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    Presidi a sostegno di Pino Masciari "Stato non da garanzie"

     

     

    Presidi a sostegno di Pino Masciari "Stato non da garanzie"

    16 apr 12 "Fino a quando Pino Masciari non potrà tornare a lavorare onestamente come faceva prima nella sua terra, la Calabria non conoscerà riscatto, perché non scioglierà linguaggi e simbolistiche del Potere troppo ambigue e contigue alla sfera mafiosa e alle sue pratiche educative e sociali". E' quanto sostengono, in una nota, i presidi permanenti della Calabria e dell'Università della Calabria intitolati al testimone di giustizia Pino Masciari. "Lo Stato - è scritto nella nota - non da garanzia di vita. La Calabria muore lentamente nel silenzio del Paese. Non c'é giorno che passi senza che la cronaca non restituisca alla nostra coscienza una continua e impressionante serie di intimidazioni, attentati, tentativi estorsivi a danno di cittadini e istituzioni. Gli ultimi sono quelli subiti dalla Comunità di Progetto Sud, guidata da Don Panizza, e dal Sindaco di Monasterace, Maria Carmela Lanzetta, a cui esprimiamo solidarietà e vicinanza. La Calabria è ormai soltanto terra di emergenze: lavoro, dissesto idrogeologico, sicurezza. La parola speranza rischia di avere un retrogusto amaro nel pronunciarla con convinzione: pur tuttavia per fare antimafia non si può non sperare. Ma esiste ancora la possibilità concreta che tale parola diventi processo reale e storico di cambiamento? Oppure é imprigionata in una tragica aporia dalla quale non può più uscire?". "Se pensiamo alla storia di Pino Masciari - prosegue la nota - ci rendiamo conto delle gravi difficoltà cui vanno incontro tutti coloro che scelgono di battersi per la giustizia: solitudine, isolamento, rischio. Pino è un imprenditore disoccupato. La mafia ha 'mangiato' le sue imprese. Pino non può tornare a vivere in Calabria: troppo pericolosa per via delle possibili vendette dei clan mafiosi, da lui denunciati. Se ci dovesse mettere piede, a suo rischio e pericolo. La famiglia é totalmente priva di difesa. Lui 'protetto' o da un autista oppure da un servizio minimale di sicurezza. Noi testimoni oculari della sua situazione allorquando scegliemmo di invitarlo all'Unical per tenere un ciclo di Seminari sulla giustizia. Forse è il messaggio che alcuni settori dello Stato vogliono indirizzare ai clan? Colpite pure, tanto è un bersaglio facile". "Pino Masciari - sostengono i presidi - è l'icona di una grande, terribile, contraddizione nazionale: denunciare non paga, perché lo Stato lascia soli. Non vale la pena percorrere la strada della Giustizia. Tutto questo è inaccettabile, intollerabile, indegno di un Paese civile e moderno. Lo Stato non può dichiarare in modo così esplicito che in alcune aree del Paese non è possibile lavorare senza pagare il pizzo alla mafia. Che razza di democrazia è la nostra? Noi però non ci arrenderemo. Come Pino, continueremo a credere nella possibilità del cambiamento. Con lui continueremo ad organizzare il coraggio. Noi non siamo disposti, come Pino Masciari, a piegare la nostra schiena davanti ai padrini delle cosche e alla complicità con esse di settori dello Stato".

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