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    Parroco Stefanaconi e Maresciallo CC indagati dalla DDA per ndrangheta

     

     

    Parroco Stefanaconi e Maresciallo CC indagati dalla DDA per ndrangheta

    11 dic 12 Avrebbero aiutato e favorito gli affiliati di una cosca della 'ndrangheta che per mesi sono stati tra i protagonisti di una cruenta faida che ha insanguinato le strade del vibonese. E' questo lo scenario che emerge dall'inchiesta della Dda di Catanzaro che ha portato ad indagare il parroco di Stefanaconi, don Salvatore Santaguida, e l'ex comandante della stazione dei carabinieri di Sant'Onofrio, maresciallo Sebastiano Cannizzaro. Per entrambi l'ipotesi accusatoria è di associazione per delinquere di tipo mafioso. Il terremoto giudiziario che ha coinvolto il sacerdote ed il sottufficiale dei carabinieri si è concretizzato stamane quando i militari dell'Arma del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno bussato alle porte delle abitazioni dei due indagati per compiere una perquisizione disposta dal procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, e dal pm, Simona Rossi. Le indagini nei confronti di don Santaguida e del maresciallo Cannizzaro sono scaturite dalla testimonianza di tre collaboratori di giustizia. Immediatamente sono stati disposti accertamenti ed intercettazioni telefoniche ed ambientali dai quali è emerso il coinvolgimento dei due nelle attività della cosca. Secondo l'ipotesi investigativa, il sacerdote avrebbe appreso informazioni dal maresciallo dei carabinieri e successivamente le avrebbe riferite agli esponenti della cosca della 'ndrangheta dei Patania. Il collaboratore di giustizia Daniele Bono ha raccontato anche di aver contattato il sacerdote per chiedergli di spostare una telecamera di videosorveglianza in modo da lasciare scoperto il luogo in cui doveva avvenire l'agguato contro Francesco Calafati. Il sacerdote, secondo quanto hanno riferito gli inquirenti, si rifiutò di spostare la telecamera, ma decise di non denunciare l'episodio alle forze dell'ordine. Nei confronti del parroco sono state anche raccolte una serie di intercettazioni ambientali effettuate nel carcere di Vibo Valentia nei confronti degli armieri della cosca Patania. E proprio da quelle conversazioni sarebbe emerso che gli affiliati alla cosca Patania facevano riferimento al "prete che ci aiuta". Al maresciallo Cannizzaro, che da maggio scorso è stato sospeso dal servizio, i magistrati della Dda contestano invece di aver omesso di trascrivere numerose intercettazioni ambientali e telefoniche utili alle indagini sulla faida tra la cosca Patania di Stefanaconi, legata ai Mancuso di Limbadi, contrapposta alla "Società di Piscopio" di Vibo, considerata emergente, e alla cosca Petrolo-Bartolotta di Stefanaconi. Il sottufficiale avrebbe anche omesso di trasmettere alcuni accertamenti tecnici attraverso i quali era emerso il coinvolgimento della cosca Mancuso di Limbadi nella guerra tra le cosche della 'ndrangheta vibonese. Sono unanimi le dichiarazioni del capo della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, e del procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli, secondo i quali tutti gli ''ambiti della nostra società sono infiltrati dalla 'ndrangheta. Quando ci siamo accorti che c'erano delle cose che non andavano bene siamo intervenuti tempestivamente". In serata, dopo un incontro tra il Vescovo di Mileto, mons. Luigi Renzo, e don Santaguida, la Curia ha reso noto che al sacerdote è stato concesso un "congruo periodo di riposo lontano dalla Parrocchia, affidata provvisoriamente alla cura della Curia diocesana".

    Secondo l'accusa sono affiliati cosca. Il parroco di Stefanaconi, Salvatore Santaguida, e l'ex comandante della stazione dei carabinieri di Sant'Onofrio, maresciallo Sebastiano Cannizzaro, sono accusati dalla Dda di Catanzaro di appartenere alla cosca della 'ndrangheta dei Patania di Sant'Onofrio nel vibonese. Ad accusarli ci sono tre collaboratori di giustizia e numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali compiute nei mesi scorsi nei confronti di esponenti della cosca. Il sacerdote, secondo quanto sostengono i magistrati nel provvedimento di perquisizione composto da cinque pagine, avrebbe appreso notizie dal sottufficiale dei carabinieri riguardanti indagini in corso da parte della Dda e le avrebbe riferite ai componenti della cosca. In particolare, il sottufficiale avrebbe riferito al parroco i luoghi di intercettazione ambientale, le date di perquisizioni ed anche gli intestatari di alcune targhe di automobili. Il sacerdote, sempre secondo l'accusa, aveva anche la disponibilità di alcuni atti processuali riguardanti sempre la cosca Patania. Stamani i carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno perquisito le abitazioni di Santaguida e del maresciallo Cannizzaro ed hanno sequestrato numerosi documenti che ora sono al vaglio degli inquirenti.

    Sacerdote sapeva di omicidi. Il parroco di Stefanaconi, don Salvatore Santaguida, aveva la ''consapevolezza degli omicidi in corso di programmazione e prima che venissero commessi". E' quanto sostiene la Dda di Catanzaro nel provvedimento di perquisizione emesso stamani nei confronti del sacerdote e dell'ex comandante della Stazione dei carabinieri di Sant'Onofrio, maresciallo Sebastiano Cannizzaro. Nel corso di numerose intercettazioni ambientali nel carcere di Vibo Valentia nei confronti dei presunti armieri della cosca della 'ndrangheta dei Patania sarebbe emerso che l'organizzazione poteva contare sull'aiuto del sacerdote e che quest'ultimo era a conoscenza degli omicidi che si stavano preparando nell'ambito della faida che per diversi mesi ha provocato numerosi morti nel vibonese. Al maresciallo Cannizzaro la Dda di Catanzaro contesta invece di aver omesso di trascrivere numerose intercettazioni ambientali e telefoniche utili alle indagini sulla faida. Il sottufficiale dei carabinieri inoltre, sempre secondo quanto è riportato nel decreto di perquisizione, non ha trasmesso alla Dda alcuni tracciati Gps attraverso i quali emergerebbe il coinvolgimento della cosca Mancuso di Limbadi nell'ambito della faida. Ieri erano stati sentiti come testi numerosi carabinieri della Stazione di Sant'Onofrio e dalle deposizioni è stata confermata la mancata trasmissione di "atti fondamentali alle indagini" utili ad individuare gli autori di numerosi delitti tra le cosche di Stefanaconi e Sant'Onofrio. La Stazione dei carabinieri di Sant'Onofrio era stata delegata ad eseguire alcuni accertamenti investigativi.

    Da maggio Maresciallo CC sospeso servizio. L'ex comandante della stazione dei carabinieri di Sant'Onofrio, maresciallo Sebastiano Cannizzaro, è sospeso dal servizio dal maggio scorso. E' quanto si è appreso stamane nel corso della conferenza stampa durante la quale sono stati resi noti i particolari dell'indagine nei confronti del sottufficiale e del parroco di Stefanaconi, Salvatore Santaguida. La Dda di Catanzaro ha intanto notificato alla stazione dei carabinieri di Sant'Onofrio un decreto con il quale viene chiesto la consegna di tutti il materiale d'indagine compiuto nel corso degli anni contro le cosche della 'ndrangheta. In particolare i magistrati della Dda hanno chiesto ai carabinieri di Sant'Onofrio di trasmettere tutti i supporti informatici, le trascrizioni di intercettazioni ambientali e telefoniche, eventuali nastri sui quali sono state incisi i contenuti delle conversazioni ed ogni altro atto utile alle indagini.

    Prete lascia parrocchia. La Curia vescovile di Mileto-Nicotera-Tropea ha reso noto di aver concesso al parroco di Stefanaconi, don Salvatore Santaguida, indagato nell'inchiesta della Dda di Catanzaro contro le cosche della 'ndrangheta del vibonese, un ''congruo periodo di riposo lontano dalla Parrocchia, affidata provvisoriamente alla cura della Curia diocesana". "Ha colto tutti di sorpresa - è scritto nella nota della Curia - la notizia della perquisizione domiciliare e personale nei confronti del Sacerdote Salvatore Santaguida, Parroco di Stefanaconi, coinvolto suo malgrado in faccende criminose che hanno avuto per protagonisti alcuni clan malavitosi locali". Il vescovo, mons. Luigi Renzo, esprime "vicinanza a don Salvatore ed ha fiducia che in breve la magistratura seguendo il suo corso farà piena chiarezza sull'intera vicenda e sui fatti contestati al Sacerdote. Nel frattempo, per facilitare ogni cosa, ha consentito precauzionalmente al sacerdote un congruo periodo di riposo lontano dalla Parrocchia, affidata provvisoriamente alla cura della Curia diocesana".

    Pentito incastra prete. Sono le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Daniele Bono ad avere "inguaiato" il parroco di Stefanaconi, Salvatore Santaguida, indagato, insieme al maresciallo dei carabinieri, Sebastiano Cannizzaro, nell'inchiesta della Dda di Catanzaro contro le cosche della 'ndrangheta del vibonese. Il pentito ha raccontato agli investigatori di aver chiesto aiuto al sacerdote nell'organizzazione dell'agguato ai danni di Francesco Calafati, che rimase ferito, avvenuto nel febbraio scorso. I particolari relativi alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Daniele Bono sono stati resi noti nel corso della conferenza stampa svoltasi a Vibo Valentia. Bono ha raccontato agli investigatori di aver avvicinato don Salvatore Santaguida e di avergli chiesto di spostare una telecamera di videosorveglianza in modo da lasciare scoperto il luogo dove doveva avvenire l'agguato contro Francesco Calafati. Il sacerdote, secondo quanto hanno riferito gli inquirenti, si rifiutò di spostare la telecamera, ma decise di non denunciare l'episodio alle forze dell'ordine. Nei confronti del sacerdote sono state anche raccolte una serie di intercettazioni ambientali nelle quali gli affiliati alla cosca Patania fanno riferimento al "prete che ci aiuta".

    DDA "Infiltrazioni in tutti gli ambiti della società". "Tutti gli ambiti della nostra società sono infiltrati dalla 'ndrangheta''. E' questa l'amara constatazione del Capo della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, e del procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli, che stamane hanno illustrato gli esiti delle indagini contro le cosche della 'ndrangheta nel vibonese. In particolare il riferimento di Lombardo e Borrelli e' all' indagine che vede coinvolti il parroco di Stefanaconi, Salvatore Santaguida, e l'ex comandante della stazione dei carabinieri di Sant'Onofrio, maresciallo Sebastiano Cannizzaro. "Non appena ci siamo accorti - ha detto Lombardo - di quanto stava accadendo, siamo intervenuti tempestivamente. Dalle indagini è emerso che il maresciallo dei carabinieri svolgeva indagini contro la criminalità e poi decideva quali atti trasmettere alla Dda e quali invece lasciare chiusi nel cassetto, omettendo così di inviarci tutto il materiale che veniva acquisito". Borrelli ha evidenziato che su Vibo Valentia, nel giro di pochi mesi, ci saranno dei "risultati che andranno ben oltre quelli già conseguiti a Lamezia Terme. Stiamo per chiudere una serie di inchieste che ci consentiranno di far luce su molti fatti importanti accaduti in quel territorio".

    Prefetto Vibo "Primavera della legalità". "Quella che stiamo vivendo é una rinnovata primavera della legalità e della speranza". Lo ha detto il prefetto di Vibo Valentia, Michele Di Bari, circa le indagini della Dda di Catanzaro contro le cosche della 'ndrangheta. ''Voglio rivolgere - ha aggiunto - un vivo ringraziamento ai magistrati della Dda di Catanzaro e della Procura di Vibo Valentia ed a tutti gli uomini delle forze dell'ordine per l'intenso lavoro che stanno portando avanti contro la criminalità organizzata. L'impegno costante da parte di tutti sta portando a questi importanti risultati".

    Napoli "Impressionano infiltrazioni in Chiesa". ''Le ultime dichiarazioni rilasciate oggi dal Procuratore capo della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, e dal Procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli, sono l'amara constatazione di quanto emerge, quasi quotidianamente dalle varie inchieste giudiziarie che coinvolgono la Calabria". Lo afferma in una nota la componente della commissione parlamentare antimafia, Angela Napoli. "Fanno sicuramente maggiore impressione - aggiunge - le infiltrazioni con rappresentanti della Chiesa e delle Forze dell'Ordine, ma penso che ormai serva una vera e grande opera di 'depurazione' nei vari ambiti istituzionali, politici ed imprenditoriali. Sono fuori dalla realtà coloro che continuano a ritenere che la 'ndrangheta sia ancora quella che faceva scorrere scie di sangue per le vie della Calabria. La 'ndrangheta è ben altra cosa, pervasiva, apparentemente invisibile, padrona di buona parte delle Istituzioni, della politica, dell'imprenditoria e dell'economia legale". "Attività di vera 'depurazione' - conclude l'on. Napoli - dicevo, dettata da coraggio e amore per il proprio territorio e la propria gente".

    Laratta "Gravi infiltrazioni". ''Mi sono occupato più volte delle drammatiche vicende del vibonese, con interventi e interrogazioni parlamentari, e numerose visite sul territorio. Per questo esprimo grande soddisfazione per il lavoro delle ultime ore dei magistrati della Dda di Catanzaro, della Procura di Vibo Valentia e degli uomini delle Forze dell'ordine contro la criminalità organizzata". Lo afferma in una nota il deputato del Pd Franco Laratta. "Le ultime vicende - aggiunge - provano le gravissime infiltrazione della 'ndrangheta in diversi ambienti, anche del tutto insospettabili. Come dimostra l'indagine che ha visto coinvolti un parroco e un maresciallo dei carabinieri. Si tratta chiaramente di casi singoli e personali, essendo chiesa e Arma sempre in primissimo piano contro la criminalità organizzata, ma ora è necessario andare fino in fondo, fare assoluta chiarezza, colpendo tutte le fonti criminali e le centrali del terrore. Senza fermarsi davanti a niente". "Siamo molto soddisfatti - prosegue Laratta - per il lavoro della magistratura e siamo certi che con la chiusura di una serie di inchieste si farà finalmente luce su molti fatti criminali verificatisi in questo territorio. Se ci sono le condizioni, Vibo deve essere subito liberata dall'angoscia criminale che per anni ha sconvolto la vita di tante famiglie. Ne hanno bisogno i cittadini, le famiglie, le imprese".

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