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    Riferimenti "Dopo arresto Rappoccio indagare a 360 gradi"

     

     

    Riferimenti "Dopo arresto Rappoccio indagare a 360 gradi"

    29 ago 12 "In Calabria, la corruzione della politica, Il rapporto mafia- politica, la collusione e la connivenza di un sistema da sempre rimasto impunito, rappresentano un problema che non può essere ulteriormente disatteso ma che necessita di risposte inequivocabili". E' quanto si afferma in un comunicato del Coordinamento nazionale antimafia Riferimenti in relazione all'arresto del consigliere regionale Antonio Rappoccio. "Chiediamo alle autorità inquirenti - prosegue la nota - che le indagini su questi temi, vengano condotte a 360 gradi perché, come sancito dalla Costituzione, la legge deve essere uguale per tutti si tratti di politici o di magistrati,di burocrati o di professionisti. La Calabria ha sempre sofferto di una giustizia malata e la gente ha bisogno di credere invece nell'esistenza di una giustizia giusta. Le lotte intestine all'interno del Palazzo certamente non fanno bene alla causa, tantomeno l'esistenza di zone d'ombra all'interno della magistratura". "I recenti arresti di magistrati e politici in Calabria - continua Riferimenti - non debbono ritenersi esaustivi avendo aperto un capitolo che non può rimanere incompiuto e chiede che sia fatta chiarezza sui centri di interesse che comandano la regione. Ribadiamo che in terra di 'ndrangheta non possono essere ammesse omissioni ne' tanto meno compromessi tra i poteri e cioé tra chi ha il dovere di far rispettare la legge e la politica. L'epoca in cui 'Berta filava' si è conclusa,la popolazione attende pulizia. Gli uomini non sono tutti uguali,si sa, né nella società civile, né nella politica né nell'ambito della magistratura che purtroppo non resta estranea al problema. Proprio per questo, però, la trasparenza deve diventare regola quotidiana, altrimenti si rischiano generalizzazioni pericolosissime per la tenuta della stessa democrazia. A questo proposito Riferimenti chiede che quei magistrati che tentano, malgrado tutto, di fare piena luce sulle lobby esistenti in Calabria, mettendo a rischio la propria incolumità,non siano lasciati soli. Tra questi il magistrato della Dda reggina Giuseppe Lombardo, titolare di indagini delicatissime per le quali è stato fatto oggetto già di innumerevoli intimidazioni, denunciando il timore per il suo possibile isolamento che ne metterebbe a grave rischio l'incolumità"

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