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    Nuova intimidazione a Don Panizza: spari a sede in palazzo confiscato

      Don Panizza

     

    Nuova intimidazione a Don Panizza: spari a sede in palazzo confiscato

    10 apr 12 Nuova intimidazione ai danni della comunità Pensieri e Parole di don Giacomo Panizza che ha sede a Lamezia Terme in un edificio confiscato alla cosca Torcasio. Ignoti hanno sparato due colpi di pistola contro la saracinesca al piano terra. Nella sede sono ospitati centri per l'assistenza ai disabili ed agli immigrati. Nel febbraio scorso un colpo di pistola fu sparato contro una finestra ed a dicembre fu fatto esplodere un ordigno. "Queste sono cose stressanti e sarebbe importante capire le cause perché così non sappiamo come muoverci, chi denunciare ed a chi dire di smetterla". Così don Giacomo Panizza ha commentato la nuova intimidazione portata a termine contro la sede della sua comunità, a Lamezia Terme, con due colpi di pistola sparati contro la serranda. Il fatto è stato scoperto stamani alla riapertura della sede dopo le festività pasquali. "Noi, comunque - ha aggiunto don Panizza - proseguiamo nelle nostre attività e non torniamo indietro perché ciò che facciamo lo facciamo perché la gente ha bisogno di questo tipo di servizi e di attività e non li lasceremo da soli"

    Solidarietà Sindaco Lamezia. "Anche io mi uniformo alla dichiarazione di don Giacomo Panizza e della comunità Progetto Sud. Credo che, dopo la straordinaria manifestazione del 29 febbraio, sia importante continuare nel nostro lavoro quotidiano di cambiamento". E' quanto afferma il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, dopo l'ennesima intimidazione contro la sede della Comunità Progetto Sud. "Sono fiducioso - prosegue Speranza - che gli inquirenti riusciranno a spiegare chi sono i responsabili e quali sono i motivi di questi continui attentati intimidatori. Per quanto ci riguarda come Amministrazione saremo a fianco della comunità Progetto Sud e della sua attività quotidiana".

    "Ora basta. Siamo stanchi di esprimere solidarietà su solidarietà. Attestati sia pure sentiti, ma che rimangono parole. Siamo indignati dell'ennesima intimidazione ai danni della comunità di don Giacomo Panizza di Lamezia Terme". Lo afferma, in una nota, la parlamentare del Pd Maria Grazia Laganà Fortugno. "Episodi ignobili e vigliacchi - prosegue Laganà Fortugno - che cercano di minare la serenità di tanta gente. Urgono provvedimenti seri e concreti. Le istituzioni hanno il dovere di dare risposte. Servono provvedimenti che blocchino in qualche modo l'ondata criminale che non lascia scampo. Noi siamo al fianco di don Giacomo e di tutta la comunità. Questo mio non vuole essere assolutamente un messaggio formale di vicinanza, ma un impegno sostanziale ad agire su quelle iniziative che si riterranno opportune per garantire sicurezza là dove c'é chi tenta con l'azione criminale di violentare il territorio, quello sano ed operoso". Solidarietà anche da Ammazzateci Tutti di Lamezia Terme. "Siamo veramente stanchi - sostiene il coordinatore Ciccio Blaganò - di apprendere dell'ennesimo atto intimidatorio contro Don Giacomo Panizza. Manifestando tutta la nostra vicinanza a Don Giacomo e agli operatori di Progetto Sud sarebbe utile se all'interno delle scuole nei prossimi giorni si aprisse una seria riflessione riguardo tale avvenimento. Chiediamo perciò ai dirigenti scolastici e a tutti gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado del comprensorio di dedicare parte delle loro lezioni ad informare i giovani concittadini di quanto sta avvenendo in città, affinché sempre più ragazzi siano sensibilizzati e consapevoli. Certo, sappiamo bene che non è questo che renderà più al sicuro la Comunità Progetto Sud dai proiettili della 'ndrangheta ma forse costituirebbe il gesto di solidarieta' più utile in questo momento". "Nessun comunicato istituzionale di sorta - conclude Blaganò - potrà essere efficace quanto sempre più bambini speranzosi e adolescenti desiderosi di cambiare il mondo riconosceranno in don Giacomo Panizza e Rocco Mangiardi degli esempi da seguire".

    Il movimento ''Agende Rosse Calabria", il Comitato De Grazia e "Donnelibertadistampa Calabria" chiedono la scorta per Don Giacomo Panizza e la videosorveglianza la sede di "Pensieri e Parole". "Un fatto grave - è scritto in una nota - l'ennesima dura minaccia all'attività di don Giacomo Panizza e della Comunità, che da anni si battono in prima linea contro la 'ndrangheta in un territorio difficile, come quello Lametino. Cio' che spaventa la società civile e le associazioni presenti sul territorio e attive sul fronte antimafia è che, a distanza di mesi, la sicurezza di don Giacomo Panizza non sembra essere stata rafforzata. E lo stabile sede dell'associazione resta un obiettivo facile da colpire. Per l'ennesima volta". L'associazione "Natale De Grazia", il movimento "Agende Rosse della Calabria" e "Donnelibertadistampa Calabria", lanciano un appello: "chiediamo alla Procura, alla Prefettura, alla Questura e al Viminale di intervenire tempestivamente per dare la scorta a don Giacomo Panizza. E ci chiediamo come mai, dopo tutto questo tempo, il palazzo oggetto delle tante intimidazioni non è ancora stato posto sotto videosorveglianza. Lo troviamo assurdo e chiamiamo in causa le istituzioni, perché provvedano il prima possibile a garantire la giusta vigilanza allo stabile. Invitiamo, inoltre, la Commissione Antimafia che si recherà a Monasterace il 12 aprile a passare anche a Lamezia Terme, per portare il segno della presenza delle istituzioni in una terra di confine dove la 'ndrangheta la fa da padrone. La Comunita' Progetto Sud non può essere dimenticata".

    ''Solidarietà e vicinanza a don Giacomo Panizza e a tutta la Comunità di 'Progetto Sud' per l'ennesimo vile attentato subito" viene espressa in una nota da Giovanni Puccio, commissario cittadino del Pd di Lamezia Terme. "La città - aggiunge - deve reagire in modo forte per invertire la rotta. Serve una presa di coscienza collettiva e un'assunzione di responsabilità che metta insieme tutte le forze sane per fronteggiare una situazione che rischia di compromettere il suo futuro. Fiduciosi che il lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine riuscirà a fare luce sul vile atto intimidatorio e a punire i responsabili". (

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