Arrestato a Trebisacce il boss del Trullo che gambizzò giovane il 19 a Roma

29 set 11 Gli agenti della Squadra Mobile di Roma, guidata da Vittorio Rizzi, hanno arrestato Vincenzo Bilotta, 53 anni di origini calabresi, proprietario del bar dove è avvenuta la lite prima dell'agguato dello scorso 19 settembre a Roma. L'uomo, arrestato dopo dieci giorni di latitanza e' colpevole di aver gambizzato un giovane pregiudicato romano di 32 anni e sulla sua testa pende un accusa di tentato omicidio. Bilotta è stato fermato in un ristorante a Trebisacce, in provincia di Cosenza, mentre mangiava pesce in compagnia di tre amici. Le indagini sono state condotte dalla Dda di Roma e secondo quanto si è appreso, l'uomo viveva nella Capitale da circa trent'anni ma avrebbe mantenuto contatti con la 'Ndrangheta calabrese. Bilotta era considerato il boss del Trullo, la zona dove è avvenuta la gambizzazione.

Agguato dopo offesa subita nel suo bar. E' stata un'offesa subita proprio nel suo bar davanti ai suoi 'uomini' a spingere Vincenzo Bilotta, boss del quartiere romano del Trullo e proprietario del locale, a ferire un uomo di 32 anni lo scorso 19 settembre. E' lo 'sgarro' il movente del tentato omicidio. Ieri sera Bilotta, con diversi precedenti per droga, è stato arrestato dagli agenti della Squadra Mobile. L'uomo, per difendere la sua credibilità dopo la lite con la vittima, era uscito in strada e davanti al bar ha sparato due colpi contro il giovane nel tentativo di ucciderlo. La vittima, poco prima dell'agguato, aveva anche impugnato delle forbici per difendersi. Poi la gambizzazione. L'aggressore era scappato subito dopo l'agguato rifugiandosi in Calabria e facendo perdere le sue tracce. La polizia aveva perquisito la sua villa, senza riuscire però riuscire a rintracciarlo. La gambizzazione è considerata dagli investigatori "un errore di percorso nella carriera del boss": non essendo riuscito ad uccidere il giovane, che si riforniva di droga all'interno del bar, quest'ultimo ha collaborato con gli agenti permettendo la cattura dell'aggressore.