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    CC arrestano latitante di Rosarno a Bergamo, dormiva davanti la TV

     

     

    CC arrestano latitante di Rosarno a Bergamo, dormiva davanti la TV

    03 ago 12 Lo hanno sorpreso appisolato davanti alla tv a casa della figlia: un latitante calabrese, ricercato dal 2010, è stato così arrestato dai carabinieri di Treviglio (Bergamo) a Melzo (Milano). Si tratta di Giovanni Berlingieri, detto Cucciolu, 52 anni, di Rosarno (Reggio Calabria). Quando i militari si sono presentati a casa non ha opposto resistenza: ha solo chiesto di potersi vestire. Il blitz è avvenuto la notte scorsa: il cinquantaduenne era destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare per associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di droga. Da qualche giorno i carabinieri di Treviglio avevano raccolto informazioni sulla presenza di un ricercato calabrese nella zona di Treviglio: dopo qualche indagine è stata individuata l'abitazione a Melzo e, attorno a mezzanotte, è scattato l'arresto.

    Nonostante lo sguardo rassegnato, ha anche abbozzato un sorriso ai carabinieri che si sono presentati a casa della figlia trentenne, dove si era rifugiato, per arrestarlo. Sono i retroscena dell'arresto di Giovanni Berlingieri, detto Cucciolu, il cinquantaduenne di Rosarno (Reggio Calabria) arrestato dai carabinieri di Treviglio (Bergamo) a Melzo (Milano). Ricevuta la segnalazione che Berlingieri, affiliato alla 'ndrangheta, si trovasse in zona, i militari hanno cominciato a far passare alcuni appartamenti, fino a trovarlo in quello della figlia, che e' stata denunciata a piede libero per favoreggiamento personale. Il cinquantaduenne era destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti, emessa dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria il 15 dicembre 2009. "Cucciolu" era l'ultimo soggetto ancora non arrestato dei 38 che, secondo le accuse, avrebbero costituito una presunta organizzazione criminale dedita, dal 2007 a tutto il 2008, al traffico e allo spaccio di cocaina ed eroina nella piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria), ma anche nel Crotonese e nel Catanzarese. L'operazione che ha sgominato l'organizzazione, ribattezzata "Alba chiara", era stata condotta dalla Guardia di finanza: il sodalizio faceva riferimento, secondo le accuse, alla famiglia dei fratelli Antonio e Damiano Bevilacqua, che stavano andando a sostituirsi nella gestione dello spaccio a gruppi storici del posto come i Molé e i Piromalli, cosche fino allora egemoni nella zona di Gioia Tauro. Il ricercato è stato portato nel carcere milanese di San Vittore, dove probabilmente domani sarà ascoltato dal gip.

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