- Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della CalabriaArresto assessore farmacita: sconcerta silenzio di molti

Arresto assessore farmacita: sconcerta silenzio di molti

20 set 11 La vendita di medicine nonostante il fallimento della sua farmacia da parte di Pasquale Antonio Purita, assessore del Comune di Zambrone, arrestato stamani insieme alla moglie per bancarotta fraudolenta e estorsione, e la "sua attività illegale di raccolta di ricette porta a porta, ha provocato una perdita del 70% del fatturato alla nuova farmacia aperta a Zambrone". A sostenerlo è stato l'avv. Domenico Chindamo, legale del fratello, Antonino Chindamo, proprietario della nuova farmacia e vittima finale della condotta illegale di Purita. Secondo quanto riferito dal legale, Purita, per cinque mesi dopo il fallimento della sua farmacia, ha continuato a vendere medicinali sostenendo che si trattava di una parafarmacia, "ma in realtà in maniera del tutto illegale. Quello che provoca sconcerto - ha aggiunto l'avvocato - è che tale comportamento é stato avallato dal silenzio di molti". Chindamo, a questo proposito, ha riferito di avere presentato, oltre alle denunce alle forze dell'ordine, anche una segnalazione al Comune di Zambrone e di avere informato la Prefettura di Vibo Valentia. Secondo quanto emerso dalle indagini, Purita, dopo l'acquisto della licenza da parte di Chindamo, oltre a vendere farmaci nella sua attività dichiarata fallita, raccoglieva ricette tra gli abitanti di Zambrone per poi recarsi in una farmacia di Tropea a ritirare i farmaci da ridistribuire in paese. Per questo motivo due persone che hanno aiutato il farmacista nella raccolta sono state denunciate in stato di libertà. "Il suo obiettivo - ha detto l'avv. Chindamo - era quello di far fallire la nuova farmacia. In paese diceva che voleva mandarci via e che la farmacia sarebbe tornata a lui. L'11 agosto scorso aveva anche presentato reclamo al Tribunale di Vibo contro la vendita all'asta della licenza che è stata respinta. L'operazione di oggi è una vittoria non solo per noi, ma per la giustizia".