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    Pentito rivela "Accuse a PM Cisterna pilotate dalle cosche"

     

     

    Pentito rivela "Accuse a PM Cisterna pilotate dalle cosche"

    17 dic 12 Sarebbero state pilotate dalle cosche della 'ndrangheta di Reggio Calabria le accuse mosse da Nino Lo Giudice al magistrato Alberto Cisterna, ex procuratore aggiunto della Dna. Roberto Galullo, giornalista del Sole 24 Ore sul suo blog "Guardie e ladri", propone passi sia della lettera che un collaboratore di giustizia, Massimo Napoletano, di origini pugliesi, vicino di cella di Lo Giudice, che ha raccolto sue confidenze in proposito, ha inviato allo stesso Cisterna nel gennaio 2012, ma mai giunta a destinazione, e sia del verbale di interrogatorio cui lo stesso pentito è stato sottoposto il 2 dicembre del 2011. Nella lettera scritta a Cisterna, Napoletano scrive che"Nino Lo Giudice con il quale sono stati detenuto, mi ha riferito che aveva accusato proprio Cisterna perché pilotato a questo scopo dalla 'ndrangheta di Reggio Calabria. Lo Giudice mi parlo' di un attentato al portone di un magistrato e mi parlò di un bazooka che venne fatto rinvenire vicino alla Procura, appositamente per rendere più credibile la sua collaborazione...".

    Nel corso dell'interrogatorio davanti a Pignatone e Lombardo, il collaboratore di giustizia pugliese chiarisce ulteriormente che durante un colloquio con Lo Giudice mentre stavano parlando della Dna "lui cominciò a tirare fuori il discorso del dottor Cisterna; disse che lui aveva fatto bene a volerlo mettere in mezzo, tra virgolette, perché si comportò sempre male, non era intervenuto quando doveva intervenire, lui dice di avere dichiarato che aveva rapporti personalmente con il dottore Cisterna e invece dice era il fratello che era, tra virgolette, dice, confidente del dottore Cisterna". Ad una domanda del procuratore Pignatone, Napoletano dice "che era il fratello si che telefonava diciamo al dottore Cisterna. Era il suo confidente sì. Eee niente lui era diciamo parlava di diversi attentati che aveva fatto vicino al portone di un procuratore, di un lanciarazzi, un fucile, un qualcosa del genere lo aveva fatto lasciare apposta poco prima della sua collaborazione perché sapeva che doveva essere a breve arrestato ed erano certi segnali che lui voleva dichiarare e però con questo gesto voleva fare intervenire il dottore Cisterna per aiutarli. Solo che il dottore Cisterna, dice, non è sceso...diciamo a compromesso con loro".

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