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    Accesso Antimafia all'Asp di Cosenza

     

     

    Accesso Antimafia all'Asp di Cosenza

    11 dic 12 Il prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, su delega del Ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, ha disposto l'accesso antimafia nell'Azienda sanitaria provinciale. La decisione, secondo quanto riferisce un comunicato della Prefettura, è stata presa "per accertare la sussistenza di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa nell'azienda, anche per soddisfare l'esigenza della massima trasparenza". L'accesso avrà la durata di tre mesi, prorogabili di altri tre. Il prefetto Cannizzaro ha anche nominato la Commissione incaricata di effettuare l'accesso antimafia nell'Asp di Cosenza. La Commissione è composta dal viceprefetto Maria Virginia Rizzo, dal viceprefetto aggiunto Francesco Paolo D'Alessio, e dal funzionario economico-finanziario Carla Fragomeni.

    Accesso non collegato ad indagini. L'accesso disposto dal prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, per accertare eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa nell'Azienda sanitaria provinciale non è collegato a specifiche indagini di polizia giudiziaria. E' quanto hanno riferito fonti della Prefettura. L'iniziativa del prefetto non sarebbe da mettere in relazione a fatti specifici, ma ad una serie di circostanze sulle quali s'intende fare luce per accertare la presenza di condizionamenti da parte della criminalità organizzata nella gestione dell'Azienda sanitaria e delle strutture ospedaliere che rientrano nella sua competenza.

    Gentile "Accesso antimafia riguarda assunzioni". "L'accesso antimafia disposto dal Prefetto di Cosenza all'Asp è avvenuto, presumibilmente, per le assunzioni di parte del precariato avvenute durante il periodo 2009-2010 e conferma i dubbi che noi esprimemmo a chiara voce all'epoca dei fatti e che oggi non ripetiamo per il rispetto che abbiamo dei diritti delle persone, anche di quelle che forse non meriterebbero tanta indulgenza". Lo afferma, in una dichiarazione, il senatore Antonio Gentile, vicecoordinatore vicario del Pdl calabrese. "Non possiamo non sottolineare - aggiunge - come l'inchiesta, oggi in mano alla Direzione distrettuale antimafia, riguarderebbe, poiché esiste un'inchiesta sui fatti da diverso tempo, presunte illegittimità relative a persone che avrebbero avuto benefici e che apparterrebbero alla criminalità effettuate durante le gestioni del passato". Gentile, nella dichiarazione, sottolinea "l'azione di bonifica iniziata dall'avv. Franco De Rose, commissario straordinario per un anno, e proseguita a tutti i livelli dall'attuale direttore generale, Gianfranco Scarpelli". "Non possiamo non evidenziare, inoltre - aggiunge Gentile - come, alla luce di questi fatti, diventi ancora più impellente l'approvazione della legge redatta dal sottoscritto e dall'on.Gianpaolo Chiappetta, calendarizzata per il giorno 13 dal presidente Salerno, ed apprezzata dai capigruppo Dattolo e Bilardi , poiché riporta la normativa nell'alveo della legge 296 /06, evitando le dilatazioni incostituzionali dei requisiti ed ogni possibile arbitrio , consegnando ai tanti precari perbene serenità e stabilità". "Infatti - conclude Gentile - l'esistenza di una legge arbitraria e poi dichiarata incostituzionale ha aperto indirettamente le porte a chi ha consentito l'accesso alla pubblica amministrazione a soggetti che ne dovevano rimanere fuori per diritto e per altro".

    DG "Criticità della passata gestione". L'accesso antimafia nell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza "era atteso dal direttore generale, Gianfranco Scarpelli, che in più occasioni aveva denunciato lo stato di grave criticità e complessità presente nell'Asp, come si rilevava dalla continua richiesta da parte dell'autorità giudiziaria di atti amministrativi relativi agli anni delle precedenti gestioni". E' quanto si afferma in un comunicato della Direzione generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. "La Commissione d'accesso - si aggiunge - è stata accolta con grande serenità e soddisfazione da parte del Direttore Generale che ha dato la più ampia, continua e concreta disponibilità alla collaborazione al fine di fare chiarezza sulla gestione attuale e quella relativa agli anni precedenti per poter finalmente soddisfare le esigenze di massima trasparenza. D'altra parte il Direttore generale ha sempre posto alle strutture regionali il problema della necessità di una riorganizzazione dell'Azienda che si poteva realizzare con il nuovo Atto aziendale presentato dall'Asp di Cosenza nel settembre del 2011 e poi riproposto nel luglio 2012 e mai validato dalla Regione Calabria. Per tale motivo in questi giorni è stato approvata la delibera relativa alla riorganizzazione Aziendale al fine di avere un modello organizzativo ben definito. Certamente in questo anno di gestione del Direttore generale Scarpelli sono state evidenziate diverse problematiche derivanti dalle gestioni precedenti, dalle stabilizzazioni, alla grave problematica dell'elevato numero di precari ed al notevole contenzioso con gli erogatori privati relativo agli anni dal 2004 al 2008. In quest'anno di gestione, inoltre, si è cercato di regolamentare tutte le procedure relative all'acquisizione di beni e servizi e di tutte le attività contrattuali nel rispetto della massima legalità e trasparenza nonostante le evidenti difficoltà presenti per comportamenti e mentalità difficile da rimuovere e cambiare". "Sicuramente - conclude il comunicato - verranno esaminate tutte le problematiche relative al personale già oggetto di indagine da parte dall'autorità giudiziaria anche alla luce della recente sentenza della Corte dei conti".

    Cisl Medici "Accesso antimafia non è condanna". "L'accesso antimafia disposto dal Prefetto di Cosenza non riguarda questa gestione, ma non deve essere nemmeno visto come una condanna anticipata nei confronti di chi ha gestito prima: abbiamo grande fiducia nella magistratura che accerterà se vi sono state infiltrazioni, sempre nel massimo rispetto giuridico per le persone coinvolte". E' quanto afferma, in una nota, il segretario regionale della Cisl Medici, Mario Marino. "Possiamo affermare che la gestione Scarpelli - prosegue Marino - è certamente immune dall'inchiesta per la trasparenza utilizzata. Se è vero, infine, che gli atti incriminati riguardano assunzioni illegittime si rende ancora più necessaria l'approvazione, da parte della Commissione salute e del Consiglio regionale, della legge Gentile-Chiappetta che regolamentarizza la 296/06: furono i legislatori ad approvare norme incostituzionali che ampliavano i termini dei requisiti della stessa 296 e a far si che i cococo passassero a tempo indeterminato senza concorso ed i manager dell'epoca non fecero altro che applicare quelle norme, poi dichiarate incompatibili con la Costituzione".

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