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    Al via processo collaboratore servizi che fece trovare auto durante visita Napolitano

     

     

    Al via processo collaboratore servizi che fece trovare auto durante visita Napolitano

    21 set 11 E' iniziato stamani, davanti ai giudici del Tribunale di Reggio Calabria, il processo a carico dell'ex collaboratore dei servizi Giovanni Zumbo, ritenuto responsabile di avere passato notizie riservate al boss della 'ndrangheta Giuseppe Pelle e di avere fatto ritrovare, il 21 gennaio 2010, un'auto carica di armi ed esplosivi in occasione della visita del Capo dello Stato Giorgio Napolitano a Reggio Calabria. Insieme a Zumbo sono imputati Demetrio Domenico Praticò e Giovanni Ficara, capo dell'omonimo clan. Tutti e tre sono accusati di porto e detenzione abusiva di armi e munizioni, aggravati dall'avere favorito la cosca Ficara-Latella per la vicenda dell'auto e Zumbo e Praticò anche di concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo, dopo l'ammissione delle prove e della costituzione di parte civile della Regione, della Provincia e del Comune di Reggio, è stato rinviato al 12 ottobre prossimo. Per la stessa vicenda è stato già condannato a due anni di reclusione un carrozziere, Francesco Nocera, che avrebbe portato l'automobile nel punto in cui fu trovata dai carabinieri. Zumbo, arrestato nell'operazione Crimine condotta dalle Dda di Reggio Calabria e Milano, in particolare, è il personaggio centrale dell'inchiesta sul ritrovamento della Marea imbottita di armi e esplosivo. Fu lui, infatti, secondo l'accusa, rappresentata dal Pm della Dda reggina Marco Colamonici, a far ritrovare l'auto con una telefonata ad un brigadiere dei carabinieri. Per l'accusa, il ritrovamento fu una messinscena di Zumbo allo scopo di accreditarsi come fonte per gli investigatori. Oltre alla vicenda dell'auto, per quanto riguarda Zumbo, nel processo è confluito anche il troncone dell'indagine "Reale" che portò alla scoperta dei rapporti tra l'ex agente dei servizi e il boss Pelle. In particolare Zumbo riferì a Pelle che i suoi colloqui in casa venivano intercettati dalla Dda. Una segnalazione alla quale Pelle prestò subito fede, tanto che i colloqui che il boss avrebbe avuto con alcuni candidati alle elezioni regionali dello scorso anno si interruppero.

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