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    Arrestato il boss degli zingari Celestino Abruzzese, familiari fanno ostruzione

     

     

    Arrestato il boss degli zingari Celestino Abruzzese, era fuggito da ospedale, familiari fanno ostruzione

    Celestino Abruzzese07 ago 12 Il boss della 'ndrangheta Celestino Abbruzzese, di 67 anni, (nella foto a destra) e' stato arrestato dai carabinieri a Cassano allo Jonio. L'uomo era latitante dal marzo scorso dopo che era evaso dall'ospedale di Catanzaro dove si trovava ricoverato per motivi di salute. Abbruzzese è stato rintracciato dai carabinieri per strada nel quartiere Timpone Rosso di Cassano allo Jonio. Gli investigatori sospettano che si avesse trovato rifugio nell'abitazione di qualche familiare. Celestino Abbruzzese prima della sua evasione dall'ospedale di Catanzaro era detenuto per associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio ed altri reati. Abbruzzese è ritenuto dagli investigatori della cosca degli 'zingari' di Cassano allo Jonio. Durante la sua detenzione era stato portato nell'ospedale di Catanzaro per motivi di salute e successivamente si era allontanato facendo perdere le sue tracce.

    --- Arresto Abruzzese: DDA "Verifiche su ricovero"

    Familiari tentano di farlo fuggire. Decine di persone residenti nel quartiere Timpone Rosso di Cassano allo Jonio si sono riversate per strada per evitare che i carabinieri arrestassero Celestino Abbruzzese, il boss della 'ndrangheta evaso nel marzo scorso dall'ospedale di Catanzaro. Al momento dell'arresto ci sono stati anche attimi di tensione tra i militari e le numerose persone che volevano evitare l'arresto del latitante. Tra coloro che sono scesi per strada c'erano anche numerosi familiari di Abbruzzese. Nel corso dell'operazione alcuni dei carabinieri sono stati strattonati e sono rimasti contusi. I militari stanno cercando di identificare le persone che hanno cercato di evitare l'arresto di Abbruzzese.

    Guerriglia urbana a Cassano. Si e' conclusa tra scene di vera e propria guerriglia urbana la latitanza di Celestino Abbruzzese, di 67 anni, boss dell'omonima cosca della 'ndrangheta di Cassano allo Jonio, evaso nel marzo scorso mentre si trovava nell'ospedale di Catanzaro. Durante la notte i carabinieri sono intervenuti per arrestare il latitante ed improvvisamente sono stati aggrediti da familiari del boss ed altre persone che hanno cercato di impedirne la cattura. Nei tafferugli alcuni militari sono rimasti contusi. Da tempo i carabinieri avevano intensificato i controlli nei confronti dei familiari di Abbruzzese per cercare di individuare il latitante. Nel corso della notte gli investigatori hanno avuto la certezza che il boss si nascondeva in un'abitazione del quartiere Timpone Rosso di Cassano allo Jonio, un agglomerato di case popolari ritenuto la roccaforte della cosca degli 'zingari' della 'ndrangheta. E proprio in quel quartiere Celestino Abbruzzese aveva trovato rifugio per la sua latitanza, probabilmente a casa di alcuni familiari. Quando i carabinieri sono intervenuti hanno trovato Abbruzzese che passeggiava liberamente per strada disarmato. Dopo i primi accertamenti alcune persone sono uscite dalle loro abitazioni ed hanno iniziato ad urlare e ad aggredire i militari. Pian piano si sono radunate decine di persone che hanno tentato di ostacolare in tutti i modi l'arresto. I carabinieri sono però riusciti a far salire Abbruzzese a bordo di una delle automobili di servizio, che lo ha portato via da Cassano allo Jonio per accompagnarlo in carcere. Prima della sua evasione Abbruzzese era detenuto in regime di 41 bis per associazione mafiosa, omicidio, occultamento di cadavere e altri reati. A marzo scorso, per motivi di salute, era riuscito ad ottenere un permesso per essere ricoverato nell'ospedale 'Pugliese' di Catanzaro per una serie di accertamenti clinici. E proprio durante la sua permanenza in ospedale si era dileguato, facendo perdere le sue tracce. E proprio sul permesso ottenuto da Abbruzzese per la degenza in ospedale la Dda di Catanzaro ha avviato una serie di accertamenti. Il Procuratore aggiunto di Catanzaro, Giuseppe Borrelli, ha evidenziato che "ci sono elementi da approfondire sulla fitta rete di fiancheggiatori su cui il latitante ha potuto contare e anche sull'applicazione degli arresti ospedalieri". Poche ore dopo l'arresto di Celestino Abbruzzese, anche se tra i due episodi non c'é alcuna connessione, a Cosenza uno sconosciuto ha incendiato la porta laterale ed una finestra della caserma 'Grippo' dei carabinieri. Le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco. I militari hanno visionato tutti i filmati delle telecamere di videosorveglianza e sono fiduciosi circa l'identificazione del responsabile del gesto.

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