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    Capocosca gestiva affari dai domiciliari. Gli arrestati

     

     

    Capocosca gestiva affari dai domiciliari. Gli arrestati

    15 set 11 "E' la prima volta che viene colpita con l'ipotesi di reato di associazione mafiosa la cosca Mammoliti di San Luca, divenuta negli ultimi anni uno dei pilastri della 'ndrangheta calabrese''. A dirlo è stato il comandante del Gruppo carabinieri Locri, col. Valerio Giardina, illustrando i risultati dell'operazione che stamani ha portato al fermo di sette presunti affiliati alla cosca che erano riusciti ad infiltrarsi nell'appalto per i lavori di metanizzazione di San Luca. All'incontro hanno partecipato il procuratore capo della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, ed il comandante provinciale dei carabinieri, col. Pasquale Angelosanto. Pignatone ha affermato che "il Comune di San Luca è dotato degli strumenti giuridici per continuare la prosecuzione dell'appalto e delle opere di metanizzazione". Angelosanto ha sottolineato il ruolo di primo piano assunto dal clan Mammoliti nei pur precari equilibri della 'ndrangheta. Dalle indagini e' emerso che dopo l'incendio di un autocarro della ditta Metangas di Rende (Cosenza), impegnata nei lavori di metanizzazione di San Luca, nel cantiere erano stati assunte diverse persone in gran parte contigui alla cosca Mammoliti "fischiante". In seguito erano stati stipulati contratti di fornitura di materiale e di nolo a freddo con ditte riconducibili agli indagati. Gli accertamenti hanno dimostrato che in realtà si trattava di "noli a caldo" e che ciò nascondeva, di fatto, un subappalto non autorizzato, realizzando così una gestione diretta dei Mammoliti di una grossa fetta dell'opera che avevano emarginato il responsabile di cantiere sostituendolo con Francesco Mammoliti, di 62 anni, ritenuto il capo della cosca. Agli atti ci sono anche intercettazioni dalle quali emerge che il responsabile del cantiere si limitava a chiedere informazioni a Mammoliti per aggiornare e mantenere regolare la documentazione dell'impresa appaltatrice. Dalle indagini è emerso anche che Francesco Mammoliti, pur essendo ai domiciliari, era il reale proprietario e gestore dell'impresa intestata al nipote Stefano Mammoliti. Francesco Mammoliti, legata ai Nirta-Strangio di San Luca, tra l'altro, era stato contattato dal boss Giuseppe Pelle, detto "gambazza" per mediare le posizioni tra i Nirta-Strangio ed i Pelle-Vottari, protagonisti di una sanguinosa faida culminata nella strage di Duisburg.

    Le persone fermate sono Antonio Cosmo, di 64 anni; Francesco Cosmo (52); Giuseppe Cosmo (34); Giuseppe Cosmo (24); Domenico Mammoliti (49); Francesco Mammoliti (62). Una settima persona non è stata rintracciata. Nel corso dell'operazione sono anche stati sequestri alcuni camion e mezzi d'opera, per un valore di 800 mila euro. Un'informazione di garanzia è stata notificata a Edmondo Rinaldo Venneri, titolare dell'impresa Metangas. per subappalto non autorizzato.

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