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    Vicenda contro gay a Reggio, reazioni "Grave quanto accaduto"

     

     

    Vicenda contro gay a Reggio, reazioni "Grave quanto accaduto". Sidnaco Arena annuncia indagine

    15 apr 12 L'Azienda ospedaliera di Reggio Calabria avvierà un'indagine interna per fare chiarezza su quanto accaduto a Claudio, il giovane gay di 28 anni, prima aggredito e malmenato per strada e poi umiliato da un infermiere nel nosocomio dove era andato per ricevere le prime cure. E' stato il sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena, incontrando i rappresentanti del comitato cittadino Arcigay, a dare la notizia dell'indagine interna all'ospedale appresa dopo avere contattato telefonicamente il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Carmelo Bellinvia. Il sindaco, inoltre, dopo avere manifestato solidarietà a Claudio augurandogli "pronta guarigione", ha manifestato l'intenzione di seguire l'evolversi giudiziario della vicenda per costituire parte civile l'ente nei confronti dei responsabili dell'aggressione. "La nostra - ha detto Arena - non è una città omofoba, e i comportamenti scellerati di qualche bullo dalla mentalità distorta non possono essere assunti a simbolo di una intera comunita". Da destra e da sinistra, per tutto il giorno, è stato un coro di solidarietà bipartisan ma anche di indignazione intorno alla vicenda del ragazzo colpito con un pugno in volto per non essersi intimidito davanti alle pesanti ingiurie di un gruppo di suoi coetanei e costretto, poi, a subire anche l'ironia di un paramedico che gli ha consigliato di frequentare le ragazze offrendosi per indicargli anche uno psicologo. In tanti gli hanno manifestato vicinanza: a partire dalle organizzazioni nazionali per la tutela dei diritti degli omosessuali di diverso orientamento politico, dai movimenti giovanili di alcuni partiti e da rappresentanti istituzionali. Netta la presa di posizione di Enrico Oliari di Gaylib (gay di centrodestra) che ha chiesto per l'infermiere (peraltro suo collega), la cancellazione dall'Ipasvi, l'ordine di categoria. "Un infermiere così - ha sentenziato Oliari - è un disonore per l'intera categoria: se fossimo stati nel nord Europa o in Germania, sarebbe già sotto processo". Non meno dura Imma Battaglia, presidente di DìGay Project. "A volte - ha sostenuto - le affermazioni, gli atteggiamenti e i comportamenti omofobi feriscono più della violenza fisica". Intanto Claudio, assieme al suo compagno che ha assistito all'aggressione venerdì sera, è fuori città per completare una serie di esami clinici.

    L'azienda ospedaliera Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria avvierà un'indagine interna per ricostruire quanto accaduto nel nosocomio di Reggio Calabria dove è stato condotto Claudio, il giovane gay, aggredito da un gruppo di coetanei e poi umiliato per l'ironia di un infermiere. Lo ha reso noto il sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, dopo essersi sentito telefonicamente con il direttore generale dell'Azienda ospedaliera, Carmelo Bellinvia, incontrando i rappresentanti del comitato cittadino dell'Arcigay. Il sindaco Arena ha annunciato che l'amministrazione comunale seguirà l'evolversi giudiziario della vicenda per costituirsi parte civile nei confronti dei responsabili dell'aggressione. "Oltre allo sdegno immediatamente sorto per ciò che è successo - è scritto in una nota del Comune di Reggio Calabria - il sindaco ha manifestato la solidarietà a Claudio, giovane vittima dell'aggressione, insieme all'augurio di una pronta guarigione". "La nostra - ha detto Arena - non è una città omofoba, e i comportamenti scellerati di qualche bullo dalla mentalità distorta non possono essere assunti a simbolo di una intera comunità. Detti episodi, che altrove sono una drammatica realtà, da noi si sono verificati molto raramente; è proprio per questo che bisogna reagire con forza e decisione affinché non prenda piede anche da noi la cultura dell'intolleranza. Spero che i responsabili di un gesto cosi vigliacco siano al più presto identificati e puniti con la massima severità che il caso richiede"

    "Il sindaco Arena lo inviti a Palazzo San Giorgio e gli chieda scusa a nome della città. Lo stesso faccia il Direttore degli Ospedali Riuniti a nome dell'Azienda Ospedaliera cittadina. Un atto doveroso che servirebbe quanto meno, nell'immediato, ad alleviare il dolore della ferita inferta dalla ripugnante aggressione a sfondo omofobo subita l'altra notte da Claudio, che umilia la coscienza civica cittadina e colpisce l'intera città, facendone a pezzi la sua immagine". E' quanto si chiede in una nota del Pd di Reggio. "Lo sconcerto e la preoccupazione per quanto accaduto, infatti - prosegue la nota - sono accresciuti dalla circostanza che, alla vile aggressione in pieno centro cittadino, abbia fatto seguito una ulteriore incivile violenza verbale nei suoi riguardi da parte di un operatore paramedico presso l'ospedale cittadino, dove era stato accompagnato per farsi medicare dalle ferite riportate. Il ripresentarsi di azioni e comportamenti aggressivi e intolleranti nei riguardi di persone con orientamenti sessuali diversi, che non sono liberi di vivere la propria affettività, non può che suscitare repulsione e la più netta condanna. La comunità civile reggina non si può permettere di tollerare episodi di questo genere. E' ineludibile, pertanto, una pronta e ferma reazione dell'intera comunità cittadina a partire dalle sue istituzioni rappresentative". "Occorre, anzitutto, che da parte delle forze dell'ordine vengano assicurati alla giustizia i responsabili dell'aggressione squadristica e vengano assunti, da parte delle Direzione dell'Azienda Ospedaliera cittadina - riporta ancora la nota - provvedimenti adeguati nei confronti di chi si è reso responsabile delle ignoranti e miserevoli affermazioni nei riguardi di Claudio. Assieme a tali risposte occorre che, accanto alla meritoria azione portata avanti da alcune associazioni, cresca e si sviluppi un impegno civile diffuso di denuncia e di contrasto di qualsiasi forma di aggressione fisica, provocazione verbale o atto di bullismo, nonché della messa al bando di forme di sottovalutazione di atteggiamenti e discorsi pubblici lesivi della dignità delle persone, che contribuiscono ad alimentare il terreno sul quale l'omofobia trova l'habitat congeniale per radicarsi e crescere".

    "Non possiamo e non dobbiamo rimanere indifferenti davanti alla vile aggressione subita da Claudio. La sua unica colpa quella di essere gay". E' quanto si afferma in una nota dell'Arci di Reggio. "Il pugno con cui il balordo di turno ha voluto colpire Claudio e la sua intimità - prosegue la nota - ha colpito tutti noi che quotidianamente cerchiamo di dare il nostro piccolo ma prezioso contributo, impegnandoci sempre per l'affermazione dei diritti civili e per la tutela di tutte le minoranze. Come se non bastasse la violenza fisica dell'aggressione, Claudio ha dovuto subire l'umiliazione verbale dell'infermiere in servizio presso gli Ospedali Riuniti, dove sperava di poter trovare un luogo accogliente e sicuro per poter smaltire la rabbia e il dolore della vile aggressione di cui era rimasto vittima. Invece le rozze e meschine osservazioni alle quali il personale paramedico si è lasciato andare, confermano non solo l'assoluta ignoranza di chi quelle le parole le ha pronunciate, ma il contesto di feroci discriminazioni in cui sono costretti a vivere tanti nostri concittadini solo per motivi di orientamento sessuale". "Ancora una volta la nostra città - riporta la nota dell'Arci - rischia di essere soffocata dai più squallidi rigurgiti fascisti che stentano a tramontare, a conferma del degrado morale, etico e culturale nel quale siamo costretti quotidianamente a sopravvivere. Non è la prima volta che le strade di Reggio si trasformano in teatro di vili violenze a sfondo omofobico. "Come Arci chiediamo alle forze dell'ordine di fare piena luce sulla raccapricciante vicenda - conclude la nota - auspicando che anche la Dirigenza degli Ospedali Riuniti voglia prendere provvedimenti chiari ed esemplari nei confronti di chi non si è limitato a svolgere il proprio lavoro. Intendiamo ,inoltre,esprimere la nostra piena solidarietà a Claudio, la nostra ammirazione per un ragazzo che nonostante il dolore fisico e psicologico brutalmente procuratogli, ha trovato il coraggio di denunciare pubblicamente quanto accaduto".

    "La vile e brutale aggressione omofoba, di cui è stato vittima un giovane della nostra città, riporta alla mente il becero e razzista principio di una diversità che non esiste". E' quanto afferma, in una nota, il consigliere delegato alla Cultura, al Turismo e ai Grandi Eventi, di Reggio, Monica Falcomatà. "Da tempo insisto, sul fatto - prosegue Falcomatà - che è quanto mai urgente e necessario, istituire l'aggravante dell'omofobia alle aggressioni e alle violenze. I fantomatici suggerimenti, dati poi da un operatore sanitario, mentre il ragazzo attendeva di essere curato presso il nosocomio cittadino, lasciano esterrefatti e sbigottiti. Non è più ammissibile accettare episodi del genere. La civiltà, l'uguaglianza, la parità dei sessi, non ha senso affrontare queste discussioni, se poi nella nostra città si verificano episodi drammatici come questo. Al ragazzo vittima di aggressione, voglio far sentire tutta la vicinanza e la mia solidarietà. Come amministratori, credo sia improrogabile a questo punto, intraprendere tutte le iniziative possibili, affinché atti di viltà come questo non si verifichino più".

    "Esprimo doppiamente solidarietà al ragazzo 28enne di Reggio Calabria rimasto ferito dopo una aggressione avvenuta nel centro della città calabrese e poi beffeggiato e umiliato da un dipendente del locale ospedale presso il quale il giovane era ricorso. Gliela esprimo sia come militante gay che come infermiere: fatti incresciosi come questo sono l'immagine dell'Italia che non vogliamo e per il sanitario che lo ha accolto in ospedale chiediamo l'espulsione dal'Ipasvi, l'ordine degli infermieri". E' quanto afferma Enrico Oliari, infermiere e presidente di GayLib (gay di centrodestra), in una nota, "dopo i gravi fatti che hanno visto il militante Arcigay Reggio Calabria picchiato in strada e quindi offeso al ricovero in ospedale da un infermiere che gli suggeriva uno psicologo e gli ricordava che, se fosse stato con una ragazza, il fatto non sarebbe successo". "Un infermiere come questo - prosegue Oliari - è un disonore per l'intera categoria: se fossimo stati nel nord Europa o in Germania, sarebbe già sotto processo - sostiene Oliari, che è anche componente dell'Assemblea nazionale di Futuro e Libertà - . Mi auguro quindi che il ragazzo si riprenda presto e che quantomeno l'amministrazione del nosocomio intervenga nei confronti dell'infermiere".

    "Cara Reggio,avremmo voluto scriverti in occasioni migliori, ed avremmo voluto scriverti della tua rinascita. Invece, ci troviamo per l'ennesima volta a dover rintracciare in te quel 'buono' che ogni giorno tentano di strapparti via, a ricordare o forse anche a convincerci, che esista ancora". E' quanto si afferma in una nota dei giovani di Idv di Reggio a commento dell'episodio di aggressione nei confronti di un giovane omosessuale avvenuto in città. "Quello che devi fare - prosegue la nota - è impedire agli altri di limitare l'altrui identità al ristretto campo degli orientamenti sessuali, per non morire tutte le volte che questo avviene. E quello che devi fare attraverso i tuoi cittadini è aprire la mente come un paracadute ed espandere i tuoi confini, oltre ciò che per tutti è 'comune', qualcosa che insegue ritmi già stabiliti e mai variati. Se questo manca, si finisce inghiottiti verso un senso di 'paura' e disorientamento collettivo, spesso incontrollato, che spinge a tacciare ed a marchiare indegnamente ciò che ci abita fuori dalla nostra casa, sol perché non è noi. In realtà quell"altro da noì, non è che la ricchezza e la complessità della nostra natura umana". "Caro infermiere,la normalità (che nessuno di noi può stabilire cosa sia) da lei consigliata - è scritto ancora nel testo - è quella che noi rigiriamo a lei. Non può chiamarsi malattia l'Amore che lega due individui la cui identificazioni sessuale non è certo necessaria per loro e non deve esserlo neanche per gli altrì". "Caro Claudio, il Medioevo è arrivato anche in questa città o forse - riporta ancora la nota - si era solo nascosto per qualche tempo. Quel pregiudizio- figlio dell'ignoranza che ti ha aggredito, è un sentimento che vorremmo non ci appartenesse. Non ci teniamo a riempirti di parole occasionali, teniamo molto di più a 'scuotere' la coscienza collettiva che troppe volte, così uniforme e conforme ai pregiudizi, provoca disastri che non possono tacersi nel silenzio. Caro sindaco Arena, questa è la sua città e questi sono i suoi cittadini".

    "Esprimo grande solidarietà a Claudio per quanto accaduto a Reggio. Reggio non può e non deve rimanere insensibile a quanto successo la scorsa sera ad un giovane reggino. E' indispensabile individuare i vigliacchi/ colpevoli dell'aggressione omofoba ed ancora di più si deve esigere dalla dirigenza degli Ospedali Riuniti di dare una chiara risposta a tutti, non solo a Claudio, intervenendo con un'azione disciplinare verso chi in ospedale ha di fatto continuato a 'colpirlo'". E' quanto afferma, in una nota, il responsabile nazionale associazioni di categoria di Fli, Francesco Grandinetti. "Che all'interno di un ospedale vi sia personale - prosegue Grandinetti - che ignori come sin dal 1973 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha cancellato l'omosessualità dall'elenco delle malattie mentali è qualcosa di cui vergognarci. Non è più possibile che nel terzo millennio ci siano persone che considerino l'omosessualità una malattia da curare. Noi di Fli che nel nostro manifesto dei valori abbiamo sottoscritto il rispetto della dignità di ogni persona indipendentemente dal loro credo, dal loro genere, dalla loro razza, dal loro orientamento sessuale non possiamo permettere che succedano ancora queste barbarie che fanno sprofondare la nostra Italia nel baratro, alla stregua di una nazione retrograda e non inserita in un tessuto europeo democratico. Ho già inviato una richiesta alla nostra responsabile nazionale del dipartimento Diritti Civili on. Flavia Perina ed al nostro capogruppo alla camera dei deputati on. Benedetto della Vedova per iniziare una battaglia di sensibilizzazione nazionale che parta da Reggio Calabria con l'organizzazione di un convegno che sia visto anche come segno di solidarietà a Claudio". "Dal canto mio - prosegue Grandinetti - inizierò a discutere con le varie associazioni di categoria a difesa dei diritti civili degli omosessuali, partendo da Reggio. Un partito post ideologico deve 'conoscere' i problemi di tutti per saperli affrontare con convinzione senza paura per essere coerenti con il nostro manifesto per l'Italia".

    "In questa vicenda la violenza non è solo quella vigliacca di chi ha brutalizzato in gruppo un ragazzo indifeso. E' anche quella dell'ignoranza di chi l'ha soccorso, con derisione e atteggiamento omofobo". E' quanto afferma, in una dichiarazione, Imma Battaglia, presidente di DìGay Project. "In Italia esiste un problema culturale enorme - prosegue Battaglia - di cui tutti siamo responsabili. A fianco delle leggi, che devono punire i colpevoli dell'aggressione in maniera esemplare, ci vorrebbero severi provvedimenti disciplinari per l'infermiere, che lo obblighino a fare corsi di formazione sull'accoglienza e contro l'omofobia, così come periodi di volontariato presso le associazioni lgbt. Perché a volte le affermazioni, gli atteggiamenti e i comportamenti omofobi feriscono più della violenza fisica".

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