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    Sindaco dimesso per minacce: Mi hanno distrutto l'anima

     

     

    Sindaco dimesso per minacce: Mi hanno distrutto l'anima

    03 apr 12 "Dopo gli attentati non potrei più fare serenamente il mio lavoro, qualsiasi decisione dovessi prendere domani mattina non mi sentirei più libera come prima. Mi hanno distrutto l'anima". Maria Carmela Lanzetta, sindaco democratico di Monasterace (Reggio Calabria), spiega così le ragioni delle sue dimissioni. Intervistata da Repubblica, Lanzetta racconta le intimidazioni subite. Non solo le quattro fucilate sparate tre notti fa contro la sua auto: "All'inizio dell'estate dell'anno scorso hanno dato fuoco alla mia farmacia. Io, mio marito e i nostri due figli siamo vivi per miracolo". "Nel mio paese non ci sono più le condizioni per fare il sindaco con tranquillità", ribadisce. "Torno a fare la farmacista. Così una volta per tutte mi lasceranno in pace". Sul sostegno ricevuto, "non posso dire di essere stata lasciata sola, però qualcuno che doveva far sentire la sua voce in questi giorni - certi associazioni, certe istituzioni - è rimasto in silenzio".

    "Voglio fare un appello alla dottoressa Lanzetta: mi sento di dirle di aspettare e di non prendere questa decisione oggi". Così Nicola Gratteri, procuratore aggiunto a Reggio Calabria si è rivolto dai microfoni di "24 Mattino"su Radio 24 a Maria Carmela Lanzetta, che ha deciso di dimettersi da sindaco di Monasterace dopo una serie di attentati intimidatori. "La farmacista Lanzetta - ha aggiunto Gratteri - fa parte di una famiglia perbene e onesta da generazioni. E' difficilissimo fare il sindaco in Italia, in alcune aree è veramente eroico. Io dico al sindaco di non mollare. Se lo fa, poi dovrà fare i conti con se stessa. Se lascia, tutti noi siamo sconfitti come uomini delle istituzioni perché vuol dire che il sistema non ha retto. Ma è anche un problema interiore della dottoressa. Mi sento di dirle di aspettare, di non prendere questa decisione oggi, di darci la possibilità e il tempo di capire. Fare un'indagine non è fare una frittata, che si fa in 10 minuti. Non vogliamo fare cosiddette retate spettacolari, la brillante operazione o mandare 100 carabinieri a fare perquisizioni a tappeto. Queste cose servono solo per le telecamere"

    "Maria Carmela Lanzetta, sindaco di Monasterace, merita rispetto, stima, amicizia e non solo solidarietà, qualunque sia l'esito finale delle sue decisioni". A sostenerlo, in una nota, il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza. "Una donna che per sei anni conduce una comunità in maniera generosa - prosegue Speranza - merita che lo Stato, nelle sue varie articolazioni, e soprattutto le istituzioni sopra il Comune, la Regione, il Governo nazionale, creino quelle condizioni per cui una persona possa portare avanti un'azione di governo in una realtà difficile. E' evidente che così non è stato. Ed è questo il dramma della Calabria". "Il fatto - conclude - che comuni come Monasterace, Isola Capo Rizzuto, Rosarno, siano rappresentate da donne, è espressione di una modernità e delle potenzialità di innovazione democratica che ha la Calabria. Ma questa modernità se non è sostenuta, può svanire e si può tornare invece alla cattiva politica che fa affari con la mafia".

    "Al di là della solidarietà annunciata e dell'antimafia declamata, mi sento di dire che le ragioni che portano allo sconforto e alla demotivazione di un rappresentante delle istituzioni, più volte minacciato, siano comprensibilissime". Lo afferma Maria Grazia Messineo, dirigente del Pd di Siderno ed esponente del Centro studi Lazzati per la provincia di Reggio. "Incomprensibile, invece - prosegue Messineo - è l'atteggiamento pedissequo degli esponenti della politica nazionale e locale, tutti solidali sull'onda dell'emozione, ma del tutto assenti ed inefficaci in un territorio minacciato quotidianamente dalla delinquenza organizzata e che fa della Calabria la regione con il più alto tasso di intimidazioni ai suoi amministratori. C'é da chiedersi com'é possibile che le commissioni regionali e nazionali antimafia non approdino a nulla, se non a qualche interrogazione parlamentare di tanto in tanto. Com'é possibile che nonostante tali commissioni si continui ad assistere ad eventi gravi, quali quello perpetrato ai danni della dottoressa Lanzetta, alla quale non si può chiedere di ritirare le dimissioni senza garantirle, sostanzialmente, un percorso futuro, certo e sicuro nella guida di Monasterace. Poco servono le parate". "Stiamo assistendo - sostiene ancora Messineo - alla vera 'uccisione della democrazia'. Monasterace è la linea di demarcazione tra lo Stato e l'Anti-Stato, perché lo Stato non penetra nel reggino. E' inammissibile che nella nostra provincia si assista, oltre a questi fatti intimidatori nei confronti di sindaci onesti e valorosi, anche a scioglimenti frequenti di consigli comunali senza che ciò smuova i partiti e le commissioni antimafia dal loro torpore".

    "Cara sindaco Lanzetta, nel manifestarti la mia vicinanza, in questa nostra terra tanto lucente e al tempo stesso 'fosca' e difficile, fammi dire che anche solo la scelta di restare in Calabria è il segnale del riscatto per un futuro migliore". E' quanto afferma, in una nota, Tonia Stumpo, del Pd di Crotone e componente della conferenza nazionale delle donne del partito. "Amministrare poi questo territorio - prosegue Stumpo - significa avere la voglia di imprimere un cambio di passo, culturale economico e sociale. Tu poi essendo donna amministratrice sei una felice eccezione e riscossa di genere in una terra ancora troppo lontana dalla conquista dei diritti civili. Per tali ragioni rispettando la decisione personale che prenderai, fammi sentire doppiamente indignata, per il vile atto, da calabrese e da donna. Con la doppia forza per dire No a tutto ciò per una Calabria migliore"

    "A nome del consiglio direttivo del Centro servizi volontariato esprimo solidarietà e vicinanza al sindaco di Monasterace vittima di una vile e continua aggressione fisica e morale". E' quanto afferma, in una nota, il presidente del Csv Due Mari di Reggio, Mario Nasone. "Le chiediamo però - prosegue Nasone - di scegliere di continuare la coraggiosa azione amministrativa avviata, che gode del sostegno dei cittadini e di tutta la parte sana della comunità. Le istituzioni preposte devono assicurare al sindaco Lanzetta gli strumenti amministrativi che chiede per potere svolgere con serenità il proprio mandato". "Come mondo del volontariato - conclude Nasone - ci impegniamo a continuare la collaborazione avviata con il Comune di Monasterace per una migliore tutela delle fasce sociali più deboli"

    Una decisione "necessaria e doverosa nei confronti di un sindaco coraggioso, che ha bisogno, come gli altri amministratori onesti e impegnati, di una presenza tangibile dello Stato per poter andare avanti nella sua difficile ma decisiva azione di riaffermazione della legalità". Così Claudio Giardullo, presidente dell'Osservatorio della Cgil per il contrasto alle mafie in Calabria e in Lombardia, commenta il rafforzamento della protezione nei confronti di Maria Carmela Lanzetta, sindaco di Monasterace. Adesso, secondo Giardullo, "però è necessaria una nuova stagione di politiche di contrasto alla mafia in Calabria. Lotta alla corruzione, controllo del territorio e rafforzamento del circuito giudiziario sono le condizioni per rendere credibili le politiche di sviluppo e del lavoro in questa regione. Su questi versanti - conclude - auspichiamo un'iniziativa complessiva del governo, non più rinviabile in Calabria e nel resto del Paese".

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