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    Chiese voti alle cosche, 16 mln di beni confiscati ad ex consigliere Zappalà

     

     

    Chiese voti alle cosche, 16 mln di beni confiscati ad ex consigliere Zappalà

    06 apr 12 Beni per un valore di 16 milioni e 500 mila euro sono stati sequestrati a Reggio Calabria dai militari della Guardia di Finanza e dai carabinieri del Ros all'ex consigliere regionale Santi Zappalà, condannato in primo grado a 4 anni di reclusione per corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Reggio Calabria che ha accolto la richiesta della locale Dda. Zappalà era stato coinvolto nell'ambito dell'inchiesta chiamata 'Reale 3' dalla quale era emerso che l'esponente politico aveva avuto contatti con esponenti della cosca dei Pelle per ottenere voti ai fini della sua elezioni in consiglio regionale. Già nell'ottobre dell'anno scorso a Zappalà furono sequestrati beni per un valore di 7 milioni e 500 mila euro.

    Tra i beni dependance in castello. Ci sono anche quattro unità immobiliari corrispondenti alla dependance nel Castello Ruffo di Bagnara Calabra (Reggio Calabria) tra i beni sequestrati stamane dalla Guardia di finanza e dai carabinieri del Ros di Reggio Calabria all'ex consigliere regionale Santi Zappalà. I particolari delle indagini che hanno portato al sequestro sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza, il procuratore aggiunto Michele Prestipino, il sostituto della Dda Stefano Musolino, i finanzieri ed i carabinieri del Ros. I beni sequestrati stamani hanno un valore complessivo di 16 milioni e 500 mila euro. Si tratta di quote sociali, capitale sociale e patrimonio aziendale della società 'Fisiokinesiterapia Bagnarese' che operante nel settore delle attività professionali paramediche indipendenti; la società 'Ileca Charter' che si occupa del noleggio senza equipaggio di imbarcazioni da diporto; 3 automobili, 1 imbarcazione da diporto di 15 metri e 21 rapporti di conto corrente e deposito titoli. I finanzieri e carabinieri del Ros hanno compiuto una serie di accertamenti patrimoniali dai quali è emerso che i beni in possesso di Zappalà, secondo gli investigatori, erano ingiustificati rispetto dalla capacità reddituale propria e del suo nucleo familiare.

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