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    Interessi del 120%, tre arresti della Gdf per usura a Cosenza

     

     

    Interessi del 120%, tre arresti della Gdf per usura a Cosenza

    07 feb 12 Praticavano interessi del 120% su prestiti a imprenditori in difficoltà. Tre persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza di Cosenza. Si tratta di Luca Lorè 35 anni di Cosenza, Angelo Giugliano 43 anni di Cosenza, entrambi dipendenti di una Coopertiva sociale di Cosenza (avente ad oggetto attività di servizi di pulizia in genere) e Francesco Terrazzano 46 anni (già indagato in altri procedimenti, per reati analoghi). In alcuni casi gli imprenditori strozzati hanno dovuto cedere l'attività e le somem, parilamo di 3-4 mila euro sono arrivate a toccare cifre incredibili, 300mila euro, per il rimborso. L'operazione, nata dalla denuncia degli imprenditori, ridotti praticamente al lastrico, è scattata all'alba di oggi, in Montalto Uffugo, Rende e Mendicino (cs), dove i finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Cosenza hanno dato corso all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare domiciliare disposta dal Gip del tribunale di Cosenza, Enrico di Dedda, che ha accolto la richiesta della procura della repubblica del capoluogo bruzio, nei confronti di un sodalizio criminale dedito all'usura ed all'estorsione ai danni di alcuni imprenditori e lavoratori dipendenti di Cosenza, Rende, Montalto Uffugo, Bisignano, Acri, Lattarico ed Acquappesa.

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    L'edicola ceduta agli strozzini

    Le indagini. La complessa attività investigativa, condotta anche con l'ausilio di indagini tecniche, ha permesso di accertare che i tre arrestati, cedevano somme di denaro a favore di imprenditori in grave stato di bisogno, operanti in svariati settori economici ad alcuni dei quali era stato già precluso l'accesso al credito legale. Quale contropartita del prestito, i tre indagati richiedevano, contestualmente, il pagamento di interessi passivi vertenti almeno sul 120% annuo. In un caso, addirittura, la vittima ha dovuto cedere anche la propria attività commerciale (un'edicola) per far fronte a parte del debito contratto. Inoltre, facendo leva sullo stato di bisogno delle vittime, ormai costrette in un vortice inarrestabile di minacce e violenze, i tre costringevano gli usurati al pagamento dei debiti con denaro contante o mediante assegni bancari che, tramite "prestanomi", venivano posti all'incasso, talora dissimulando i passaggi di denaro ricorrendo all'emissione di false fatture da parte di imprenditori conniventi e attestanti operazioni commerciali in realtà mai avvenute che, tra l'altro, nulla avevano a che vedere con le attività economiche dagli stessi esercitate ed ora indagati per il reato di riciclaggio.

    Interessi del 120%. Le somme elargite a n. 8 vittime già individuate (altri soggetti usurati sono tuttora in corso di identificazione) ammontano a più di 100 mila euro a fronte di piccoli prestiti iniziali mediamente pari a 3 - 4 mila euro, sui quali sono stati richiesti interessi pari ad almeno il 120% annuo tanto da far lievitare il totale ad oltre 300 mila euro. L'attività di contrasto a tale fenomeno ed al riciclaggio dei capitali illeciti costituisce una priorità strategica dell'azione di servizio della guardia di finanza, che da sempre porta avanti con determinazione e senza soluzione di continuità, nella consapevolezza che si tratti di fenomeni criminali gravi ed insidiosi che impattano sul sistema economico finanziario del nostro paese, raggiungendo, soprattutto nel mezzogiorno, livelli tali da rappresentare una seria minaccia alla tenuta complessiva del "sistema". l'operazione di oggi e gli sviluppi che si potranno avere grazie alla collaborazione degli usurati, è di grande rilievo poiché si è riusciti a penetrare in contesti, storicamente, diffidenti e poco inclini alla denuncia che, con tale atteggiamento, involontariamente, favoriscono quanti prosperano e si sviluppano grazie a questa lucrosa attività criminale.

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