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    Morto a Lamezia Carlo Rambaldi, era il papà di E.T.

     

     

    Morto a Lamezia Carlo Rambaldi, era il papà di E.T.

    10 ago 12 E' morto Carlo Rambaldi, tre volte Premio Oscar per gli effetti speciali di King Kong, Alien e Et. Rambaldi, che aveva 86 anni ed era nato il 15 settembre 1925 a Vigarano Mainarda (Ferrara), è morto a Lamezia Terme (Catanzaro), dove viveva. Rambaldi è morto nell'ospedale di Lamezia Terme. L'inventore di Et, che viveva a Lamezia da dieci anni, era profondamente legato alla Calabria, anche perché la moglie Bruna è di origini crotonesi.

    Mario Caligiuri, assessore alla cultura della Regione Calabria tra i primi ad apprendere la notizia ha così commentato: "Con Rambaldi scompare uno dei geni internazionali del cinema, un mago degli effetti speciali".

    Cordoglio del sindaco di Lamezia. "La città e la comunità di Lamezia Terme esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Carlo Rambaldi". Lo afferma il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza. "Tre volte premio oscar - aggiunge - era una sorta di Leonardo novecentesco. Rambaldi era residente nella nostra città da diversi anni. Nell'esprimere le condoglianze alla moglie ed alla sua famiglia la città lo ricorderà in maniera adeguata nei prossimi mesi".

    Cittadino onorario di Altomonte. Carlo Rambaldi, morto stamattina a Lamezia Terme, era cittadino onorario di Altomonte. Il riconoscimento gli era stato attribuito nel 2008 dal sindaco, Gianpietro Coppola, in considerazione del profondo legame che univa Rambaldi al centro della provincia di Cosenza. "Qui da noi - ha detto Coppola - Rambaldi aveva ripreso la sua attività di pittore in cui primeggiava prima di entrare nel mondo del cinema. Ad Altomonte aveva anche allestito alcune 'personali' che avevano ottenuto molto successo. E qui, dove nel 2007 aveva ricevuto il Premio Città di Altomonte, aveva anche esposto i bozzetti dei suoi personaggi cinematografici". "La morte di Rambaldi - ha detto ancora il sindaco di Altomonte - ci addolora profondamente e priva l'Italia di un grande maestro del cinema e di una delle menti più fantasiose e creative, capaci di trasmettere un'immagine positiva dell'Italia in tutto il mondo. Il Comune di Altomonte si è offerto per ospitare Rambaldi come sua ultima dimora".

    Altomonte gli dedica una strada. Il Comune di Altomonte ha deciso di intitolare una strada a Carlo Rambaldi, morto stamattina a Lamezia Terme. Ne dà notizia il sindaco, Gianpietro Coppola, in una nota in cui si afferma che "l'opera e la storia di Rambaldi rifulgono a livello mondiale ed hanno dato e daranno sempre lustro all'Italia e, in parte, anche alla Calabria, dove ha trascorso anni sereni tra amici sinceri". "Credo però che noi calabresi - dice ancora Coppola - non abbiamo saputo approfittare della sua preziosa presenza e lui, da persona riservata, umile ed educatissima quale era, dopo qualche timido tentativo iniziale, non abbia più pensato di proporsi. La Calabria Film Commission ha mai pensato di avvalersi della sua esperienza e professionalità, oltre che del suo patrimonio personale di amicizie e contatti?".

    Era il papà di ET. Carlo Rambaldi è stato soprattutto un artista e un artigiano, uno che aveva vinto tre Oscar, ma non si vantava affatto e odiava, su tutti, il computer. Una vera e propria contraddizione. "Si è persa la magia, come quando un prestigiatore rivela i suoi trucchi ai presenti. Adesso tutti i ragazzi possono creare i propri effetti speciali con il computer di casa" diceva a chi gli chiedeva del suo lavoro. Ottantasei anni, Rambaldi il grande creatore di effetti speciali morto a Lamezia Terme (Catanzaro), dove viveva da dieci anni, era nato il 15 settembre 1925 a Vigarano Mainarda (Ferrara). Tra i numerosi altri film a cui ha collaborato, oltre ai tre per i quali aveva ricevuto l'Oscar ('King Kong' di John Guillermin, 'Alien' di Ridley Scott ed 'E.T. l'extra-terrestré di Steven Spielberg) ci sono anche 'Incontri ravvicinati del terzo tipo' (1977) sempre di Spielberg, e 'Dune' (1984) di David Lynch. Sull'odio dell'artista per il digitale, Rambaldi che è stato il rappresentante di quell'Italia artigiana del cinema che non ha mai mancato di vincere agli Oscar più di ogni altra categoria del nostro cinema, diceva ancora: "il digitale costa circa otto volte più della meccatronica. E.T. è costato un milione di dollari, l'abbiamo realizzato in tre mesi. Nel film ci sono circa 120 inquadrature. Se noi volessimo realizzare la stessa cosa con il computer ci vorrebbero almeno 200 persone per un minimo di cinque mesi". Nella sua lunga vita piena di successi due episodi che entrano nella cronaca e che dicono molto della sua professionalità. Nel 1971, per l'istruttoria delle circostanze della morte di Giuseppe Pinelli, il magistrato inquirente chiese il suo aiuto per ricostruire le modalità di caduta del corpo. E Rambaldi fornì un manichino ad hoc simil-Pinelli. L'anno dopo, sempre Rambaldi, fu costretto poi a dimostrare in tribunale il fatto che fosse solo un trucco la vivisezione canina nel film 'Una lucertola con la pelle di donna' (1971) di Lucio Fulci. Dopo che lo stesso Fulci, ovviamente, era stato citato in tribunale per maltrattamento e crudeltà verso gli animali. Nato come pittore e scultore, era entrato nel mondo del cinema italiano lavorando a pellicole come 'Terrore nello spazio' di Mario Bava e 'Profondo rosso' di Dario Argento. A notarlo negli Usa fu per prima, negli anni Settanta, John Guillermin (King Kong) e poi Spielberg e Ridley Scott. Per la sua creatura più famosa E.T. aveva più volte detto: "E' ovvio che gli occhi di E.T. ricordino quelli di un felino, per i primi bozzetti mi sono ispirato al muso del gatto himalayano visto frontalmente, stesse linee espressive". Anche se la leggenda vuole che a Spielberg, la storia del gatto non l'aveva mai davvero convinto. E così, con una certa immaginazione, il regista-Creso del cinema Usa sottolineava nelle interviste che il viso di E.T. era invece un mix delle facce di Albert Einstein, Ernest Hemingway e Carl Sandburg.

    "Chi era Carlo Rambaldi dal punto di vista umano? Un bambino che amava giocare, costruire i suoi giocattoli. Un bambino che aveva un sogno fare un parco a tema con tutti i suoi personaggi, una cosa che forse sta già realizzando dove è ora". A parlare così è il regista Pupi Avati che con il tre volte premio Oscar aveva fatto un film nel 1975 'La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone'. "Allora era già il migliore, ma doveva ancora esplodere - spiega Avati -. Una cosa che successe puntualmente quando Dino De Laurentiis lo portò in America per King Kong. In quegli anni era solo un artigiano capace con il suo laboratorio di fare, come fece, un fico alto 12 metri che portò nel centro di Ferrara con un enorme Tir. Un fico che doveva mutare colore secondo le stagioni e così anche spogliarsi delle sue foglie". Pupi Avati ricorda poi: "l'ho visto al centro sperimentale di cinematografia dopo molti anni, totalmente cambiato dall'esperienza americana. Il suo modo di vedere da artigiano era stato spazzato via come una tsnunami e mi sembrò totalmente disarmato".

    "Ricorderemo Carlo Rambaldi non solo per i tre premi Oscar che ha vinto per gli effetti speciali di King Kong, E.T. e Alien, ma anche per aver contribuito a fare del cinespettacolo di Grancia uno dei grandi attrattori per la Basilicata". Lo ha detto, in una dichiarazione, il Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo. "A lui - ha aggiunto il governatore lucano - dobbiamo molto non solo dal punto di vista artistico, per la sua indiscussa creatività, ma anche come uomo che aveva conservato quella semplicità nonostante la notorietà. Possiamo essere fieri di aver conosciuto uno dei geni del cinema che ha segnato il nostro tempo stupendoci con le sue creazioni. Se oggi Grancia continua a suscitare emozioni, a far rivivere nella magia della foresta di Brindisi di Montagna (Potenza) quella storia che incanta il pubblico è grazie anche a una sceneggiatura ad effetto ideata da un grande artista come Rambaldi".

    "Grande cordoglio per la morte del tre volte premio oscar Carlo Rambaldi". E' quanto afferma il presidente della Fondazione Calabresi nel Mondo, Giuseppe Galati, deputato del Pdl. "Se ne va - aggiunge - un geniale interprete degli effetti speciali che ha dato lustro al cinema italiano. Legato profondamente alla Calabria, dove ha deciso di vivere gli ultimi dieci anni nella città di Lamezia Terme, Carlo Rambaldi è stato un grande interprete della creatività italiana nel mondo".

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