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    Tentativo liberare Azzarà finisce in strage, ma lui illeso

     

     

    Tentativo liberare Azzarà finisce in strage, ma lui illeso

    09 set 11 Tredici poliziotti uccisi, almeno altri 30 feriti: è finito così un blitz tentato dalle forza di sicurezza sudanesi nel pieno della provincia ribelle e insanguinata del Darfur per liberare tre soldati rapiti da uomini armati. Un'azione, avvenuta ieri e resa nota oggi, che ha fatto temere che l'obiettivo (fallito) fosse anche la liberazione del cooperante italiano Francesco Azzarà, rapito nel Darfur in agosto: timore alimentato da alcune fonti della stessa polizia sudanese, citate dal quotidiano Al-Ahdath e rilanciate dalle agenzie di stampa, ma poi smentite prima dal governatore del South Sudan, subito dopo dalla Farnesina che ha spiegato che il raid non ha "alcuna relazione con il caso Azzarà". E infine anche dall'Ong Emergency, per la quale il cooperante lavora. Francesco Azzarà, 34 anni, di Motta San Giovanni (Reggio Calabria), è stato rapito lo scorso 14 agosto nella città di Nyala, capoluogo del South Darfur, mentre in auto era diretto all'aeroporto per accogliere un collega da Khartoum. Nell'auto, circondata da uomini armati che l'hanno costretto a scendere, viaggiavano altri due colleghi di Emergency, ha fatto sapere l'Ong fondata da Gino Strada. Azzarà era alla sua seconda missione a Nyala come logista del Centro pediatrico aperto da Emergency in città nel luglio del 2010. Fra i tre ostaggi che si è tentato di liberare nel blitz della polizia sudanese, scriveva Al-Ahdath, figurava anche "un uomo d'affari di Nyala". A smentire ogni relazione con il cooperante italiano è stato dal governatore Abdel Hamid Kasha, che ha laconicamente precisato che i poliziotti cercavano di liberare tre militari presi prigionieri da gruppi armati non meglio precisati, lasciando attorno alla natura e alla dinamica dell'azione una scorza di mistero. "A noi non risulta che il blitz in Sudan riguardi la liberazione del nostro collaboratore Francesco Azzarà. E' quanto abbiamo appreso da fonti locali", ha detto poi per telefono all' ANSA la presidente di Emergency, Cecilia Strada. Le fonti, precisa un comunicato dell'organizzazione umanitaria, sono "autorità di Khartoum e Nyala e nostri contatti locali". Il Darfur vive in uno stato di guerra civile strisciante da quasi otto anni che si stima abbia provocato 300.000 morti e circa due milioni di sfollati, fuggiti alla sistematica e violenta pulizia etnica sulla popolazione nera della provincia sudanese praticata da bande di etnia araba, che si ritiene siano controllate da Khartoum. E per le quali il presidente sudanese, Omar el-Bashir è stato incriminato dalla Corte penale internazionale (Cpi). Il conflitto negli ultimi anni si è complicato per le divisioni fra varie fazioni ribelli.

    Laratta visita famiglia Azzarà. Il deputato del Pd Franco Laratta ha incontrato stamattina i genitori di Francesco Azzarà, l'operatore di Emergency rapito il 14 agosto in Sudan. "E' stato il primo incontro - afferma Laratta in una nota - che la famiglia ha avuto da quando Francesco è stato rapito lo scorso 14 agosto in Darfur. I familiari dell'operatore di Emergency hanno dimostrato di aver molto apprezzato l'interessamento dei 30 parlamentari che hanno sottoscritto l'appello per la liberazione di Francesco. La preoccupazione dei genitori e dei familiari di Azzarà, infatti, è che sulla vicenda cali il silenzio e si spengano i riflettori". "Ho garantito l'impegno mio e degli altri parlamentari - dice ancora Laratta - per tenere viva l'attenzione e il rilievo istituzionale ad i massimi livelli sulla sorte del giovane operatore di Emergency. Ho confermato alla famiglia il sostegno massimo, la solidarietà piena e l'avvio di alcune iniziative a livello nazionale per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica italiana ed internazionale sul caso dell'operatore di Emergency". La famiglia, che ha ringraziato Laratta, si è detta certa delle buone condizioni di salute di Francesco e fiduciosa sulla conclusione positiva del rapimento.

    Golfo "Famiglia in ansia". La deputata Lella Golfo, del Pdl, è scritto in una nota, "é in continuo aggiornamento con la Farnesina e conferma la totale estraneità del blitz avvenuto in Darfur con il rapimento di Francesco Azzarà". "Ho subito chiamato la famiglia di Francesco - afferma - per rassicurarla e mi hanno confessato di aver vissuto lunghi momenti di panico. Trovo vergognoso e assolutamente irresponsabile diffondere notizie infondate che hanno il solo effetto di gettare nella disperazione i familiari del rapito e rischiano di compromettere il grande impegno e riserbo con cui la Farnesina sta conducendo una vicenda delicata". "Capisco - conclude Lella Golfo - la paura e lo sconforto della famiglia di Francesco, che da interminabili giorni vive nell'attesa di ricevere la notizia della sua liberazione. Andrò presto a trovarli nuovamente per infondere loro un po' di ottimismo e speranza e mi auguro che simili episodi di insensibilità non si ripetano e prevalga una grande prudenza nella diffusione di qualsiasi tipo di notizia"

    Gigantografia di Azzarà esposta a Napoli. Da questa mattina, è esposta ai balconi del palazzo del Consiglio comunale di Napoli in via Verdi la gigantografia di Francesco Azzarà, l'operatore di Emergency rapito in Darfur, Sudan. Francesco Azzarà, 34 anni, è un operatore del centro pediatrico di Emergency a Nyala, ed è stato rapito lo scorso 14 agosto. Con questa iniziativa, promossa dal sindaco Luigi de Magistris e dal presidente del Consiglio comunale Raimondo Pasquino, il Comune di Napoli vuole manifestare la propria solidarietà alla famiglia del giovane rapito e all'organizzazione non governativa che da anni opera nelle zone più disagiate del pianeta. Insieme allo striscione con le foto dei 5 italiani, di cui 3 campani, sequestrati dai pirati somali a bordo della Savina Caylyn esposto sulla facciata di Palazzo San Giacomo, sede della Giunta, la foto di Francesco Azzarà ai balconi di Via Verdi testimonia "la vicinanza umana alle vittime e alle loro famiglie" e l'auspicio del Comune di Napoli "affinché le drammatiche vicende che coinvolgono italiani nel mondo trovino al più presto una positiva soluzione".

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