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    Processo Toghe Lucane Bis: Fissati interrogatori per i magistrati

     

     

    Processo Toghe Lucane Bis: intercettavano Woodcock, fssati interrogatori per magistrati

    29 ott 11 Sono stati fissati per la prossima settimana gli interrogatori dei quattro magistrati coinvolti nell'inchiesta Toghe Lucane-Bis condotta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Il procuratore aggiunto del capoluogo calabrese, Giuseppe Borrelli, ed il suo sostituto Simona Rossi hanno inviato gli avvisi a comparire per l'ex procuratore generale di Potenza, Vincenzo Tufano (ora in pensione), i sostituti procuratori generali Gaetano Bonomi e Modestino Roca e l'ex sostituto procuratore della Repubblica Claudia De Luca (ora in servizio in un'altra sede giudiziaria). Nell'inchiesta sono coinvolti anche un ex agente del Sisde, Nicola Cervone, tre ufficiali di polizia giudiziaria, un imprenditore ed un autista della Procura generale di Potenza. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, violazione della legge sulle società segrete, corruzione in atti giudiziari e abuso d'ufficio. L'inchiesta Toghe Lucane-Bis è nata da una indagine su alcune lettere di calunnia ai danni dell'ex pm del capoluogo lucano, Henry John Woodcock, attuale sostituto procuratore a Napoli. Nel febbraio del 2009, secondo quanto riportano stamane alcuni quotidiani, fu preparato un esposto anonimo con i tabulati telefonici di Woodcock e quelli della giornalista Federica Sciarelli per accreditare l'ipotesi, che non è risultata veritiera, secondo la quale il Pm aveva fornito notizie riservate alla conduttrice della trasmissione di Rai 3 "Chi l'ha visto?" ma anche al conduttore di Annozero, Michele Santoro. Il tutto era finalizzato, secondo l'ipotesi accusatoria, ad avviare, da parte della Procura generale di Potenza, verifiche disciplinari nei confronti di Woodcock e di altri magistrati della Procura della Repubblica del capoluogo lucano. Negli atti dell'inchiesta Toghe Lucane-bis ci sarebbero anche intercettazioni telefoniche tra Bonomi ed alcuni esponenti politici e magistrati in servizio all'ispettorato del ministero della giustizia tra cui Gianfranco Mantelli, che effettuerà un'ispezione alla Procura di Napoli disposta dal Ministro dopo la vicenda dell'inchiesta su Gianpaolo Tarantini. Nel fascicolo dei magistrati di Catanzaro si è poi aggiunta la denuncia di un imprenditore lucano il quale sostiene che ci fu un complotto contro di lui relativamente al sequestro di una struttura turistica realizzata con fondi pubblici.

    "Due sono le cose: o la Procura di Catanzaro ce l'ha in modo particolare con la Basilicata, o in Basilicata esiste davvero un potente comitato d'affari che negli ultimi anni ha condizionato le attività giudiziarie ma anche la vita sociale e politica di questa regione". Lo afferma in una nota Don Marcello Cozzi dell'ufficio di presidenza di Libera circa l'inchiesta Toghe Lucane Bis. "Speriamo solo che i magistrati calabresi - aggiunge - sappiano resistere all'inevitabile macchina da guerra che si metterà in moto per affondare e delegittimare come successo con De Magistris e come indubbiamente farà con gli uomini della Squadra Mobile di Potenza e con la sua Dirigente Barbara Strappato che indagando in questa inchiesta come in altre recenti rappresentano per la Basilicata onesta e che vuole la verità un vero e proprio baluardo di libertà. Ora auspichiamo che vengano riaperte alcune pagine di Toghe lucane 1 chiuse troppo in fretta, e che si capisca chi si mosse perché ciò accadesse. In entrambe le inchieste nomi e personaggi sono sempre gli stessi e chiediamo alla Procura di Catanzaro, magari insieme a quella di Salerno, di fare tutto il necessario per accertare se questo Comitato d'affari ha un legame con l'omicidio di Elisa Claps, se quell'omicidio a sua volta avesse un legame con il duplice omicidio Gianfredi e quale fu il ruolo dei servizi segreti e della criminalità organizzata in entrambi gli avvenimenti". "Siamo convinti - conclude Don Cozzi - che un giorno arriveremo ad accertare la verità e giustizia in terra di Basilicata e finalmente affiancare nomi e volti a quanto già da anni andiamo denunciando".

    "Mi auguro che sia venuto il momento di ricostruire a livello giudiziario il grumo di interessi che, in particolare a Roma, è fatto da pezzi di politica, magistratura e istituzioni. Un cancro che se non viene fermato in tempo rischia di diventare metastasi e di fermare quei servitori dello Stato che ancora con coraggio cercano di ricostruire vicende delicate e pericolose". Così il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, in riferimento all'inchiesta Toghe lucane. "Apprendo con grande interesse dai giornali dell'indagine della procura di Catanzaro che ricostruisce vicende molto gravi nei confronti di alcuni magistrati", dice Luigi De Magistris in relazione all'inchiesta Toghe lucane. "Ovviamente siamo nella fase delle indagini preliminari. Ma dopo Bisignani - sottolinea De Magistris - è incredibile che ancora una volta siano le stesse persone che hanno contribuito a togliermi le funzioni di pm e a trasferirmi da Catanzaro. Si fa anche il nome del vicecapo dell'ispettorato del Ministero della Giustizia Mantelli, che con Miller contribuì ad accelerare l'ispezione ministeriale che il 21 settembre 2007 portò alla richiesta di trasferimento cautelare d'urgenza nei miei confronti". "Mantelli - osserva - mi risulta essere stato inviato dopo l'astensione di Miller (che con me non si è astenuto nonostante mi conoscesse perfettamente), colui che sta conducendo l'ispezione nei confronti della procura di Napoli". "Non è un sassolino che mi tolgo dalla scarpa - sottolinea il sindaco - perché ormai il danno è fatto: ho pagato un prezzo umano, professionale e istituzionale che non auguro a nessuno. E' bene porre l'attenzione sulla politica, ma mettiamola anche su quei pezzi istituzionali, dei servizi segreti, delle forze dell'ordine e della magistratura che ancora tengono le poltrone ben calde e continuano a operare", conclude De Magistris.

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