombardo. In proposito, il rapporto osserva che nella regione c'é stato, da parte della malavita calabrese, un "vero e proprio fenomeno di 'colonizzazione'" e non la semplice riproduzione da parte di gruppi delinquenziali autoctoni di modelli di azione dei gruppi mafiosi. In pratica, la 'ndrangheta si e' espansa in Lombardia come se fosse "un nuovo territorio, organizzandone il controllo e gestendone i traffici illeciti, conducendo alla formazione di uno stabile insediamento mafioso". Tuttavia i clan che operano nella regione non sono autonomi, ma rispondono ad "una struttura di coordinamento chiamata 'La Provincia' o 'Il Crimine' attiva in Calabria". In proposito, il rapporto osserva che le indagini hanno accertato che il leader 'ndranghetista delle famiglie 'lombarde, Carmelo Novella, che coltivava sogni 'indipendentisti', è stato ucciso il 14 luglio a S.Vittore Olona, per "troncare il disegno perseguito dalla vittima, di rendere i 'locali' lombardi indipendenti dai 'locali-madre' in Calabria"

    "Può affermarsi senza tema di smentita che la 'ndrangheta (...) puo' essere definita presenza istituzionale strutturale nella società calabrese, interlocutore indefettibile di ogni potere politico ed amministrativo, partner necessario di ogni impresa nazionale o multinazionale che abbia ottenuto l'aggiudicazione di lavori pubblici sul territorio regionale": sono queste le prime frasi del rapporto sulla 'ndrangheta, all'interno della relazione della Dna. Il rapporto sulla 'ndrangheta e' del consigliere Carlo Caponcello. Un rapporto in cui più avanti si sottolinea "l'illimitata disponibilità finanziaria, l'allarmante e provata diffusione territoriale, la presenza massiccia nel territorio che non trova riscontro (possibilità di comparazione) nelle altre organizzazione mafiose". La relazione della Direzione Nazionale Antimafia parla di un'organizzazione con migliaia di affiliati e di una nuova generazione di ndranghetisti "che, pur conservando il formale rispetto per le arcaiche regole di affiliazione, oggi non sono solo in grado di interloquire con altre categorie sociali ma anche di mettere a frutto le loro conoscenze informatiche, finanziarie e gli studi intrapresi". "Gli allarmanti (inquietanti) rapporti intrattenuti - prosegue oltre la relazione Dna - con rappresentanti delle istituzioni, con politici di alto rango, con imprenditori di rilevanza nazionale non sono soltanto il frutto esclusivo del clima di intimidazione e della forza intrinseca del consorzio associativo bensì il risultato di una progettualità strategica di espansione e di occupazione economico-territoriale che, ormai, si svolge su un piano assolutamente paritario; rapporti con istituzioni e imprese volto a intercettare flussi di denaro pubblico". La parola usata è quella di "mimetismo imprenditoriale", fenomeno più evidente nel nord Italia ed è qui che la relazione Dna dedica molte pagine alla presenza di cosche calabresi in Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia. L'altro aspetto che il consigliere Caponcello mette in luce è quello della 'ndrangheta come ''organizzazione di tipo mafioso unitaria" e la figura del capo crimine pro tempore, che le indagini sfociate poi nelle operazioni Crimine-Infinito, identificarono in Domenico Oppedisano, viene così precisata ora nella relazione Dna: "al predetto più che un potere reale sulle dinamiche e strategie complessive della 'ndrangheta deve essere riconosciuto uno specifico, peculiare e rilevante ruolo di rappresentanza esterna, una sorta di 'custode delle regole tradizionalì". Sul piano processuale "l'unitarietà dell'organizzazione mafiosa consente non solo di ottenere una sorta di corsia probatoria preferenziale in giudizio ma anche una visione del fenomeno non parcellizzata e localistica". La relazione contiene poi i punti più interessanti sull'attività di contrasto nei vari distretti, sull'aggressione ai patrimoni mafiosi, condensati in alcune decine di pagine. La sola Dda di Reggio Calabria, tra luglio 2010 e luglio 2011, ha iscritto 69 procedimenti per associazione mafiosa con 905 persone sottoposte ad indagini.

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