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    Gratteri "La ndrangheta infiltrata nella PA"

     

     

    Gratteri "La ndrangheta infiltrata nella PA"

    20 apr 12 Le mafie ''non sono un problema solo dell'Italia meridionale, sono presenti da almeno 40 anni in Lombardia e Piemonte, da venti in Liguria ed Emilia Romagna", mentre nel centro Italia sono "a macchia di leopardo" e "sono infiltrate anche in Europa e nell'America del Nord". E' l'analisi fatta dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri, durante un incontro pubblico promosso dal Lions Club ad Ancona. Il fenomeno della penetrazione mafiosa è stato "accelerato" da quello che Gratteri definisce "il più clamoroso autogol della legislazione antimafia italiana, il soggiorno obbligato, in base al quale i capimafia venivano inviati in territori 'vergini' per essere isolati della loro organizzazioni criminali e finivano invece per infestarli". L'infiltrazione è particolarmente facile in questi tempi di crisi: "in un momento in cui le banche non danno più soldi - ha spiegato Gratteri - le mafie sono l'unico soggetto ad avere liquidità. E così un piccolo imprenditore in difficoltà ha davanti a sé tre strade: fallire, rivolgersi a un usuraio, oppure fare entrare dei soci sconosciuti che sono dei prestanome e che portano denaro fresco. Lui pensa magari di far uscire questi ultimi nel giro di poco tempo. Ma è una pia illusione. E' successo così a un imprenditore umbro, che era convinto di liberarsi di questi soci in due anni. Invece sono stati i prestanome a dettare le regole e decidere la gestione dell'azienda. E il titolare si è ridotto ad avere un ruolo solo formale". Gratteri si è soffermato anche sulla mutazione "generazionale" della 'ndrangheta. ''I capi hanno fatto studiare i figli, che sono medici, avvocati, ingegneri e occupano ruoli importanti nelle istituzioni: il risultato è che la pubblica amministrazione è piena di 'ndranghetisti''.

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